Autore: Dott.ssa Serena Costantino

 

Esiste una teoria in psicologia nota come “sindrome della responsabilità diffusa”, per la quale le persone intervengono in determinate situazioni sociali solo se credono di essere sole. Per dimostrare questa teoria furono eseguiti esperimenti in cui alcune persone furono isolate all’interno di cabine. Nel primo caso tutti i partecipanti sapevano di essere in presenza di altre persone mentre nel secondo caso fu detto a tutti di essere soli. Successivamente furono fatte ascoltare delle grida di aiuto e fu interessante notare come tutti accorrevano solo quando credevano di essere soli e la giustificazione dei partecipanti del primo gruppo fu un laconico “tanto c’erano gli altri”. Quante volte si fa questo pensiero  per giustificare la propria assenza di partecipazione alla vita sociale e quante volte si delega agli altri ? Al sindaco, al comune, alla polizia o a chiunque sia altro da noi?  Partecipare alla vita sociale non è solo andare a ballare, leggere il giornale o seguire i rotocalchi alla tv; partecipare alla vita sociale significa informarsi, dare il proprio contributo, dare il proprio contributo, andare alle manifestazioni, alle riunioni delle milioni di associazioni presenti sul territorio (e sono tante) anche solo per dare un opinione! So che può sembrare una sciocchezza ma personalmente sono di un altro avviso: proprio perché siamo tutti diversi ogni singola persona può custodire in sé l’idea vincente, la soluzione che magari emerge  nella partecipazione alla discussione con gli altri.  Perché è nell’unione che la rete si crea grazie all’azione dei singoli, che mettendo insieme idee e competenze creano qualcosa di più.  Ma ti sei mai chiesto tu, sì proprio tu che stai leggendo fin dove non c’entri niente e dove sei responsabile anche tu?  Ti sei mai chiesto cosa potresti fare per cambiare le carte in tavola? E allora alzati dal letto, togli le cuffiette e scendi in piazza, perché è troppo comodo starsene in disparte a guardare che succede, vivendo aspettando che qualcosa cambierà! Ebbene sai che c’è?  È vero che non puoi cambiare le cose all’esterno, ma puoi cambiare tu e il modo in cui ti poni, bisogna agire ed essere propositivi, mettersi in gioco e anche sì rischiare. Ma secondo te il mare è sempre stato così come lo vediamo? Secondo me ci dev’essere stata una prima goccia, poi una seconda e così via che hanno dato vita al tutto.  Ora si potrebbe dire che le gocce sono già tante, anzi si potrebbe parlare di tanti piccoli stagni (in questa metafora mi riferisco alle associazioni di gocce volontarie, ma per fare il mare di cui necessitiamo c’è bisogno anche di te!