Autore: Dott.ssa Luciana Bonaccorsi

 

Il contatto con il “verde” infonde svariati benefici psico-fisici e soprattutto nell’infanzia può  influenzare comportamenti e modalità di apprendimento. La nascita degli asili nei boschi risale agli anni cinquanta, in Danimarca, una mamma di nome Ella Flautau, decide di creare un piccolo asilo familiare per aiutare altre mamme lavoratrici che vivevano in condizioni di ristrettezze economiche. L’idea piace a diversi genitori del vicinato e nasce così l’idea di un asilo nella natura che prenderà il nome di Skogsbornehaven o Naturborneahaven,oggi più conosciuti con il nome tedesco di Waldkindergartens, essi si trovano nei boschi (wald), e sono centri educativi (kindergartens, letteralmente “giardini per bambini”) per bambini in età prescolare, e che nel giro di pochi anni si diffonderanno in tutto il nord Europa, in molti di questi si ritroveranno dei principi “steineriani” o altre pedagogie alternative. Nei Waldkindergartens i bambini trascorrono buona parte delle giornate all’aperto e in caso di forte maltempo ricorrono di solito ad una casetta di legno, giocano tutti insieme e sono lasciati il più possibile liberi nella scelta e nella creazione dei giochi, nel movimento e nell’esplorazione dello spazio e nella gestione delle relazioni con l’ambiente e con il gruppo, vengono fatte spesso uscite durante le quali visitano fattorie vicine, laboratori artigianali, musei; sperimentando in ogni istante il delicato equilibrio tra libertà e disciplina, le regole sono poche e semplici (ad esempio, rimanere ad una distanza dalla quale si sentano chiamare dagli operatori), il rapporto tra bambini ed educatori è generalmente di uno a cinque e la sicurezza dell’ambiente viene sempre tenuta sotto supervisione dagli  educatori stessi. Nella natura i bambini ritrovano il loro spazio per muoversi, correre, giocare e ridere, per attraversare fossi o fare giochi d’equilibrio sui tronchi, toccare e annusare fiori e bacche, lasciarsi cadere nell’erba alta o in mucchi di fogli secche, scoprire il verso del picchio, degli altri uccelli o lo scricchiolio delle foglie, riconoscere orme e d’inverno catturare i fiocchi di neve con le mani, dedicarsi per lungo tempo all’osservazione di insetti e altri piccoli e grandi animali. La filosofia dei waldkindergartens si può riassumere in quattro principi basilari: 1) la natura, stimola nei bambini la fantasia, la curiosità e la creatività con le opportunità di gioco che offre. 2) Il contatto diretto con l’ambiente naturale fa si che si riconosca il suo valore. 3) Il bosco offre un ambiente ideale per muoversi in libertà, sviluppando sicurezza e fiducia in se stessi. 4) Nel gioco libero i bambini imparano a relazionarsi e risolvere i conflitti.

Dopo diversi anni dalla loro nascita, si stanno cominciando a studiare e valutare i risultati di questa esperienza pedagogica, i bambini che hanno frequentato gli asili nei boschi risultano dotati di una buona capacità di concentrazione e autonomia, le facoltà motorie e di apprendimento vengono migliorate e lo sviluppo dei sensi viene stimolato maggiormente, inoltre, si evidenzia in loro una spiccata creatività e curiosità, infine,  dimostrano una minore aggressività e tendenza ad ammalarsi. In uno studio svolto in Norvegia, da Fjortoft e Sageie, nel 2000, precisamente in  una zona boscosa situata intorno all’asilo della comunità di Bo, nel Telemark, il bosco era parte dell’ambiente esterno destinato al gioco dei bambini di quell’asilo e questi potevano accedere liberamente e indipendentemente alle parti più vicine, mentre erano accompagnati dagli adulti nelle zone più lontane del bosco. Lo studio ha mostrato che l’ambiente naturale ha qualità che incontrano le necessità dei bambini fra i 5 e i 7 anni, in quanto ambiente di gioco stimolante. La qualità di un “parco giochi naturale” è data dalla possibilità di poter giocare su un terreno vario e selvatico che ha effetti positivi sull’allenamento motorio dei bambini. Gli autori riportano le parole di un bambino che aveva partecipato al loro studio: “…Scalare le rocce è più divertente che arrampicarsi sugli alberi, ma arrampicarsi sugli alberi è più divertente delle noiose attrezzature dei parchi giochi…”. I bambini hanno bisogno di un parco giochi verde che includa campi nei quali giocare, alberi su cui arrampicarsi e cespugli in cui rifugiarsi e nascondersi, i bambini norvegesi, di solito, crescono in luoghi dove l’ambiente naturale è l’arena per il gioco libero e per le attività fisiche.  In Norvegia  la natura è parte della cultura, il paesaggio non è stato solo oggetto di valutazioni utilitaristiche, ma anche uno scenario per la vita all’aria aperta e per le attività del tempo libero.

Precedenti studi,come quello di Prescott del 1987 e di Frost del 1992, affermano nuovamente l’importanza del “parco giochi” in ambienti naturali, perché solo in natura si possono ritrovare caratteristiche come un’alta diversità fra le componenti di un paesaggio ed un ampio raggio di opportunità di apprendimento, grazie all’ambiente non strutturato che porta a svariate occasioni di lavoro manuale, importanti occasioni di gioco. In uno studio recente svolto in Spagna, da Collado e Corraliza, nel 2012, su un campione di 832 bambini e preadolescenti, di età compresa tra i 6 e i 13 anni, è stato ulteriormente evidenziato come possono essere progettati luoghi destinati a essere rigeneranti per queste fasce di età: per esempio, potrebbero essere inclusi alberi, sabbia, cespugli ed erba nei cortili delle scuole, ed il contatto con la natura dovrebbe essere incoraggiato dai genitori e dagli insegnanti. In Italia la cultura degli asili nei boschi non è così diffusa, ma possiamo trovarne alcuni in  svariate zone del paese, ad esempio, nei dintorni di Firenze, vicino a Fiesole, esiste da Ottobre 2012, “Tutti in cerchio nella yurta”, autogestito da cinque famiglie, che hanno voluto creare una realtà per i loro figli partendo dai principi della scuola “familiare” oltre a quelli steineriani e montessoriani. L’asilo è in una yurta, all’interno della quale i bambini si possono riparare dal maltempo e consumare pasti appositamente preparati per loro rigorosamente biologici, tutto questo avviene  in un bosco incantevole; le giornate si svolgono giocando e disegnando all’aria aperta tutti insieme, vengono fatte tantissime gite, si potrebbe definire anche “asilo itinerante” e in alcune giornate ci sono interventi di esperti specializzati in yoga e musica, i bambini sono molto felici di questa esperienza ed anche i genitori. Un’altra realtà molto importante, è quella del  Parco di Pinocchio, che si trova a Collodi, in provincia di Pistoia, può essere considerato senza dubbio un vero e proprio kindergartens,  un giardino per bambini unico nel suo genere, il percorso del Parco nasce dagli episodi delle” Avventure di Pinocchio”, opera letteraria scritta di Carlo Lorenzini, chiamato Collodi, e si articola fra mosaici, edifici, e sculture immerse nel verde, connubio fra arte e ambiente, che rende il luogo unico e suggestivo nel suo genere. Pietro Porcinai, paesaggista del Parco, ha ripercorso gli episodi salienti della storia del burattino attraverso la macchia mediterranea, l’andamento si alterna fra una folta vegetazione e degli spazi aperti, di conseguenza ogni tappa giunge sorprendente e inaspettata, le piante stesse contribuiscono a creare l’atmosfera e le situazioni del racconto, il Parco organizza e ospita anche attività sempre rinnovate. Una ricerca pilota, condotta nei mesi di Settembre e Ottobre 2012 all’interno del Parco, tramite un’intervista semi-strutturata, su un campione di 100 persone, di cui il 9% in età prescolare e il 16% in età scolare-elementare, dichiara di aver vissuto l’esperienza della visita in modo molto piacevole proprio per la presenza di verde, animazioni e giochi d’acqua. Sulla base di questa ricerca si può affermare che realtà come questa dovrebbero essere incentivate proprio per l’importanza che rivestono per il mondo dell’infanzia.

Bibliografia.

Casazza, O., & Moretti, M. (eds.) (2003). Pinocchio a Collodi: mezzo secolo d’arte contemporanea. Collodi: Fondazione  Nazionale Carlo Collodi.

Collado, S., & Corraliza, J. A. (2012). Percevied restoration and environmental orientation in a sample of spanish children.  Procedia – Social and Behavioral Sciences, 38, 264-274.

Fjortoft, I., & Sageie, J. (2000). The natural environment as a playground for children Landscape description and analyses of a natural playscape. Landscape and Urban Planning, 48, 83-97.

Frost, J. L., (1992). Play and Playscape. New York:  Delmar Publisher.

Prescott, E. (1987). The physical environment and cognitive development in child-care centers. In: C. S., Weinstein, T. G., David, (eds), Space for Children. New York: Plenum Press.