Autore: Dott.ssa Ada mascarella 

 

vedi Blog dell’Autore: http://senzacamice.wordpress.com/2013/02/27/il-complesso-racconto-della-nostra-professione/

 

Prendo spunto da un surreale articolo comparso sul sito della Riza per riflettere ad alta voce su una questione che ho in testa da un po’.

L’articolo in questione si intitola “I FINTI SAGGI, VERI CATTIVI MAESTRI” e la surrealtà non sta nei contenuti in sé, per altro assolutamente condivisibili, ma nel fatto che siano ospitati sullo stesso sito dove è possibile sfogliare il blog di Raffaele Morelli, di cui possiamo ricordare, a titolo esemplificativo, il fondamentale contributo fornito a Matrix nel pieno del caso di Avetrana.

L’indimenticabile MOVIOLA della secchezza delle fauci e dell’ingrossamento della lingua di Michele Misseri durante un’intervista con Ilaria Cavo.

Alessio (Vinci, ndr) ecco! Ingrandisci! Rallentiamo qui!

urlava in collegamento per mostrarci i chiari segni della menzogna.

Quindi, quando nell’articolo si legge

Stanno sempre sul pulpito, non si trattengono dall’elargire consigli e giudizi anche senza conoscere a fondo la situazione

viene giusto un po’ da ridere sotto i baffi…

E fin qui il male, del mondo “psi” in tv, che spesso non ha fatto che alimentare il pregiudizio di una psicologia/psicoterapia da bacchetta magica.

C’è pero anche il bene?

Osservando il modo in cui molti colleghi cercano di promuovere la propria professione o organizzano seminari mi salta sempre all’occhio un paradosso.

Siamo espertissimi nella comunicazione di “cura”, insieme ai nostri pazienti riusciamo a produrre cambiamenti inimmaginabili…eppure, quando si tratta di parlare della nostra professione, quello che può fare, il benessere che può generare, la sua utilità, cadiamo spessissimo in fallo.

Diceva Einstein (vado a memoria)

Bisogna dire le cose nella maniera più semplice e non di più

Il moviolone (pure un poco disgustoso, devo dire la verità) è sicuramente il “di più”, che non serve, anzi, danneggia. Ma quanti altri danni producono certi seminari monocordi, senza coinvolgimenti dell’uditorio, fatti di presentazioni in powerpoint con slide di 40 righe su sfondi psichedelici?

Allora ai Morelli una cosa la dobbiamo rubare.

L’impegno a rendere il nostro lavoro comprensibile a tutti.

E niente di più.