Autore: Pier Pietro Brunelli
Vieni, è Primavera sugli alberi fioriscono le gemme
la linfa risale al cielo, torna a cantare l’usignolo
“Il nostro diletto parla,
alzati amata mia, bella mia vieni
poiché l’inverno è passato, la pioggia è cessata, se ne è andata
ritornano i fiori sulla terra, Il tempo del Canto è venuto (cantico dei cantici)
Quando percepiamo la poesia della Primavera dentro e intorno a noi, non solo come un cambio di stagione gradevole, ma come una manifestazione dell’energia vitale, nel suo mistero e nel suo splendore, allora la primavera viene nella nostra anima e nel nostro corpo e ci porta i suoi doni benefici. Quando cioè percepiamo anche il senso simbolico della Primavera, quale Rinascita e armonizzazione, quale Pasqua della vita allora essa risveglia e risana le energie vitali, nella natura della quale noi siamo parte, come attori e come Testimoni.
La Pasqua dunque testimonia come la natura sia pregna di simbolicità, e al di là dei suoi significati prettamente religiosi, testimonia una connessione simbolica tra materia e spirito. Quando esperiamo tale connessione simbolica percepiamo diversamente il senso della nostra vita e ciò ci aiuta a stare bene.
Da un punto di vista psicologico dunque, senza permettersi di giudicare o valutare i culti, la fede e i significati religiosi, è importante che si abbia consapevolezza dei fenomeni energetici insiti in pogni espressione della ‘vita simbolica’ . In tal senso Jung ha parlato del ”Simbolo”, in quanto fenomeno energetico che connette la materia allo spirito. Gli esseri umani son in parte animali e in parte divini, materiali e spirituali, istintivi e culturali perciò sono esseri viventi dotati di ‘vita simbolica’, la quale deve essere nutrita , altrimenti l’organismo psicocorporeo si indebolisce. E’ dunque proprio vero che non si vive di solo pane, abbiamo bisogno di esperienze che nutrono la nostra anima, attraverso l’arte, la natura, la religione, la bellezza. E’ importante, ad esempio, che in una coppia, tra amici o nella famiglia, o in genere con il prossimo si possano condividere esperienze simboliche nutritive e formative. E’ importante che la nostra vita non sia guidata solo da interessi e attrazioni materiali… è importante ‘vivere con poesia’, nella gioia e nel dolore, perché nella poesia, e nella sua energetica simbolica vi è amore, forza, coscienza… da ciò possiamo trarre l’energia vitale che ci aiuta a ‘restare umani, a fare il nostro meglio per noi stessi e per gli altri. Si tratta allora di coltivare e armonizzare la propria vita simbolica , ciò ci aiuta a stare bene e a fare il bene. Anche nelle piccole cose, in un fiore, in un piccolo dono, in un paesaggio della natura, si possono cogliere le energie simboliche che ci aiutano a vivere.
Il punto focale del distacco tra Jung e Freud, è nella concezione di una differente “energetica psichica” (vedi Jung, 1928b). Se per Freud l’energia psichica è sostanzialmente la libido, e le sue manifestazioni pulsionali specificamente sessuali; per Jung la psiche è mossa da una energia che scaturisce da una tensione complementare tra istinto e spirito, tra natura e cultura. In altri termini l’energia psichica non sarebbe orientata essenzialmente dalla pulsione sessuale, ma dalla necessità per l’essere umano di creare “simboli”, i quali sono vitali per una evoluzione umana sia in senso ontogenetico e sia in senso filogenetico (si veda l’’opera madre’ di Jung sul valore psicologico del simbolo, che segnò il suo distacco da Freud: Trasformazioni e simboli della libido, 1912/1952).
Dice Jung:
L’uomo ha assolutamente bisogno di idee e convinzioni generali che diano un significato alla sua vita e che gli permettono di individuare il suo posto nell’universo. Quando è convinto che esse abbiano un senso, egli trova la forza di affrontare le più terribili avversità, viceversa egli si sente sopraffatto quando, nel colmo della sventura si trova costretto ad ammettere di essere coinvolto in una vicenda senza senso [Jung, 1961b: 89].
Le energie primaverili che risvegliano la sessualità, che fa rinascere il tepore della vita dopo la fredda morte invernale, viene rielaborata anche nella Rinascita pasquale, nel messaggio cristiano, ma anche in riti e celebrazioni di altre culture che sacralizzano il senso della Rinascita, quale risveglio di una consapevolezza simbolica, di una connessione propizia tra materia e spirito dalla quale nasce il ‘miracolo’ di una ‘nuova vita’. Nel nostro folklore il simbolo delle uova pasquali deriva dal fatto che in Primavera ci sono tante uova, quali simboli di concepimento, fecondità e Rinascita… gli uccelli fanno ritorno, gli animali escono dal letargo, tutta la natura si addolcisce e si colora di fiori dando inizio ai suoi riti amorosi; essa magnifica la sua sessualità, e ci trasmette la bellezza di uno speciale senso simbolico, nel rigenerarsi della vita. Dalla sensualità e dalla sessualità della natura primaverile ci ispiriamo poeticamente, e possiamo coltivare l’umano sentire della sessualità, nella sua forza istintiva, giacché siamo animali, e nella sua divina poeticità, poiché siamo anche testimoni spirituali dell’Universo. La Primavera ci ispira a farci comprendere la sessualità come ‘corrispondenza di amorosi sensi’ , e ci fa rendere conto di come ciò che maggiormente desideriamo in essa non è solo la consumazione di un eccitante piacere, ma il nostro bisogno di anima, di psiche, di spirito. In tal senso la Primavera, in tutte le culture, ha favorito la concezione della ’natura sacra’ della sessualità, capace di propiziare la ‘vita biologica’ insieme alla ‘vita simbolica’. Così, quando si parla di sublimazione della sessualità attraverso la poesia, l’arte, la contemplazione, la religione non si dovrebbe pensare tanto ad una rinuncia o ad un modo di contenere il desiderio sessuale, quanto ad una esperienza estetica ed erotica che ha un carattere sublime, del quale possiamo essere testimoni nella partecipazione simbolica, naturale e spirituale, alla Primavera, al suo ‘spirito naturale’, di pace e di amore. Tale testimonianza può essere vissuta da ciascuno secondo le sue convinzioni, credenze e idee, che possono anche non riguardare la religione — si tratta invece di esperire psicologicamente nel corpo e nell’anima il senso di una ’sacralità’ che può essere devota a culti e religioni, o anche atea, gnostica, agnostica, sincretica, ecc. Si tratta di un ‘intimo senso del sacro’, la cui significazione originaria dal sanscrito indica ‘ciò che è vero’, una verità sommamente profonda e oggettiva che possiamo scorgere solo attraverso il risveglio di una ‘vita biologica e simbolica’, giacché è una ‘verità’ insita nel mistero stesso della vita, del morire e del rinascere.
In ultima analisi possiamo dire che il perseguire e il ricercare il nutrimento per una ‘vita simbolica’ — che vuole dire avere cura di sé nel corpo e nell’anima — consente la conoscenza di se stessi, non solo in relazione alla propria ‘finita’ soggettività, ma anche in funzione del proprio essere parte dell’ ‘infinità’ dell’ Universo. La Primavera favorisce questa ricerca quando la si contempla e la si recepisce nel suo senso ‘pasquale’, profondo e propiziatorio di armonia pacificante e di Rinascita.
In un saggio del 1931, intitolato Problema fondamentale della psicologia contemporanea, i Jung insiste sulla necessità di superare l’’irrazionale’ concezione ‘ottocentesca’ di una “psicologia senz’anima”, che considera la “realtà psichica come una specie di secrezione ghiandolare” e di rielaborare la più antica concezione di una “psicologia con anima”:
[…] cioè di una dottrina della psiche fondata sul presupposto di uno spirito autonomo; né ci deve intimorire l’impopolarità dell’impresa, giacché l’ipotesi dello spirito non è per nulla più fantastica di quella della materia.Dato che non abbiamo effettivamente la minima idea sul come ciò che è psichico possa derivare da ciò che è fisico, e posto che una realtà psichica esiste di fatto, nulla ci vieta d supporre una volta tanto il contrario; e cioè che la psiche derivi da un principio spirituale per noi inaccessibile così come ci è inaccessibile la materia. Certo una psicologia siffatta non può aspirare ad essere moderna, poiché è moderna la tesi opposta. Dobbiamo quindi rifarci, di buon grado o no, alla dottrina dell’anima dei nostri progenitori, dato che furono appunto loro a formulare ipotesi consimili. La concezione antica era che l’anima fosse essenzialmente la vita del corpo, il soffio vitale, una sorta di energia vitale immessa nel mondo fisico, ossia nella spazialità, durante la gravidanza o all’atto della nascita o della concezione, e destinata ad abbandonare il corpo con l’ultimo respiro. L’anima è in sé per sé un’essenza non spaziale; e poiché esiste prima e dopo l’essere corporeo è pure fuori del tempo, ossia praticamente immortale. Naturalmente, veduta dal punto di vista della moderna psicologia scientifica, questa concezione è tutta un’illusione. Ma poiché noi non vogliamo fare qui della “metafisica”, e in ispecie non della metafisica moderna, consideriamo una volta tanto spregiudicatamente questa vecchia dottrina, in quelle che possano essere le sue basi empiriche [Jung, 1931: 37].
James Hillman, continuatore di Jung, considera la vita come un’esperienza per “FARE ANIMA“. Inoltre invita a comprendere che la parola PSICO-TERAPIA deriva da Psiche, cioè Anima, e da Therapeia, cioè ‘servire’, quindi vuol dire SERVIRE L’ANIMA. Non è una questione di teologia, di culto religioso, di credenza è invece una possibilità di apertura verso esperienze ispirate, volte a propiziare, generare e a recepire ‘energia psichica’ buona e risanante, in ogni modo, nella libertà e anche nella semplicità e nell’autenticità.
Si tratta di concetti fondamentali per l’Associazione Culturale Albedo e per il modo con cui, chi scrive — in quanto psicoterapeuta — concepisce e pratica nella sua attività clinica i fondamenti e il senso ultimo della psicoterapia.
Ma questo ‘servire l’anima’ può riguardare tutti noi, tutti possiamo farlo con una maggiore attenzione alla ‘vita simbolica’, a concepire con pensieri, parole ed opere una relazione con se stessi e con il mondo orientata verso la poesia della natura e delle arti, con spontaneità e amore. La Primavera e la Pasqua sono il ‘tempo propizio’ della vita , approfittiamone con gratitudine e amore.
Quindi GRAZIE E AUGURI DI BUONA PRIMAVERA E BUONA PASQUA a tutte le persone che partecipano direttamente o indirettamente a questo blog, con i loro commenti, la loro creatività, i loro pensieri.
Siete invitati a commentare con i vostri pensieri sulla Primavera e sulla Pasqua, sul significato poetico che esse hanno per la vitalità e la rinascita, per la speranza e per la pace, per una nuova Alba nel mondo interiore e per quello esteriore… perché abbiamo tutti un grande bisogno di ‘simboli energetici portatori di fiducia e di amore’.
AUGURI di BUONA PRIMAVERA E DI BUONA PASQUA da Albedoimagination.
Commenti recenti