Autore: Dott.ssa Sonia Piana

 

Il Training Autogeno è una delle tecniche di rilassamento più diffuse. Essa si basa sulla correlazione tra stati psichici e aspetti somatici dell’individuo. Il corpo è visto come mediatore delle nostre emozioni e delle esperienze che viviamo.

Il Training Autogeno è stato ideato nella prima metà del ventesimo secolo da Johannes Heinrich Schultz, neurologo e psichiatra, il cui obiettivo era rendere il paziente meno vincolato al proprio terapeuta e anzi, divenire lui stesso, in prima persona, autore del proprio miglioramento e del proprio benessere. Nel 1932 venne pubblicato “Das autogene training”, in cui sono raccolti i risultati di molti anni di studi condotti dal suo creatore.

Il focus viene quindi posto sul paziente, al fine di farlo diventare sempre più capace di praticare il training da solo, dopo essersi esercitato con il terapeuta; in parte ciò ricorderebbe anche la finalità della psicoterapia, il cui scopo ultimo è, appunto, far si che il paziente impari a camminare con le proprie gambe, affrontando da solo le difficoltà inevitabili della vita. Alla base teorica vi è il “condizionamento classico”, ossia il metodo di apprendimento psicologico esposto da Pavlov; in pratica è possibile associare, ripetendo costantemente gli esercizi, una formula mentale con uno stato psicologico o fisiologico (risposta incondizionata). Ad esempio svolgendo gli esercizi della fronte fresca sarebbe possibile ridurre la cefalea.

Ciò che distingue il Training Autogeno dalle altre tecniche è prima di tutto la capacità di ottenere dei benefici psicofisici immediati, oltre all’effetto a lungo termine di cambiamento dei processi psicofisici negativi, probabili cause di molti disturbi psicosomatici.

Esso non si basa sulla suggestione, bensì recenti ricerche hanno dimostrato che le modifiche che si producono con un adeguato allenamento sono stabili nel tempo; le onde cerebrali misurate tramite EEG nei soggetti che stanno effettuando trainig autogeno differiscono in modo significativo da quelle prodotte durante il sonno e da quelle sotto ipnosi.

Assistiamo quindi ad un vero e proprio cambiamento degli stati psichici e fisici del soggetto, duraturo e costante, utile in questo periodo storico in cui vi è poco tempo per curarsi e necessità che le cure abbiano effetti prolungati! Con il Training Autogeno sarebbe possibile conseguire una valida tecnica contro lo stress.

Gli usi del Training Autogenosono molteplici:

  • in psicoterapia, quando l’aspetto emozionale è centrale e difficilmente gestibile dal paziente, ad esempio nei casi di traumi minori, dimenticati o rimossi;
  • nei corsi pre parto;
  • per gestire lo stress, l’ansia, gli attacchi di panico ed in generale tutte le situazioni di tensione emotiva, in cui è necessario recuperare le energie; ad esempio anche nei casi di fobie (paura di volare);
  • per curare alcuni sintomi psicosomatici quali emicrania, insonnia, asma, ipertensione, tic, balcuzie, tachicardie;
  • nella psicologia dello sport, per favorire la concentrazione degli atleti e una migliore gestione delle loro risorse;
  • nella psicologia del lavoro, al fine di limitare lo stress e, di conseguenza, l’assenteismo e aumentare la produttività;
  • nel campo educativo, dove il Training Autogeno è visto come “fiabe del rilassamento”, usate per problemi legati allo sviluppo, al posto della comunicazione verbale, talora limitante con i piccoli;
  • nei trattamenti estetici per la cura dell’acne nervosa o da stress, per la cattiva circolazione o più semplicemente per il rilassamento. Non a caso esso è molto praticato nei moderni centri estetici e termali.

Gli esercizi si attuano in tre posizioni: posizione sdraiata, in poltrona e del cocchiere a cassetta. Molto importante è la respirazione, la quale deve via via diventare più automatica e meno “pensata”.

Gli esercizi si dividono in “basilari”:

  • esercizio della pesantezza: produce uno stato di rilassamento muscolare, ovvero di rilassamento dei muscoli striati e lisci;
  • esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno.

Ed in “complementari”:

  • esercizio del respiro: produce un miglioramento della funzione respiratoria;
  • esercizio del plesso solare: produce un aumento del flusso sanguigno a tutti gli organi interni;
  • esercizio del cuore: produce un miglioramento della funzione cardio vascolare;
  • esercizio della fronte fresca: produce una lieve vasocostrizione nella zona cranio encefalica, favorendo la riduzione del mal di testa.

La sequenza esposta è quella indicata da Schultz, con l’eccezione dell’inversione degli esercizi del cuore e del plesso solare, ma è possibile che sia fornita anche un’altra sequenza. Tutti gli esercizi vanno eseguiti in ordine, dapprima sotto la guida di psicologi o medici specificamente formati e poi da soli. Per imparare al completo la sequenza degli esercizi sono necessari in media circa 6 mesi con un costante esercizio giornaliero.

Attraverso il Training Autogeno si crea un crescente equilibrio psicofisico; è soprattutto possibile agire su quelle funzioni psicosomatiche (quali le emozioni e gli stati somatici legati alla contrazione di muscoli involontari), mediate dal Sistema Nervoso Autonomo. Allo stesso modo l’allenamento autogeno permetterebbe di passare gradualmente ad una maggiore consapevolezza (e una conseguente possibilità di controllo) delle attività muscolari involontarie (respirazione).