La Paura d’Amare. Un Esempio Clinico.
Autore: Dott.ssa Maria Grazia Antinori
vedi Sito Internet dell’Autore http://corsi-psicodiagnostica-psicoterapia.arpit.it/it/
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Autore: Dott.ssa Maria Grazia Antinori
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L’amore di un genitore verso un figlio è un valore indiscutibile e senz’altro positivo, ma questo assunto non è sempre confermato dall’osservazione clinica. Possono essere molte le ragioni che trasformano un’intenzione positiva e generosa, in un meccanismo deleterio, perché non sempre l’affetto è abbastanza rispettoso per l’identità separata dell’altro.
Riprendendo il titolo di un famoso libro dello psicanalista Bruno Bettlheim, ”l’amore non basta”; è infatti necessario che il sentimento di un genitore per essere positivo ed evolutivo per i figli, debba essere temprato e tollerante dei limiti e delle separazioni che inevitabilmente segnano il processo di crescita di un essere umano.
La storia di Teresa è un racconto drammatico, paradigma di tante altre situazioni di cui ricalca i meccanismi incestuali, così come li descrive lo psicanalista Racamier. L’incestualità è una modalità psichica e relazionale caratterizzata dalla confusione generazionale che porta a un’amalgama indistinta fino dall’uso inconsapevole dei figli come sostegno del narcisismo mancante dei genitori.
Vera ha iniziato da circa un anno e mezzo una psicoterapia psicodinamica, alle soglie dei trenta anni ha finalmente trovato il coraggio di affrontare i nodi che limitano la sua vita.
leggi intero articolo anche su http://corsi-psicodiagnostica-psicoterapia.arpit.it/it/l-amore-genitoriale-immaturo-e-le-sue-conseguenze-sull-identita-femminile-un-caso-clinico-a127/
Continua →Autore: Dott.ssa Emanuela De Bellis
vedi Sito Internet dell’Autore http://psicologo-infanzia.com/
Il lavoro con la fascia d’età pre-scolare (dai 3 ai 6 anni) offre notevoli risorse per la promozione e lo sviluppo di una serie di competenze trasversali, come la flessibilità, la coordinazione, l’organizzazione dello spazio, l’autonomia; queste competenze vanno a costruire come una sorta di “scaffali”, all’interno dei quali saranno inseriti, dall’età scolastica in poi, i contenuti dei vari ambiti.
Spesso però si sottovalutano le possibilità metodologiche applicabili in questa fascia quando, invece, alcuni processi di sviluppo trovano un terreno fertile proprio a quest’età; sostengo anzi che alcune competenze, come l’ascolto, o la sintonizzazione, possano essere sviluppate in maniera completa solo prima dell’entrata alle elementari.
Nella mia esperienza di psicopedagogista musicale, negli anni ho cercato di affinare sempre di più la capacità di apprendimento autonomo da parte del bambino, che permette uno sviluppo delle competenze maggiore rispetto a un apprendimento molto guidato.
In altre parole, dopo una prima fase di esplorazione dello stimolo (che può essere una musica registrata, un canto, un ritmo o dei suoni che si susseguono), in cui io stessa mostro modi diversi di esperienza, chiedo direttamente ai bambini di proporre idee. Da un lato, questo permette a me di arricchire sempre di più il mio bagaglio di prospettive (non c’è niente come la mente di un bambino per ribaltare il senso di un movimento o di un suono!); dall’altro, i bambini si abituano ad utilizzare il pensiero in maniera creativa per sviluppare nuove strategie, adattandole spontaneamente allo stimolo proposto.
leggi intero articolo anche su http://psicologo-infanzia.com/fate-da-soli/
Continua →Autore: Dott.ssa Luciana Bonaccorsi
Il contatto con il “verde” infonde svariati benefici psico-fisici e soprattutto nell’infanzia può influenzare comportamenti e modalità di apprendimento. La nascita degli asili nei boschi risale agli anni cinquanta, in Danimarca, una mamma di nome Ella Flautau, decide di creare un piccolo asilo familiare per aiutare altre mamme lavoratrici che vivevano in condizioni di ristrettezze economiche. L’idea piace a diversi genitori del vicinato e nasce così l’idea di un asilo nella natura che prenderà il nome di Skogsbornehaven o Naturborneahaven,oggi più conosciuti con il nome tedesco di Waldkindergartens, essi si trovano nei boschi (wald), e sono centri educativi (kindergartens, letteralmente “giardini per bambini”) per bambini in età prescolare, e che nel giro di pochi anni si diffonderanno in tutto il nord Europa, in molti di questi si ritroveranno dei principi “steineriani” o altre pedagogie alternative. Nei Waldkindergartens i bambini trascorrono buona parte delle giornate all’aperto e in caso di forte maltempo ricorrono di solito ad una casetta di legno, giocano tutti insieme e sono lasciati il più possibile liberi nella scelta e nella creazione dei giochi, nel movimento e nell’esplorazione dello spazio e nella gestione delle relazioni con l’ambiente e con il gruppo, vengono fatte spesso uscite durante le quali visitano fattorie vicine, laboratori artigianali, musei; sperimentando in ogni istante il delicato equilibrio tra libertà e disciplina, le regole sono poche e semplici (ad esempio, rimanere ad una distanza dalla quale si sentano chiamare dagli operatori), il rapporto tra bambini ed educatori è generalmente di uno a cinque e la sicurezza dell’ambiente viene sempre tenuta sotto supervisione dagli educatori stessi. Nella natura i bambini ritrovano il loro spazio per muoversi, correre, giocare e ridere, per attraversare fossi o fare giochi d’equilibrio sui tronchi, toccare e annusare fiori e bacche, lasciarsi cadere nell’erba alta o in mucchi di fogli secche, scoprire il verso del picchio, degli altri uccelli o lo scricchiolio delle foglie, riconoscere orme e d’inverno catturare i fiocchi di neve con le mani, dedicarsi per lungo tempo all’osservazione di insetti e altri piccoli e grandi animali. La filosofia dei waldkindergartens si può riassumere in quattro principi basilari: 1) la natura, stimola nei bambini la fantasia, la curiosità e la creatività con le opportunità di gioco che offre. 2) Il contatto diretto con l’ambiente naturale fa si che si riconosca il suo valore. 3) Il bosco offre un ambiente ideale per muoversi in libertà, sviluppando sicurezza e fiducia in se stessi. 4) Nel gioco libero i bambini imparano a relazionarsi e risolvere i conflitti.
Continua →Autore: Dott.ssa Emanuela De Bellis
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I problemi alimentari di cui soffrono i bambini sono molto diversi da quelli sperimentati dagli adolescenti a dagli adulti, molto più conosciuti attraverso i mass media.
Esiste un grande numero di disturbi alimentari individuati in bambini anche molto piccoli (3-4 anni) che hanno cause diverse, diverse caratteristiche, e necessitano di differenti forme di trattamento.
Esistono molte varianti del comportamento alimentare normale che possono preoccupare pur non essendo un vero problema: ad esempio, nella fase pre-scolare troviamo manie alimentari, alimentazione selettiva, alimentazione restrittiva; quali di questi comportamenti devono suscitare preoccupazione? La differenza tra disturbo alimentare e condotta disfunzionale, sebbene netta nell’ambito della psicodiagnosi, rimane sfumata nella vita di tutti i giorni: tra un’alimentazione sana ed equilibrata e un disturbo alimentare permane un’enorme area grigia, i cui contorni restano sfocati. Ogni variazione alimentare di per sé è un fatto transitorio, ma più il cambiamento persiste più esiste la possibilità che diventi problematico, soprattutto se è associato a vissuti emotivi spiacevoli (Tullini, Righi, 2008).
leggi intero articolo anche su http://psicologo-infanzia.com/le-condotte-alimentari-nellinfanzia/
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