Non è sempre come crediamo che sia. Psicologia dei nostri Errori belli.
Autore: Dott.ssa Marzia Cikada
vedi Blog dell’Autore
L’errore più grave è la certezza di non commetterne.
Liomax D’Arrigo
Sbagliando si impara. Eppure quanta paura prima di provarci per non voler sbagliare. Cosa c’è di così terribile nell’errare? Per molti è un problema diautostima, l’immagine che vorremmo dare agli altri che si incrina sotto il peso dei nostro sbagli. Ma è nei nostri errori che si cela la nostra creatività, dall’errore sono scaturite le migliori scoperte, dal fare le cose diversamente i cambiamenti che hanno segnato la vita di tutti noi. Eppure viviamo sempre come se non potessimo sbagliare. Mai. La sola idea ci mette i brividi, sale l’ansia, peggiora il nostro umore.
A scuola, gli errori venivano segnati con la penna rossa, un segnale di pericolo. Una strada da non percorrere. Ci sono le regole, c’è quello che noi ci aspettiamo da noi stessi, c’è quello che si aspettano da noi. E’ tutto un attendere che si perde poi in una mancanza di possibilità. Perchè se non facciamo errori, stiamo sbagliando qualcosa. Non stiamo crescendo, non progrediamo, ci siamo fermati. Vedo mamme che temono che i loro piccoli cadano per imparare a camminare, ma non correranno mai se non imparano il bel rimbalzare sul sedere, prova dopo prova.
Viviamo spesso come sopra una passerella. Rassegnati al giudizio altrui, genitori, amanti, partner, amici, colleghi. Temiamo di diventare altro da quello che è scritto per noi, dimenticandoci che siamo noi a decidere di noi stessi, anche quando non scegliamo niente. Pensiamo di essere sempre sotto i riflettori, che i nostri passi verranno seguiti, che il pubblico è pronto ad alzare le palette con i voti per noi, che non possiamo concederci errori. Ma, sorpresa, non è proprio così.
I nostri errori non sono il centro del mondo. Sono però una buona possibilità per noi stessi. Ci sorprendemmo molto di quanti piccoli sbagli, passino inosservati. Spesso non si noterebbero affatto se non siamo noi i primi a lamentarli, a renderli visibili. Capita ci si perda in una immagine a cui siamo fedeli nonostante non ci corrisponda. Se riteniamo sia il ruolo nostro per sempre, finiamo con il giocare i nostri errori per esaltare quelle che pensiamo siano le nostre mancanze. Specie se non siamo sicuri di noi, l’errore diventa quello che ci mantiene dove siamo, per questo siamo i primi a sottolinearlo (“ecco, ho sbagliato come sempre le dosi”, “ho scelto i colori sbagliati”, “non dovevo venire a quest’ora” etc) mentre molti non si accorgerebbero di nulla, anzi, pensano che non siamo poi così male se smettessimo di lamentarci di quello che siamo. I nostri passi non sono seguiti da tutti,come pensiamo, e quel pizzico di paranoia che ci segue, che ci rende timorosi di sbagliare, finisce spesso con il portarci a fare il peggiore degli errori: non tentare affatto.
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