Autore: Dott. Gianpaolo Bertoni

 

Sicuramente avrete già sentito parlare di “educazione alla genitorialità” da pediatri, psichiatri, psicoterapeuti, psicologi, educatori, insegnanti, amici, ecc. e, con buona probabilità, vi starete chiedendo un qualcosa del tipo “ancora con i soliti discorsi, i genitori così…, i figli …” Vi capisco, molto probabilmente anch’io mi direi “a cosa servirà leggere ancora cose inerenti all’educazione dei figli?!” Tuttavia, e non per peccare di modestia, sono sicuro di una cosa, anzi di due: molto di ciò che avrete già sentito parlare, qui non lo leggerete inoltre, posso garantirvi che non saranno poche le novità per voi! Chi è coraggioso, mi segua!

Tengo a sottolineare che quello che vi dirò costituiranno i risultati delle ricerche compiute, fino al giorno d’oggi, in materia di educazione dei minori dunque, starà a voi seguire in tutto, in parte o per nulla ciò che leggerete; inoltre, non è certamente mio intento insegnarvi ad essere dei “buoni genitori”. Essere dei buoni genitori non significa certamente non sbagliare mai o quasi, essere dei buoni genitori significa mettercela tutta affinché i nostri figli crescano con dei sani principi e in armonia con sé stessi e con la società.Bando alla ciance, si inizia!

Primo punto, se noi vogliamo modificare i comportamenti problematici di nostro figlio, è necessario considerare innanzitutto le possibili cause che danno luogo a tali comportamenti; infatti, le suddette cause andrebbero individuate prima di iniziare a mettere in atto delle azioni finalizzate a favorire la parziale o totale scomparsa di tali comportamenti.

Secondo punto, le cosiddette “strategie educative” sono le seguenti:

1) ignorare il comportamento inadeguato. L’atto dell’ignorare rappresenta uno dei metodi più efficaci per ridurre la frequenza di comparsa dei comportamenti negativi; tuttavia, non sempre costituisce la strategia migliore. Infine, è importante sottolineare che quando ignorate un comportamento inadeguato di vostro figlio, state ignorando un comportamento, e non vostro figlio;

2) eliminare i premi. In alcune situazioni, oltre ad ignorare, sarebbe anche necessario eliminare i “rinforzi materiali”. Quando eliminiamo questi ultimi, dovremmo anche spiegare a nostro figlio, in modo semplice, ciò che è accaduto. Ad esempio, “Marco, ti sto togliendo il giocattolo perché l’hai buttato per terra”, e ciò affinché gli venga data la possibilità che ciò non accada più in futuro;

3) premiare il comportamento appropriato. Alcuni problemi di comportamento sono particolarmente difficili da ignorare. Il premiare i comportamenti adeguati e l’ignorare quelli inadeguati, tecnica denominata “rinforzo differenziale”, costituisce la strategia più efficace per rendere meno frequenti la maggior parte dei comportamenti problematici inoltre, la suddetta combinazione presenta molti più vantaggi rispetto alla semplice punizione finalizzata a modificare il comportamento. Dunque, i premi “insegnano” qual è il comportamento appropriato; viceversa, la punizione può insegnare soltanto come poterla evitare, e può costituire per lui causa di agitazione.

4) punire il comportamento problematico. L’atto del punire dovrebbe dare luogo, in base al senso comune, ad una diminuzione della probabilità della futura comparsa di un comportamento inadeguato tuttavia, i risultati delle ricerche non confermano ciò. Infine, le principali “tecniche di punizione” sono:

– il “costo della risposta”: implica che una risposta inappropriata “costi” non in termini monetari bensì di premi o di privilegi che verranno sottratti;

– il “time out”: per un limitato periodo di tempo, nostro figlio viene isolato da qualsiasi interazione sociale che possa rinforzare il comportamento inappropriato;

– l’”overcorrection”: implica la richiesta fatta a nostro figlio di “risarcire i danni” mediante la messa in atto di un comportamento adeguato in grado di riparare il danno arrecato dal precedente comportamento. Vi sono pochi dati a sostegno dell’efficacia di questa tecnica; personalmente, ritengo possa essere utile, in alcuni casi, con figli adolescenti. Molto probabilmente, vi starete chiedendo “qual è il modo migliore per modificare i comportamenti di mio figlio?” Appunto, di mio figlio, il che significa che ciò che vale, per un certo arco di tempo, per il figlio o per un nostro figlio, non è detto che valga anche per gli altri figli o, ancor più, per i figli di amici, conoscenti, …