Autore: Dott.ssa Anna Luana Tallarita

 

“Ogni elemento ha un suo colore:la terra è azzurra, l’acqua è verde, l’aria gialla, il fuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Ma tu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello”. (Paracelso)

 “Trascrivere la musica dei colori, dipingere i suoni della natura,vedere cromaticamente i suoni e udire musicalmente i colori”. (Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte)

Introduzione

Rosso è il colore della vita, rosso è il colore della morte, rosso è il colore associato alle emozioni. Il colore della passione, della vergogna, della provocazione, del potere di concentrazione, della furia. Del sentimento, dell’espansività, della vivacità.  È il rosso è proprio dell’ira, della violenza, dell’aggressività, dello spargimento di sangue. Rosso è il colore della presenza dell’animale sulla terra. Il rosso è il simbolo della vita. Il rosso,  fra tutti i colori, è considerato il colore per eccellenza e come tutti i simboli, ha valenze sia positive che negative. I colori sono la manifestazione naturale del mondo significato spirituale della natura, nella sua funzione di essere autorivelazione dell’Assoluto. È dall’uso rappresentativo dei colori che nasce il linguaggio simbolico. Lingua d’origine dell’umanità[1].  Il rosso è uno dei colori dello spettro percepibile dall’occhio umano. E’ il primo colore dell’arcobaleno perchè è il più freddo e con la frequenza d’onda più lunga[2]. Essendo  l’arco più alto  di questo, al crepuscolo, è il primo colore che scompare dalla percezione. Un colore unico e forte, e con certezza il più stimolante .

Storia Mitologia e Religione

Dal punto di vista etimologico la parola rosso deriva da russum corradicale di rubeum . In latino è indicata con i termini rutilus e ruber  che, concettualmente, significano sangue e vita. La parola Rosso in greco è

ἐρυθρός, -ά, -όν  erythros  φοινικοῦς, -ῆ, -οῦν  foinikus ; rosso agg.; mentre φοινίκιος, -α, -ον  foinikios è il rosso porpora  locuz.  Il rosso è il simbolo del corpo, della materia.  Si oppone al bianco e al nero considerati nella loro accezione di luce e oscurità e con cui, nel medioevo, ha formato una triade simbolica. Una simbologia, quella legata al rosso che attraversa verticalmente e orizzontalmente la storia dell’umanità, dalla vita  alla morte. I popoli di Neanderthal[1] e di Cro-Magnon usarono l’ocra rossa per riti funebri o di fertilità. Probabilmente questa sostanza rappresentava il sangue e l’inizio e la fine della vita. Il componente base dell’ocra rossa[2] è sia un minerale che un colore. L’ematite Fe2O3 deve il suo nome alla parola greca hema che significa appunto sangue [3]. Usata in attività come la concia delle pelli e la lavorazione di altre materie di origine animale[4], l’ocra rossa è di primaria importanza nei riti sepolcrali. Le fosse dove venivano seppelliti i cadaveri erano spalmate di ocra rossa, che veniva usata anche per colorare gli scheletri. Pertanto il colore rosso è legato all’inumazione dei morti e ai riti della rinascita.  Nell’antico Egitto chiamato anche Kemet  terra nera, il  colore nero non aveva valenze negative essendo il colore del limo, apportatore di vita.  Mentre era il rosso ad averne, essendo legato  a Seth, uccisore di Osiride, che aveva occhi e capelli rossi. La sua colorazione rossa potrebbe quindi assumere il significato di male o di vittoria, a seconda del contesto in cui è interpretato. Gli antichi lo usavano per proteggersi dal fuoco ed era anche il colore di Iside[5]. La dea infatti viene raffigurata come una donna vestita con una lunga tunica rossa, simbolo di sposa e madre e protettrice dei naviganti. Madre di Horus civilizzatrice del mondo e artefice dell’istituzione del matrimonio[6]. Le sacerdotesse della dea vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori[7] .  Nella cultura egizia ,  il colore era parte integrante di ogni aspetto della vita quotidiana. Quello della pelle era significativo. Era rosso più a rappresentazione  dei maschi, e giallo più chiaro per le femmine. Altri oggetti avevano invece una connotazione simbolica , come ad esempio rosso era il metallo del coltello di un macellaio. Rosso deshr era il colore della vita e della vittoria. Durante le celebrazioni, gli antichi si dipingevano il corpo con ocra rossa, indossando amuleti in corniola, una pietra rosso scuro. Rosso era anche un simbolo di collera e di fuoco. Una persona che agiva con cuore rosso era piena di rabbia. Arrossire significava morire. Il rosso simboleggiava la natura ardente del sole raggiante e gli amuleti con il serpente che rappresenta l’ Occhio del Re simbolo di protezione e di fuoco, venivano fatti con mattoni rossi. Questo colore è stato collegato con la rigenerazione e con le forze pericolose che minacciavano l’ordine cosmico Maat. Ad esempio il deserto, minaccia per la vita, era chiamato terre rosse. Pericolo, distruzione e morte erano le idee connesse con il rosso dunque, infatti gli Scribi usavano l’inchiostro rosso quando volevano scrivere la parola seth, il male. A tal proposito interessante rilevare la connotazione negativa che si dà ai nati con fattezze rosse, a cui la tradizione imputa inaffidabilità, cattiveria e furbizia.  Non ha connotazione negativa invece, che la pelle degli uomini egiziani venisse raffigurata con il rosso.  La vernice rossa veniva creata dagli artigiani egiziani utilizzando ferro ossidato naturalmente e anche qui ocra rossa. Il colore rosso delle prime sepolture, potrebbe rappresentare il sole ma anche la luna, legata ai riti della morte e nascita. In tal caso come simbolo di rinascita dal regno di morti. Segno della pulsazione vitale e sfuggente, il rosso era anche rappresentazione del sangue.  « Il simbolo non è il rivestimento meramente accidentale del pensiero, ma il suo organo necessario ed essenziale. Esso non serve soltanto allo scopo di comunicare un contenuto concettuale già bello e pronto ma è lo strumento in virtù del quale questo stesso contenuto si costituisce ed acquista la sua compiuta determinatezza. L’atto della determinazione concettuale di un contenuto procede di pari passo con l’atto del suo fissarsi in qualche simbolo caratteristico.[8] »

Rosso e conchiglia sono stati  i primi simboli usati dall’uomo, personificazione di sangue e acqua. È il simbolo che precede il segno[9]. La sua universalità sta nella rappresentazione della realtà non tramutata dal segno, in una sua rappresentazione. Nell’arte paleocristiana si dipingevano di rosso gli arcangeli e i serafini.  È altresì questo  il colore dell’amore, terreno e spirituale ed è il colore nell’immagine del Sacro Cuore di Gesù dove ritroviamo i simboli dei raggi per suggerire la luce e la fiamma per suggerire il calore, significati del colore rosso con cui è colorato il cuore.

S. Giovanni dirà:” «Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l’acqua, e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi» (1 Gv 5, 6-8).

Quindi in tal caso simboleggia l’amore celeste, ma rappresenta anche il suo opposto, nella simbologia dell’unità dialettica delle parti. Infatti  spesso il Diavolo è  rappresentato con i colori rosso e nero in simbologie della cultura occidentale. Nei colori liturgici utilizzati dalla Chiesa Cattolica di rito latino, il rosso possiede vari significati. Evidenziati dai paramenti liturgici indossati dai ministri che presiedono le funzioni e in alcune suppellettili in chiesa. Ricordando pertanto  nel contesto liturgico, la passione di Cristo, lo Spirito Santo e il sangue versato da Cristo e dai martiri. Palesa nondimeno anche la loro regalità, tant’è vero che vengono chiamati principi della chiesa. Ma d’altro canto, dal liturgico al profano, in questa continua opposizione simbolica di vita e di morte, legate inesorabilmente al rosso, questo è anche il colore delle prostitute. Colore legato all’amore carnale il rosso nell’Apocalisse, con la porpora e lo scarlatto, sono i colori della donna che rappresenta Babilonia la grande, simbolo di perdizione:

“…Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, (…).Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra. Allora mi accorsi che la donna era ubriaca del sangue del popolo di Dio e del sangue di quelli che sono morti per la fede in Gesù.” (Apocalisse, 17:1-6, versione CEI).

Il rosso è anche il colore del fuoco, del calore, dell’energia e della luce, infatti ancora qui  nell’Apocalisse si associa al colore rosso l’opposto che è la redenzione, nella stessa scena difatti si leggerà successivamente: (…)  Il mostro e le dieci corna che hai visto odieranno la prostituta, (…) divideranno la sua carne e distruggeranno i suoi resti con il fuoco“. (Apocalisse, 17:15-16, versione CEI).

La  storia attribuisce al rosso i simboli del potere, della religione e della guerra. Per la sua facoltà di  rimandare ai due elementi primari che sono il fuoco e il sangue. Simbolo del sacrificio di Cristo e dei peccati più orrendi, dell’amore profondo e del fuoco del castigo. Nei secoli XIII e XIV il Papa, che vestiva di bianco, passò al rosso, come i cardinali, che così volevano significare di essere pronti al sacrificio per Cristo. Sui quadri si dipingono diavoli rossi e gli eroi negativi, cavalieri o personaggi cattivi, indossano abiti o accessori rossi. Ribaltando la simbologia positiva, che anteriormente  rappresentava gli angeli in rosso. Il rosso era giudicato un prezioso colore nel XVI secolo tanto che gli uomini non si vestirono più in rosso, fu invece riservato al potere vero e proprio. Ai Papi, cardinali, Re e Regine. Gli uomini iniziano a vestire abiti blu, che fino ad allora era colore riservato alle donne poiché richiamava il manto della Madonna. Nella teoria dei quattro elementi, notiamo che nelle corrispondenze fra colore ed elemento il fuoco è il rosso, l’acqua è il blu e l’aria bianco, la terra è il nero. Il fuoco è la base della luce, che si dimensiona in quella parte della giornata in cui si svolge l’azione umana, a tal ragione va a rappresentare anche l’azione in genere. Come azione, attacco e conquista, è complementare al verde che rappresenta il colore della conservazione e della difesa, e simboleggia, il dio Marte. Il dio della guerra Marte,  ad esempio, rappresenta il rosso nel suo aspetto negativo.  Legato alla forza, alla violenza e allo spargimento di sangue. Il rosso è legato alla guerra anche perché è il colore che il metallo assume quando posto nella fornace. La scelta di identificare con il nome di Marte il pianeta dal colore rosso è dovuto agli ossidi di ferro prevalenti sulla sua superficie. Nel simbolismo alchemico è del colore rosso una delle fasi del processo alchemico, la rubedo, così chiamata per le alte temperature raggiunte. Rappresenta lo zolfo e con il colore bianco, che simboleggia il mercurio, forma una coppia di opposti la cui unione viene denominata nozze alchemiche[10].

Nei miti di creazione del mondo il rosso è presente nella Genesi l’uomo è plasmato con argilla rossa (Gen.1,26;2,7), infatti Adamo significa del suolo, terra rossastra . Adamah con la radice semitica ‘DM essere rosso.

I miti si susseguono per epoche storiche e culture diverse, assumendo le connotazioni vitali e mortali di questo colore archetipo. Nel mito mesopotamico di Tiamat la dea si fa tagliare la testa perchè il sangue rendesse fertile al terra per la creazioni degli animali. Nella teogonia di Esiodo dal sangue rosso nacquero i giganti. Il versamento del sangue è concepito solo attraverso azioni rituali.  La femminilità è fortemente connessa alla simbologia del rosso. Legato alla fertilità, al sangue che si versa per la vita, per il concepimento e non per la morte. Fino al XIX sec. l’abito da sposa è rosso[11]. Il rosso femminile con il simbolo della caverna, utero,  si veda il santuario di Delfi [12]. Nell’antico ebraico molti colori parlavano ad esempio per chi li indossava ,della loro origine. Una persona vestita di porpora non era vista tanto nella sua bellezza ma quanto come persona ricca o regale, in quanto la porpora era molto rara e costosa. Il rosso era  il colore del sangue, il bianco quello della neve. Il vocabolario ebraico per i colori era abbastanza limitato, con solo tre parole distinte per colori ed essenzialmente non vi erano parole per la pittura, le arti visive o per il concetto di colore. I miti che contengono il colore rosso  in diverse forme sono davvero innumerevoli. Nell’accezione del rosso come passione amore e morte vi sono, nell’ambito della mitologia greca, quello che narra l’amore di Apollo per Giacinto, in greco: Ὑάκινθοςè, diveuto un fiore, dall’ononimo nome e dal colore rosso sangue, quello versato alla sua prematura morte[13]. Anche nel mito del Minotauro Μινώταυρος[14], sconfitto da Dedalo grazie al filo del gomitolo rosso di Arianna che lo fa uscire dal labirinto, si trova il rosso, associato al bianco. Perché rosso è il colore della furia, dell’aggressività e della forza, che sono qualità riconosciute al toro[15] e da lui simboleggiate [16]. Al dio del sole Apollo  erano sacri gli animali di colore rosso e anche bianchi, colori simboli della luce[17]. Rosso fuoco è lo Spyder Maserati del dio Apollo, che sarebbe il carro del Sole, descritto come diciottenne, nel terzo libro della serie Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo[18].  Rosso è anche il garofano nel mito legato alla dea della caccia, Diana. Amata da un giovane pastore. La dea prima lo seduce e poi lo abbandona alla disperazione.  Dalle sue lacrime nacquero fiori, i garofani, dall’aroma speziato e sensuale. Anche la tradizione cristiana lega alle lacrime di Maria, ai piedi della Croce, la nascita dei garofani rossi.  Nei miti irlandesi legata al simbolo dell’acqua rossa vermiglia vi è la banshee [19] una creatura leggendaria dagli occhi sempre rossi per via delle lacrime. Il rosso è dunque molto legato al mondo femminile. Le eroine delle fiabe Rosamunda Biancaneve la Bella Addormentata Cappuccetto Rosso tutte si rivolgono al colore rosso. La simbologia legata alla mela[20] rossa presente ad esempio nella storia di Biancaneve, è manifesto in vero del melograno, che a sua volta rappresenta il passaggio alla fertilità per la donna e la comparsa del mestruo, rosso sangue appunto. Infatti il mito di Persefone, che soggiorna nel regno dei morti, è la rappresentazione della donna che diventa fertile. Sarà  il melograno, che la costringe al soggiorno nel regno dei morti. Anche il mito di Medusa si rivolge alla comparsa della fertilità. Il rosso in tal caso è simbolo di vita, di fertilità e di  rinascita. Anche il dio Dioniso veste un mantello rosso, come il vino, che la simbologia cristiana trasforma poi in sangue, rosso come anche il simbolo del fuoco dello Spirito santo che inspira il saper e infonde la conoscenza sugli Apostoli. Anche la mela è rossa, quella dell’albero della conoscenza, nell’Eden, come rosso è il colore del fuoco che è simbolo della conoscenza, si pensi al mito di Promētheús che porta  il fuoco agli uomini[21]. Anche Dio, nella Genesi,  è nominato Signore del Fuoco, infatti Mosè lo vedrà come un albero ardente di un fuoco perpetuo[22]. È il rosso è anche il colore che fortemente caratterizza la Cina, gia presente nella sua mitologia. Huo- pu è il ministro del fuoco con capelli e barba rossi.  Il fuoco legato al rosso è rappresentato dall’Araba Fenice[23], che rinasce dalle ceneri del proprio fuoco rosso. Uno dei nomi greci per dire rosso infatti è φοινικοῦς, -ῆ, -οῦν Foinikus.   Il suo precetto è Post Fata Resurgo dopo la morte torno ad alzarmi  [24]. Simbolo dei seguaci del dio Sole, di cui è simbolo[25]. La Fenice ha uno splendido piumaggio, rosse le piume del corpo, penne rosee  in parte della coda azzurra, ali porpora e oro come anche il collo[26]. È associata altresì ad Osiride, alla figura di Gesù Cristo e allo Spirito Santo, che è fuoco e luce simboleggiata dal colore rosso, colore cerimoniale in numerose religioni[27]. La Fenice è divenuta il simbolo della morte e risurrezione[28].  Dante Alighieri così la descrive: “ che la fenice more e poi rinasce,  quando al cinquecentesimo appressa erba né biada in sua vita non pasce, ma sol d’incenso lacrima e d’amomo, e nardo e mirra son l’ultime fasce.” (Inferno XXIV, 107-111)

Antropologia e Etnologia

I  rituali sciamanici magico-religiosi di molte culture hanno come fondamento la presenza del colore rosso. Sciamanici sono  quei rituali complessi definibili in contesti culturali specifici, che presentano una serie di tratti caratteristici[29] . Presenti in molte culture, hanno  in comune alcune caratteristiche rituali e  simboliche. Qui il sangue ricopre un ruolo di notevole importanza, adoperato materialmente o con elementi sostitutivi che lo rappresentino nel suo colore rosso. Questo riconduce all’uso dell’ocra rossa[30]. Un’ importanza è dovuta alla ambivalenza simbolica di questo elemento, considerato sia puro che impuro ed impiegato in molti rituali[31]. Per l’antropologo  Lévi-Bruhl[32] il sangue, è principio di forza e di vita, paragonato all’acqua nei riti di purificazione, in quanto possiede virtù rigeneratrici ed è quintessenza della persona che rappresenta.  Diverse tradizioni sciamaniche, presentano il contatto con il sangue come scatenante della malattia iniziatica, sorta a seguito di sintomi e fenomeni che, svelandosi  nella vita di un individuo senza alcun preavviso, ne fanno uno sciamano. Iniziazioni e riti di passaggio sono ovunque associati a isolamento e  sofferenza, morte e rinascita rituale. Lo sciamano che invita gli spiriti a nutrirsi del suo corpo e del suo sangue, ci riporta al legame che egli instaura con essi al momento dell’iniziazione.  Il concetto di puro ed impuro è vitale in questo trauma iniziale del processo iniziatico e della successiva professione sciamanica, dove il sangue, la sua rappresentazione con il rosso, è una delle sostanze magiche per eccellenza[33]. Il colore rosso legato agli sciamani lo si ritrova in alcuni canti turchi sud-siberiani[34]  , dove  il sangue ricorre sovente nella progenie di Arlik Qan, dove il primogenito Arka Solton, porta il vaiolo e  dimora in un ‘nero lago formato dalle lacrime degli occhi.  Rosso lago formato dal sangue del petto’ [35]. In base alla cultura  Rong, ad esempio, il demone, che infesta la casa, è pregato ad allontanarsi invitandolo a bere il sangue rosso e mangiar  la carne rossa, per andar via e lasciar la casa libera.  In Nepal tra i Tamang  al termine di un rito in onore degli spiriti del clan, un impasto di riso, carne e sangue di un gallo rosso sacrificato per l’occasione, veniva offerto agli spiriti dei morti.  Per i Dharmaphala nei rituali magici si esegue simbolicamente una offerta di sangue, con una coppa riempita di un liquido colorato di rosso, che lo rappresenta[36] . In certi casi, quando il testo nei precetti magici tibetani sono menzionati tutti tipi di sangue anche umano, realmente utilizzato per i vari riti ad esso connessi. Il rosso dunque è in relazione col sangue, simbolo primario di vita, spesso legato a simboli quali conchiglie ostriche perle,segno della  come detto, cosmologia acquatica e simbolismo sessuale. Lo studioso Eliade Mircea scrive in merito che il simbolismo sessuale indicava la seconda rinascita realizzata dal rito iniziatico o sepolcrale[37]. Dall’antropologo Leroy Gourhan provengono altresì innumerevoli esempi di inumazione rituale con ocra rossa e conchiglie. Associando la simbologia dei colori e del rossi in particolare, ad un così vasto patrimonio genetico, biologico, storico mitologico e sociale, giungiamo a comprendere gli aspetti collegano le percezioni dei colori alle conseguenti reazioni emotive inconsce nella persona. I cui risultati sono riscontrabili  nella vita quotidiana, e di enorme importanza in alcuni campi di studio legati al design, al marketing, all’economia, vale a dire, a tutto quell’altro aspetto materiale  a cui si rifà la vita umana in contesti antropologici contemporanei. Nelle culture orientali, ad esempio, il colore rosso è considerato di buon augurio ed è utilizzato per le cerimonie. È il colore come sappiamo del sangue pertanto ne viene enfatizzata la sua rappresentazione della vita e della vitalità. Altri esempi di differenti culture palesano comunque una particolare importanza del rosso, in senso assoluto. Presso i Maori il rosso riveste una particolare funzione nella pratica dei tatuaggi[38]. Forma d’ornamento, espressione artistica e comunicativa, il tatuaggio maori Moko trasmette informazioni sullo status ricoperto, sull’appartenenza etnica, il genere e la storia personale. Ha altresì la funzione di proteggere e immunizzare il corpo.  I colori più usati in queste pratiche sono il nero, il bianco e il rosso. L’uso di questi colori ha precisi significati, dove il rosso rappresenta la terra madre, la nascita e la vita. Il nero rappresenta la mascolinità, la conoscenza conquistata attraverso l’uscita del mondo dalle tenebre, i flutti dell’oceano sul quale i Maori si affacciano. Per la religione indiana la divinità Krishna è blu e rosso è il colore di Radharani, la sua eterna compagna. Esiste inoltre un tipo di rosso indiano, conosciuto come castagno, una tonalità brunastra di colore rosso, così chiamato da un tipo di terreno che si trova in India. Rosso è anche il tilaka o red bindi goccia rossa, un punto rosso al centro della fronte  focus di energia secondo il Tantra, disegnato sulla fronte di alcune donne indiane e uomini, tradizionalmente legato a pratiche religiose buddiste, preparato con polvere di curcuma rossa o ossido di zinco amalgamati con vaselina[39]. In India altresì simboleggia la purezza e spesso è un colore presente nelle cerimonie nuziali. Anche in Cina è il colore indossato dalle spose ed è il colore beneaugurante per le nascite. Nel Sud Africa è il colore del giorno, mentre per gli aborigeni australiani lo considerano il colore della terra. In Russia associato alla bellezza tant’è che rosso e bello vengono indicati con la stessa parola. Gli ebrei considerano il rosso il colore del peccato e del sacrificio. I triangoli simboli dei campi di concentramento nazisti, che facevano parte del sistema di identificazione dei prigionieri, erano triangolo di colore rosso per identificare i prigionieri politici. Ma un triangolo di colore rosso era anche riservato ai religiosi cristiani  e  un cerchietto di colore rosso recante la sigla IL Im Lager, nel campo identificava i prigionieri ritenuti pericolosi o sospetti di tentare la fuga[40]. Per la maggior parte dei paesi di cultura anglosassone come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Nuova Zelanda,  l’Australia ma anche per la maggior parte dei paesi europei, il rosso ha una grande forza simbolica in quanto associato al desiderio ma anche alla forza, all’energia, alla violenza e al pericolo, da qui il fatto che questo colore sia spesso legato, come nella segnaletica stradale, al concetto di pericolo o di aiuto e soccorso, come la Croce Rossa. Per cui nell’accezione comune di allerta e di attenzione. Ma il rosso è storicamente legato anche ai riti di allontanamento del male più comuni, oltre a quelli sciamanici con cui si è iniziata tale osservazione. Infatti in molti rituali legati all’idea di togliere il Malocchio, espressione usata da molte culture  e tradotta come occhio maligno, molti simboli, gia dai greci e dai romani, usati per toglierlo o allontanarne i potenziali negativi sono rossi. Un  nastrino rosso ad esempio si legava intorno al polso per la future madri, un cornetto rosso si porta con la persona come amuleto, come anche tal è considerato il corallo rosso.


[1] 400.000 anni fa  ha inizio la storia del colore,  il primo uso culturale del colore avvenne per la decorazione del corpo.

[2] L’uso dell’ocra utilizzata come colorante nelle pitture parietali, nelle opere mobiliari, nelle decorazioni corporali nel Paleolitico in Europa, durante il medio, si intensifica notevolmente in nei rituali sepolcrali del Musteriano recente nel Paleolitico superiore, il suo uso è legato al colore rosso sangue, vita, morte

[3] Esseri umani appartenenti all’Età della Pietra media abbiano impiegato pigmenti a scopo rituale almeno 400.000 anni fa: è quanto risulta dagli scavi del Prof. L. Barham dell’Università di Liverpool, che nel corso di campagne effettuate alla fine degli anni ’90 presso le caverne di Twin Rivers, nello Zambia (Africa centrale),ha rinvenuto i frammenti.

[4] Martini F., 2008. Archeologia del Paleolitico. Storia e culture dei popoli cacciatori- raccoglitori. Carocci Editore.

[5] Figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, di cui fu anche sposa e dal quale ebbe Horus. Secondo il mito, raccontato nei Testi delle Piramidi e da Plutarco nel suo Iside ed Osiride, con l’aiuto della sorella Nefti assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed all’oltretomba.

[6] Il suo nome significa Aset, trono nel suo geroglifico, associata alla regalità, dea celeste della maternità e della fertilità nella mitologia egizia.

[7] In tal caso per l’influenza del culto romano di Vesta.

 

[8] Filosofia delle forme simboliche,Intr.,§II  E. CASSIRER, Philosophie der symbolischen Formen, Berlin 1923-29 (trad. it. Filosofia delle forme simboliche, a cura di E. Arnuad, Firenze 1967, vol. III, t. I, p. XI

[9] Il Segno dei Gabrielli Editori 2004  S.P in Cariano VR

[10] Ispirato dall’articolo non scientifico “Il simbolismo del colore rosso “di V. Foschi

[11] La regina Vittoria alle sue muta per il bianco con i fori d’arancio. Quello bianco  in india è l’abito delle vedove,in molte parti dell’Africa è il colore del lutto, e il XX sec lo impone in quanto il costume della verginità è caduto.

[12] Da cui i miti che vedono il primato dell’uccello sul serpente (maschile e femminile)

[13] Figlio di Amicla e Diomeda o, secondo altri, di Pierio e di Clio fu amato da Zefiro e da Apollo. Giacinto è anche il nome di un fiore rosso, infatti narra il mito che un giorno i due iniziarono una gara di lancio del disco. Apollo lanciò per primo il disco, che deviato dal geloso Zefiro, colpì alla tempia Giacinto, ferendolo a morte. Apollo cercò di salvare il giovane adoperando ogni arte medica, ma non poté nulla contro il destino. Decise, a quel punto, di trasformare l’amato in un fiore dall’intenso colore rosso porpora, il colore del sangue che Giacinto aveva versato. L’episodio è narrato nel X libro delle Metamorfosi di Ovidio.

[14] Il Minotauro è una figura della mitologia greca. È un essere mostruoso e feroce, metà uomo e metà toro. Era figlio del Toro di Creta e di Pasifae, regina di Creta. Il suo nome proprio è Asterio o Asterione. Minotauro, termine che unisce, appunto, il prefisso “minos”, che presso i cretesi significava re, con il suffisso “taurus” ,che significa toro. Figlio della moglie di Minosse e di un toro di cui ella si innamorò, per una punizione di Poseidone a cui Minosse non aveva sacrificato un altro bel toro bianco promesso. Il Minotauro , è simbolo di divinizzazione del toro da parte dei Greci. Dante  lo pose a guardia del girone dei violenti, perché nel mito greco esso simboleggia la parte istintiva e bestiale della mente umana, quella che ci accomuna agli animali  la «matta bestialità» e ci rende inconsapevoli. I violenti sono proprio quei peccatori che hanno peccato cedendo all’istinto e non hanno seguito la ragione. Il Minotauro fu custodito nel labirinto di Cnosso costruito da Dedalo, i sette fanciulli che li da Atene venivano inviati dopo che il figlio di Minosse era stato assassinato proprio nella città perchè vittorioso ai loro giochi, anche Teseo, figlio del re ateniesi Egeo, volle esser mandato in pasto al Minotauro per  ucciderlo e ci riuscii grazie al filo di Arianna figlia di Minosse, che era un gomitolo di filo rosso realizzato da Dedalo.

[15] Il bianco e il rosso si trovano spesso accoppiati nel mito, infatti il toro che Minosse non sacrifico a Poseidone era bianco.

[16] Ispirato dalle letture di: D’Anna G. Dizionario dei miti, ediz. Newton&Compton, Roma, 1996

E Cerinotti, A. Miti greci e di Roma antica, Prato, Giunti, 2005

[17] Il dio Sole ebbe il suo culto nell’isola di Rodi, dove in suo onore si celebravano annualmente grandi feste di cui facevano parte gare ginniche e musicali. A Rodi, all’ingresso del porto, s’innalzava il “Colosso di Rodi”, una statua colossale a elio dedicata di bronzo. Apollo in Greco Απόλλων è la divinità greca di tutte le arti, della medicina, della musica della poesia a capo delle Muse e della profezia il cui simbolo era il Sole. Coronato di alloro,con l’arco e la cetra con l’emblema del tripode sacrificale, con l’epiteto di  Febo tra i molti, “splendente” “lucente”, riferito alla bellezza e al suo legame con il sole.

[18] Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo tit. orig. Percy Jackson & The Olympians scritto da Rick Riordan. In cinque libri basati prevalentemente sulla mitologia ambientata in tempi contemporanei.

[19] La banshee più famosa si chiamava Aibhill e proteggeva gli O’Brien. Stando alla leggenda, nel 1014 il re Brian Boru si gettò nella battaglia di Clontarf pur sapendo di andare incontro a morte certa, dal momento che la notte precedente Aibhill gli era apparsa mentre lavava i panni dei soldati finché l’acqua non si tingeva completamente del colore vermiglio del sangue.

[20] La simbologia della mela è legata al melograno. Simbolo del dominio sul mondo, assume talvolta una valenza erotica. Tra le simbologie più note, si ricordano la mela mangiata da Adamo ed Eva ma con spiegazioni controverse, il “pomo della discordia” che avrebbe dato origine alla guerra di Troia dopo il giudizio di Paride, i “pomi delle Esperidi” custodite da un drago in un giardino ai confini del mondo, le mele mistiche che danno il nome ad Avalon “Isola delle Mele”, la mela avvelenata offerta dalla matrigna a Biancaneve e quella posta da Guglielmo Tell sulla testa del proprio figlio. Si ricordi il pomo della discordia mito in cui la mela incisa “Alla più bella”, lanciata da Eris, dea della discordia, sul tavolo del banchetto di matrimonio di Peleo e Teti, causa della lite fra Era, Afrodite e Atena. Zeus si astenne fu chiesto a Paride principe di troia, che votà per Afrodite, che le aveva promesso l’amore di Elena, e cio fu causa della guerra che si scatenò. Inoltre La mela d’oro è un elemento che appare in alcuni miti e leggende, come  anche nei racconti della letteratura nordica. Nel quadro sul tema l’artista Edward Burne-Jones (1833–1898)  The Garden of the Hesperides‎ 1869-1873 dipinge le Esperidi vestite di rosso.

[21] Promētheús amico degli uomini, escogitò uno stratagemma per carpire agli dèi il privilegio del fuoco. Egli sfidò l’inevitabile vendetta degli dèi per rischiarare le tenebre dell’umanità. Fu punito da Zeus, ma no domati nel suo intento emotivo, se pur duramente punito sulla rupe e divorato dai rapaci.

[22] Mosè nel vecchio testamento. III capitolo dell’Esodo, Dio chiama Mose sul monte Oreb, dal mezzo di un cespuglio che bruciava a fuoco vivo, ma senza consumarsi egli ode la voce di Dio che gli comunica l’incarico di salvare gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto. In quella occasione Dio confida a Mose il suo nome: “Io sono Colui che sono” (Esodo 3.14).

[23] Gli antichi egizi furono i primi a parlare del Bennu, che poi nelle leggende greche divenne la fenice. In Egitto era solitamente raffigurata con la corona Atef o con l’emblema del disco solare. Per gli egizi era  un passero, per le prime dinastie o ad un airone cenerino, inoltre non risorgeva dalle fiamme ma dalle acque.

[24] Nei miti greci ma non solo era un uccello sacro favoloso, aveva l’aspetto di un’aquila reale Gli antichi la identificavano col fagiano dorato e nella Bibbia, con l’ibis o col pavone. Altri, con l’airone rosato o l’airone cinereo. Il volatile idoneo a rappresentarla è la Garzetta che è simile all’airone. Quale simbolo del sole che sorge e tramonta, la Fenice presiedeva al giubileo regale. Colei che ri-sorge per prima, venne associata al pianeta Venere, Stella del Mattino,manifestazione dell’Osiride risorto.

[25] Questa rappresentava l’anima BA del dio del sole RA, di cui era l’emblema in geroglifico.

[26] Un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume  una rosa ed una azzurra che le scivolano morbidamente giù dal capo o erette sulla sommità del capo e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata  una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco.

[27] Narra il mito della creazione che la fenice fu la forza vitale che all’origine dei tempi sorse dal Caos acquatico sulla collina primordiale. Si dice infatti che il Bennu abbia creato sé stesso dal fuoco che ardeva sulla sommità del sacro salice di Eliopoli. Proprio come il sole, che è sempre lo stesso e risorge solo dopo che il sole “precedente” è tramontato, di Fenice ne esisteva sempre un unico esemplare per volta. Da qui l’appellativo “semper eadem”: sempre la medesima

[28] Ogni mattina all’alba faceva il bagno nell’acqua e cantava una canzone così meravigliosa che il dio del sole arrestava la sua barca o il suo carro, nella mitologia greca, per ascoltarla. Ogni 500 anni, la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma. Qui accatastava le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo , grande quanto era in grado di trasportarlo (cosa che stabiliva per prove ed errori). Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l’incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme.Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva (o un uovo), che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice nell’arco di tre giorni, dopodiché la nuova Fenice, giovane e potente, volava ad Eliopoli e si posava sopra l’albero sacro, per altro si dice anche che dalla gola della Fenice giunse il soffio della vita (il Suono divino, la Musica) che animò il dio. Ma nella antica tradizione riportata da Erodoto, la fenice risorge ogni 500 anni, come riportato da Cheremone, filosofo stoico iniziato ai misteri egizi o da Orapollo vissuto sotto Zenone. La fenice è una delle manifestazioni del sole come interpretato da Sbordone che riporta una grafia tarda del nome di Osiride costituita da un occhio e uno scettro.

[29] Mastromattei, R. Tremore e potere, Roma, Franco Angeli, 1995, pagg. 27-28

[30] Le ocre. Si tratta di miscele di silice, argilla e ossidi e/o idrossidi di ferro . Dal punto di vista geologico le ocre sono depositi secondari formatisi per erosione da rocce di vario tipo, arricchiti di particelle a base ferrosa. Mentre il semplice impiego del colore è databile ad almeno 400.000 anni fa. Le pitture, risalenti ad almeno 30.000 anni fa, si pensi alle pitture rupestri nelle grotte di Lascaux (Francia meridionale) . a circa 80.000 anni fa risalgono i ritrovamenti presso la caverna di Blombos in di due pezzi di ocra rossa decorati con motivi geometrici. Al di là dei graffiti di Blombos, le prime e più importanti espressioni artistiche sono senza dubbio da considerare le pitture rupestri, create nelle stesse grotte.

[31] A tal proposito: Cazeneuve, J., Sociologie du rite, Paris, 1971 – ed.it. Milano, EST, 1974, 1996

[32] Si intende l’ antropologo Lucien Lévy-Bruhl (Parigi, 10 aprile 1857 – 13 marzo 1939) , filosofo, sociologo, etnologo francese, in accordo col pensiero del sociologo Emile Durkheim (1859-1917), i  cui studi antropologici sulla mentalità religiosa dei popoli arcaici hanno influenzato la cultura occidentale.

[33] W.J.Propp, Le Radici Storiche dei Racconti di Magia, Roma, Newton Compton, 1976

[34] Marazzi, U., Testi dello sciamanismo, Torino, UTET,pag. 114

[35] Ibidem, pag. 115

[36] De Nebeskj-Wojkowitz, R. Oracles and Demons of Tibet, Gratz, Akademische Druck, 1975, pag 343-344

[37] Eliade Mircea, Immagini e simboli Jaca Book Milano 1984 pg 124-126

[38] Aa.Vv. I Maori della Nuova Zelanda: la colonizzazione europea e il Trattato di Waitangi

[39] La tradizione popolare ha in seguito esteso l’uso del tilaka, modificandone la funzione in senso profano: esso era (ed è ancora) usato dalle donne indiane per segnalare la propria condizione di spose (nel Nord del Paese) o è applicato sulla fronte di tutte le ragazze (nel Sud). Oggi, tra le donne più giovani, specialmente quelle che vivono all’estero, il tilaka sta diventando un elemento decorativo beneaugurante e come tale è di moda anche presso le donne non indiane. In questo caso, il tilaka artigianale è ormai un relitto: solo un ricordo curcuma e vaselina, perché ora viene utilizzato un autoadesivo rosso o di altri colori.  Fonte: http://www.treccani.it

[40] Da: Triangolo rosso  Triangle rouge C. Roux in AA.VV., Saggistica sui campi di concentramento nazisti, Editore Ferni, Ginevra disegni di Jeannette l’Herminier e prefazione di Geneviève Anthonioz-de Gaulle – France-Empire 1969; Ferni 1980Il libro è sviluppato al femminile: scritto da una donna, riporta testimonianze di deportate dalle prigioni francesi, ai campi di lavoro forzato della Germania nazista e della Cecoslovacchia occupata.