Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

vedi Blog dell’Autore

 

C’è solo una cosa peggiore della noia, la paura della noia.

Emil Cioran

“La Noia, no! Per Carità! Tutto ma non la Noia.” Questo sembrano chiedere, a gran voce, le relazioni, le scelte quotidiane. E per paura della noia ci circondiamo di stimoli, ci inseriamo ovunque, uno spazio vuoto nell’agenda ci terrorizza. La Noia, nemico senza volto che ci rende invisibili, fuori dai giochi. Cosa spaventa della noia? Che se non provi nulla, allora, molto probabilmente non esisti. Se non provi qualcosa di forte, non provi niente. Niente è mai abbastanza.

Già per lo scrittore Alberto Moravia, autore de “La Noia”( 1960), la molla della storia è la noia. Più di tutto, quello che ha spinto il mondo in avanti è il non saper star fermi, la paura della noia. L’imperativo sociale a cui tutti, almeno da questa parte del mondo, sembriamo assoggettati, che tutti vogliamo assecondare è “Fare qualcosa!” sempre, in continuazione. Essere nella cosa, nel farla più che nell’esserci. Un filosofo tedesco,Christoph Türcke, trattava il tema nel suo La società eccitata” libro del 2012 dove è chiaro il bisogno continuo di eccitazione, di sensazioni forti, diverse, che ci muovano verso qualcosa, sempre ben fuori da noi. Emozioni che ci portino a vivere sempre con gli stimoli giusti in tasca, da usare al momento buono o anche da usare e basta. Dalla cronaca, alla pubblicità, dal marketing all’occupazione frenetica del tempo libero, ogni scelta del quotidiano sembra seguire un obiettivo, il bisogno estremo di avere qualcosa da provare mentre si rifugge un solo, aberrante, nemico, la noia.

E cosa succede quando l’idea della Noia entra a contatto con la vita di Coppia? Le relazioni portano ad una continua crescita, a volte alla presenza con aspetti anche noiosi della vita a due. Non è detto che sapersi annoiare sia un aspetto negativo da rifuggire. Lo stare nella noia, talvolta, permette una profondità relazionale che non si proverebbe se si cercasse spasmodicamente l’emozione, l’esperienza continua del nuovo.

La coppia, dopo le emozioni dell’innamoramento, la forte attrazione degli inizi, il gusto corposo dei primi “facciamo”, diventi insipida. Senza il giusto sapore. E si comincia a cercare altro. Trasformata in una sorta di prigionia per il poco che vi accade dentro, la coppia diventa colpevole di non avere sempre un motore capace di creare emozioni. Ma è questo uno dei motivi per cui si vive in coppia? Essere in due deve significare vivere in un caleidoscopio multicolore, in uno scoppiettante fuoco artificiale, come se tutte le notti fossero la notte di Capodanno e se così non fosse, allora, non vale? Ecco che molte relazioni, impietrite dall’aver assaporato la noia, si muovono verso altro, cercano stimoli, divertimenti, qualcosa da fare. Spesso accettando anche compromessi e giochi non sempre piacevoli a entrambi, pur di non guardare il volto della noia, pur di non starsene lì, senza niente da provare.

Ma questo, si può rivelare un pensiero immaturo. Non si diventa coppia per combattere insieme la Noia. Specie non si  è stati capaci di darle un senso da soli.  La relazione matura, che abbia un solido incontro alla base, permette invece, l’esperienza della noia senza averne paura.

Semplicemente, standosene nella noia. Presenti al momento, cercando di vivere la relazione come uno spazio e un tempo sicuri, in cui starsene, dove non esista desiderio di evadere perchè è piacevole stare. Eppure, suona sovente terribilmente spaventoso pensare che insieme ci si possa annoiare. D’altronde, anche da soli, far spazio alla noia senza paura del giudizio, altrui o proprio, significa una certa maturità emotiva. Il pensiero è che, chi si annoia, non sia interessante, se non sei interessante non hai un gran valore al mercato relazionale mondiale.

Eppure. La coppia, quella matura, è uno spazio in cui tuffarsi, immergendosi  completamente senza bisogno di cercare qualcosa nei fondali, è immersione per il piacere dell’immersione e non per la ricerca del tesoro sommerso. Essere capaci di starsene insieme nella noia. Quale sfida!

Primo. La coppia non è lo strumento contro la noia, ma può fabbricare per questa nemica sociale, nuovi significati. La coppia è quello che le permettiamo di essere, anche uscendo dalle aspettative che si hanno sulla vita relazionale per costruire un funzionale e genuino modo di stare insieme che sia, ogni tanto, capace di stare nella noia.Questo vuol dire non scappare, restare.

Secondo. Quanto siamo, noi stessi, da soli, in grado di “reggere”la noia?Quando sosteniamo il non fare per stare con noi stessi, senza la rassicurante soluzione del divertimento, che è movimento emotivo, che significa proprio, etimologicamente, prendere una diversa direzione (dal Latino, verbo divertere), diversa rispetto a noi, allo stare semplicemente con noi.

Mi devo divertire, perchè se mi annoio, sto male. Sono incapace, cioè, di vivere lontano da forti emozioni, mi spaventa la possibilità di avere spazi da riempire. Se sappiamo fermarci, cercando di comprendere i nostri bisogni reali, non avremo bisogno di riempire, di dare senso attraverso il fare, il vivere e percepire emozioni. Aspirare alla noia è anche costruire uno spazio dove entrare in contatto con se stessi e lì crescere, con il proprio tempo, accettando qualche sbadiglio, ma senza paura di correre alla ricerca di emozioni veloci, di cose da fare, a cui partecipare.

Accettare la noia, permette anche di distinguere cosa ci piace realmente da cosa ci siamo fatti piacere pur di piacere. Da soli o in coppia, potrebbe essere interessante dare spazio alla possibilità della noia.

Pollicino:  La fatica di reggere la noia

L’Orco: Il pensiero che se non esiste vita senza divertimento, che non ci sei se non sei presente da qualche parte

L’arma segreta  : Accogliamo la noia, specie in coppia, e proviamo a starci comodamente immersi dentro prima di capire cosa, e se, cambiare qualcosa