Autore: Dott.ssa Sara De Maria

vedi Sito Internet dell’Autore http://www.sarademaria.it/viaggio-nel-tempo/

 

Nell’ultimo film con Margherita Buy “la scoperta dell’alba” la protagonista, attraverso un vecchio telefono a rotella, si mette in contatto con se stessa all’età di 12 anni. In questa storia ambientata tra i giorni nostri e gli anni di piombo la protagonista adulta cerca di recuperare informazioni sulla storia del padre ucciso improvvisamente dalle brigate rosse; è proprio attraverso la comunicazione con sé da ragazzina che riesce a ricomporre il puzzle di un passato violento e allo stesso tempo coperto dall’immagine di un padre esemplare.

Ancora una volta è emerso da parte di un regista la necessità di raccontare una storia in cui si viaggia nel tempo per aggiustare la storia personale. In questo caso è un viaggio nel passato,  dettato dalla necessità di fare luce su un evento drammatico quanto avvolto nel mistero. La letteratura e il cinema spesso propongono il tema del viaggio nel tempo e nello spazio.

Ascoltando i racconti di vita spesso sento dire “se solo potessi tornare indietro”… tornare al passato con la saggezza di oggi, aggiustare ciò che oggi impedisce di andare avanti.

Talvolta questo è possibile.
In alcuni casi è necessario andare a portare le risorse che abbiamo maturato con l’esperienza, a quella parte di noi che è rimasta ferma nel tempo passato e ci rende difficile andare avanti. E’ una parte di noi cristallizzata che non ha proseguito in armonia con il resto. Alcune volte ci chiama indietro attraverso i ricordi, sogni o incapacità di affrontare nuove sfide. Se la andiamo a contattare e apriamo un dialogo scopriamo che è esattamente come l’abbiamo lasciata. Fuori dal tempo.

Mi vengono in mente alcune situazioni che ho seguito in cui è stato necessario andare con la mente a trovare la parte di sé ferma nel tempo, andare a guardarla, ascoltarla e a portare ciò di cui aveva bisogno.

C’è stata una sposa abbandonata sull’altare che dopo anni non riusciva a proseguire la sua vita di giovane donna. Abbiamo cercato dentro di lei e abbiamo trovato l’immagine di una sposa arruffata con l’abito stracciato seduta a terra. Siamo andata a trovarla e abbiamo seguito l’istinto di curarla, accarezzarla pettinarla e ricucire l’abito: per giorni e giorni.

Ho incontrato una donna che non si perdonava di avere interrotto la propria gravidanza e ora ne ricercava ossessivamente un’altra senza successo. Insieme siamo tornate da quella giovane donna, l’abbiamo ascoltata e consolata e compreso che entrambe soffrivano per la stessa ragione.

Ci sono momenti in terapia in cui l’immaginario crea nuova realtà; talvolta è necessario tornare al passato per aggiustare ciò che nel presente impedisce di andare avanti. In questo caso si fa un viaggio nel tempo.