Autore: Dott.Roberto Solinas

 

Siamo veramente padroni delle nostre scelte, oppure  gusti e convinzioni  vengono semplicemente indotti in base al potere, all’interesse e alla convenienza di chi li somministra?

Uno dei più virtuosi violinisti del mondo, Joshua Bell,  suonò nella metropolitana di Washington per 43 minuti, travestito da musicista di strada. L’esperimento sul campo verificava se in un contesto anonimo la gente comune ne avrebbe riconosciuto il talento. Durante l’esecuzione tra la confusione e l’indifferenza passarono oltre mille persone. Il violinista raccolse appena 32 dollari. Con poche eccezioni nessuno si accorse di nulla.

Generalmente, in tutti i campi siamo in grado di distinguere poco ma subiamo preconfezioni  imposte. Senza un ruolo, un’immagine,  una riconoscibilità, un adeguato apparato, anche l’evidenza e l’eccellenza sfuma e svanisce o meglio, resta invisibile. Proprio pochi la intuiscono…

Un elemento semplice e secolare di persuasione-manipolazione è quello che Aristotele definiva Ethos.

L’Ethos è il ruolo, magari istituzionale, è il prestigio dell’interlocutore, è la sua fama conclamata.

 L’Ethos è una trappola antica ed elementare. Funziona quasi sempre.

Gli uomini hanno sviluppato da sempre dipendenza nei suoi confronti.  Sono drogati e abbagliati dall’autorità. L’uomo è bloccato, paralizzato, impacciato dinanzi al ruolo. Perde persino lucidità e pensiero. L’uomo si identifica e si proietta nell’Ethos.

Il ruolo viene quindi anche qui opportunamente mostrato, ampliato,  a volte costruito a misura, oppure inventato. Nell’Ethos  aristotelico  la figura che rappresenta mostra e afferma implicite verità.

A tutto ciò sfugge il fattore essenziale che fuoriesce da ogni pensiero. Il significato. E’ il significato che va visto, capito ed interpretato. Il ruolo è un cappello, una maschera, un’impronta, una temibile suggestione che orienta. In nome dell’Ethos  si possono fare cose assurde, strampalate, abnormi.

Il persuasore-manipolatore pone sempre il suo status davanti. Se ha uno stile più elegante ed è un uomo più sottile può non farvi riferimento esplicito, ma sa che non deve e non gli conviene  rinunciarvi. Quindi ogni Aristotele orienterà facilmente interlocutori che soffrono di una profonda disistima e mancano di una sottile visione. Ogni Aristotele otterrà veloci risultati ma possibili grandi danni comuni.

Per distinguere chi mi persuade con arte strategica e chi mi manipola con astuzia, mi dovrò sempre chiedere, in ogni circostanza, quanta parte vi è di Ethos e quanto significato c’è in ogni cosa.

Lo strumento fondamentale per vedere oltre, è l’analisi delle implicazioni. Cosa implica questo discorso? Che tipo di conseguenze o di prospettive mi apre?

L’analisi delle implicazioni va sempre oltre. Oltrepassa il sembrare, e mi aiuta a separare speranza e illusoria speranza.

L’uomo che parla cela nell’espressione del suo corpo piccoli indizi e grandi prove che voglio osservare. L’attore più consumato cela in modo imperfetto, i frammenti delle sue intenzioni.

Saper osservare è una delle abilità più acute dell’uomo che cerca.

L’elementare e antico veleno del ruolo minaccia la mia vita. Il suo uso abnorme in ogni contesto umano è già più di un sospetto…

Lo guarderai…?

Lo riconoscerai…?