Autore: Carla Valente

in Figure Emergenti – Rivista della Scuola Gestalt di Torino Num. III – Aprile 2012 (http://www.scuolagestaltditorino.it/wordpress/wp-content/uploads/2011/08/Newsletter-MOD23.pdf)

 

Il fondatore della Danze meditative è Bernard Wosien, danzatore e coreografo che, dopo aver danzato per anni sui palcoscenici di vari teatri europei, abbandonò nel 1960 questa carriera per dedicarsi allo studio delle danze tradizionali, greche, macedoni, jugoslave e in generale dei vari paesi dell’est dell’Europa; egli iniziò a utilizzare e a proporre le danze come una strada per la conoscenza di sé attraverso l’incontro con gli altri. Il l 1976 viene considerato l’anno della nascita di queste danze quando egli venne invitato con la figlia Gabriele dalla comunità di Findhorn. Da quel momento le danze si sono diffuse in tutta l’Europa ad opera di vari insegnanti che utilizzano sia danze tradizionali che nuove coreografie da loro ideate nel corso degli anni.

Ho incontrato le danze al termine del mio percorso di formazione in Gestalt Counseling e ho sperimentato che si trattava di uno strumento che potevo integrare molto bene nel mio lavoro di counselor con i gruppi e a volte anche in seduta individuale.

Le danze mi permettono di lavorare su tante tematiche a seconda del momento che il gruppo sta vivendo, favoriscono la conoscenza e l’incontro tra i partecipanti all’inizio del lavoro, la consapevolezza delle proprie sensazioni ed emozioni, permettono di lavorare sul proprio spazio e sui propri confini, possono essere di sostegno in un momento di grande sofferenza o al contrario un modo per esprimere la gioia e la gratitudine per quanto vissuto insieme e diventare il momento in cui le persone si salutano prima della chiusura.

La maggior parte delle danze è in cerchio, un antico simbolo di unità e uguaglianza; vengono danzati anche altri simboli, la spirale, la stella, l’otto; le musiche utilizzate sono molto varie, musiche tradizionali di paesi diversi, musica classica, New Age e moderna.

La nostra vita è basata sul ritmo, tutte le volte che qualche ritmo è alterato nasce uno squilibrio, la malattia; imparare ad ascoltare e a muoversi al ritmo della musica permette di armonizzare i propri ritmi interni, come quello del respiro e del cuore, dando l’avvio a un processo di guarigione profonda.

La danza meditativa è presenza, ascolto, incontro.

Ogni danza prevede l’esecuzione di passi e di una gestualità che richiedono l’attenzione e la presenza, attenzione a me stessa e agli altri, a chi si muove accanto a me nel cerchio.

La danza mi aiuta a dare fiducia al corpo, a lasciare da parte i pensieri per essere nel qui e ora, favorisce lo sviluppo delle capacità intuitive, mi aiuta a prestare attenzione e a dare valore ai piccoli segnali.

E’ ascolto di me stessa, posso diventare consapevole dei miei movimenti, osservare quanto mi posso abbandonare al fluire della danza, diventare consapevole delle parti del corpo più contratte, più rigide e di quelle che muovo con scioltezza, posso percepire la mia pesantezza o leggerezza, la mia rigidità o flessibilità a seconda dei passi e della musica; la stessa danza in momenti diversi della vita può suscitare in me reazioni diverse, piacere, armonia, noia, rifiuto, difficoltà, perché evoca in me emozioni e sensazioni diverse a seconda del mio stato d’animo e del momento di vita che sto attraversando.

E’ ascolto degli altri, sento la presenza della persona accanto a me, sento il contatto con la sua mano, sento che posso dare sostegno e essere sostenuta, posso chiudere gli occhi seguendo il ritmo del cerchio e sperimento l’affidarmi.

E’ incontro con parti di me, il timore del giudizio, di mostrarmi, di non essere all’altezza, di essere goffa, ridicola.

Nel cerchio sperimento il mio spazio, il mio posto, percepisco i miei confini; può accadere nei movimenti verso il centro che alcuni facciano difficoltà a mantenere il proprio spazio e si trovino fuori dal cerchio.

Alcune danze sono in coppia e allora incontro tante persone diverse, incontro gli sguardi, alcuni sfuggenti, altri intensi; posso osservare cosa sperimento nel danzare con diversi partner, come insieme troviamo un ritmo comune o al contrario il movimento è guidato da uno di noi due.

Le danze ci permettono di fare piccole e grandi scoperte, ci aiutano a mettere a fuoco alcune nostre dinamiche.

Ognuno può viverle in modo diverso a seconda del proprio livello di consapevolezza e dell’obiettivo che si pone, piacere e divertimento o strada verso una maggiore consapevolezza, un momento dedicato a se stessi, un mezzo per sciogliere alcuni blocchi, per aprirsi agli altri, uno strumento di crescita spirituale.