Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

vedi Blog dell’Autore http://pollicinoeraungrande.wordpress.com/2014/02/24/da-stimati-bambini-crescono-adulti-capaci/

 

Le cicatrici crescono con noi, si dice. E’ vero. Moltissime delle storie che accompagnano la mia pratica privata hanno origini antiche, le ferite che ancora bruciano sono nate spesso molti anni prima di diventare “adulti”. Mancanze, debolezze, voci non ascoltate che sono diventate, poi, sempre più urlate o,  al contrario, completamente mute eppure ancora piene di quel dolore tipico di chi si è sentito e si sente “poca cosa”.

Tutti avremmo avuto diritto ad una infanzia dorata, non tutti ne abbiamo avuto il dono. In molte famiglie, per difficoltà personali o contingenti, i bambini si trovano a dover crescere pensandosi di poco valore, di non esser capaci, sentendosi invisibili. Imparano a sopravvivere e non a sfruttare al meglio le loro capacità, si nascondono al mondo che temono come crudele e freddo invece di sentirsi protetti abbastanza da poterlo percorrere sereni, imparando a camminare ogni giorno più lontano. Se è vero che un genitore in difficoltà non è mai necessariamente un cattivo genitore, è pur vero che mancando l’attenzione dei servizi, la possibilità per quel genitore di essere aiutato, una rete sociale capace di segnalarne il problema e di sostenerlo per non sentirsene in colpa, una difficoltà superabile può trasformarsi in un muro terribilmente arduo da scalare che separi la famiglia dal benessere, costruendo l’idea che quel disagio sia l’unica strada possibile.

E mentre l’adulto si trova da solo, i bambini crescono e diventano uomini fragili, con una visione del mondo parziale e una sottostimata idea delle proprie occasioni di riuscita nella vita. Come aiutare l’uomo di domani? Sostenendo il bambino di oggi e aiutando il genitore in difficoltà a crescere i propri figli nel miglior modo possibile. Ed è il miglior modo possibile quello giusto, non lasciamoci tentare dalla perfezione, un po’ perchè quanto è perfetto ai bambini annoia e un po’ perché sappiamo bene come il mondo ideale è qualcosa che, semplicemente, non esiste.L’obiettivo è una serena sensazione di adeguatezza che arrivi al bambino passando dal genitore. Sentirsi realmente capaci, positivi e visibili all’altro di riferimento per diventare poi, crescendo, realmente qualcosa di buono nel proprio mondo.

Aiutiamo i bambini a crescere con una buona autostima, ascoltati e visibili, sapendo di non essere i Re del Mondo ma di essere amati e presenti nel pensiero dei genitori o degli adulti che se ne prendono cura.L’autostima, intesa come percezione e valutazione ( buona o cattiva) che il bambino dà di sé è un argomento prezioso e, giustamente, molto trattato per i più piccoli. I bambini crescono nell’immagine riflessa che gli restituiamo, scrutano i gesti adulti per imparare da quelli, si nutrono delle parole e degli sguardi che gli vengono offerti, si muovono nella protezione che gli viene data. Più è ampio lo spazio protetto a loro disposizione, più imparano a muovercisi dentro e a volerne “conquistare” di più. Se una protezione manca del tutto però, se il limite non si vede, l’immenso li spaventerà così come, se troppo stretto e limitato, penseranno di non essere in grado di andare oltre il fianco solido dei loro genitori. La misura e l’equilibrio, ancora una volta, devono segnare il passo degli adulti quando si occupano di bambini.

E se un bambino sbaglia? Perfetto. Chi è cresciuto senza mai sbucciarsi un ginocchio o un brutto voto? Non sostituiamoci al piccolo, insegniamogli invece  a sopportare la frustrazione dell’errore. La vita è piena di “NO” e sostenere il bambino significa anche comprendere che potrà sbagliare. Questo non deve diventare una fonte inesauribile di critiche. Se, infatti, delle critiche moderate possono essere utili e di sprono, se esagerate e continue limiteranno solo le possibilità che il bambino si concederà in futuro (“Sono solo un imbranato…sono troppo brutto…..devo fare il maschietto….sono un vero incapace”). Ricordiamoci  che si può criticare il compito svolto ma non il bambino nella sua totalità, non è lui l’errore.Rimarchiamo la differenza tra il bambino e lo sbaglio, che è qualcosa che lui fa ma non per questo lo trasforma in sbagliato. E se poi è l’adulto a sbagliare? Sarà bene imparare a chiedere scusa, perchè non si tratta affatto di mostrare meno autorità ma di insegnare il bello dell’umiltà e dell’onestà, valori che saranno di aiuto al bambino per capire che nessuno è perfetto e che se si sbaglia si può sempre rimediare.

Un mix di buone abitudini e aspettative misurate aiutano il bambino.Inoltre facciamo attenzione ad interpretare i bisogni del bambino ascoltandolo con cura, ascoltando lui e non la voce adulta del genitore che siamo. Questo ci permetterà di conoscerlo e vederlo meglio. Certamente questo significa anche imparare cosa siamo e cosa ci mettiamo dentro l’essere genitore. Una occasione per conoscerci e riconoscere i limiti tra genitore e bambino.

Si impara presto che i bambini amano sentirsi “grandi” se glielo permettiamo. Dargli piccoli compiti, commisurati all’età, gli offrirà l’occasione di sentirsi capaci, li porterà avanti con piacere se sapremo proporglieli dandogli il giusto peso. Questo vorrà dire che l’adulto si farà interprete delle richieste del bambino, lo avvicinerà per capirne  abbastanza del suo mondo da permettere a entrambi un contatto migliore. Smetterà di usare i suoi aggettivi per lasciarsi raccontare dal bimbo cosa e come gioca, crea, immagina.

Tutto questo, interpretazione e ascolto, pur restando fermi sull’aiutarlo a riconoscere i comportamenti che non vanno bene,lavorando insieme sul Qui e Ora, non andando ogni volta a rivangare il passato con la lista dei suoi errori. Il bambino sarà ben felice di riconoscere nell’adulto colui che può segnare i limiti del suo comportamento.

Il bambino non cresce con la paura di sbagliare, se non gliela insegniamo, ma cresce con il terrore di non essere amato e approvato. Su questo punto, i genitori si giocano una partita importantissima per tutta la famiglia, per tutta la comunità che ospiterà il bambino da grande. Ascolto, capacità di giocare e creare sempre un modo migliore di stare con lui e stimolarlo, un buon contatto fisico che gli comunichi vicinanza e affetto, insieme con la sensazione di essere visibile ai propri genitori, di poter anche sbagliare per imparare meglio o solo far esperienza del mondo sono alcuni degli ingredienti fondamentali per crescere nel mondo.

Una carezza e un buon esempio sono l’inizio di una sfida coraggiosa che coinvolgerà tutta la famiglia per molto tempo, con le difficoltà che per forza di cose, sempre faranno capolino e le soddisfazioni che faranno crescere meglio, in modo diversi,  l’adulto quanto il bambino. I nostri stimati bambini avranno maggior probabilità di diventare adulti capaci, efficaci e motivati, mentre i genitori “da grandi” avranno il piacere di aver accompagnati i loro pargoli alla vita e di aver imparato con loro, in media, sempre qualcosa in più di quanto si è insegnato.

Pollicino:  I genitori alle prese con l’autostima dei bambini
L’Orco :  La vita e le sue difficoltà, la solitudine di certe famiglie davanti al loro disagio
L’arma segreta :  Ascolto, carezze, curiosità e un pizzico di follia ( quella che se tutto va bene accompagna anche gli adulti fino alla fine della vita).