Autore: Dott.ssa Serena Costantino

 

Usare il teatro in un percorso terapeutico ha sia una funzione di prevenzione che di riabilitazione. Andare in scena serve a mettere in contatto la parte sana con quella malata. È più adatto per i pazienti nevrotici e borderline, che attraverso il teatro sviluppano l’io adulto  La messa in scena ha l’importante funzione di mettere in comunicazione, di socializzare, di lasciare andare il passato con lo scopo finale di rendere armonioso il rapporto tra sé e gli altri.  Durante i primi incontri ci si concentra sul creare armonia nel rapporto tra corpo, voce e mente. Nella relazione con gli altri e con se stessi. Come i bambini nel gioco, gli adulti nella messa in scena conoscono e riconoscono aspetti della personalità. Improvvisare significa fare finta e si riesce a dare vita ad altre personalità perché si è protetti dall’assenza del giudizio. A teatro nessuno ti giudica, non puoi sbagliare, fare bene, fare male, tutto è preso e valutato così com’è, nella sua essenza, l’importante è crederci e starci dentro fino alla fine, anche se è una sciocchezza se ci credi e la fai tua assume una rilevanza diversa. Il lavoro si divide in tre fasi:

  • Pre-espressiva in cui si studia il linguaggio e la meditazione
  • Espressivo in cui si inizia ad improvvisare
  • Post-espressiva in cui si analizza cosa è successo durante la messa in scena.

Chiunque può fare teatro. Se il teatro si intreccia con la terapia gli psicologi diventano registi. Il teatro è un gioco, ma giocare non vuol dire ridurre il valore. L’operatore che lavora col teatro deve andare a ripescare il registro sonoro, la musica che è dentro la persona, perché ognuno ha la sua musica.  La musica recuperata serve per esprimere Aiuta a entrare in sintonia con sé, a capire chi sei, quale parte del corpo parla. Un elemento importante è lo spazio: se lo spazio intorno cambia si ha difficoltà a relazionarsi. Il teatro è spazio, tempo ed emozione. Il teatro porta una persona che sta male a stare bene opera il passaggio dal disagio all’agio.  Curare significa mettere impegno nell’avere cura,  ciò che si fa nella teatro terapia è dare la possibilità al paziente di creare il suo percorso. Arrivare a far sì che la persona si senta perfetta così com’è, nel rispecchiarsi nello sguardo degli altri e nella possibilità di creare un mondo buono. Riscoprire la dimensione del gioco a teatro da la possibilità di scoprire nuove strade, nuovi modi di comunicare. Ma la cosa più bella è che a teatro l’impossibile diventa possibile.  Un sogno diventa realtà, si può dare vita a tanti personaggi, è un mezzo per evadere dove la linea di confine tra reale ed immaginario è molto sottile, saltano i freni inibitori e si entra in un vortice magico, nella recitazione di un testo ad occhi chiusi, nell’inserirsi tra le voci, nel superare limiti in un modo che va oltre ogni immaginazione. Questo succede quando si dà la possibilità a se stessi prima di entrare in un personaggio di spogliarsi delle catene fisiche e mentali e di essere il più neutri possibili.