Autore: Dott.ssa Ada Moscarella

leggi Blog dell’Autore http://senzacamice.wordpress.com/2013/09/19/la-compagnia-degli-psicologi-contro-il-potere-dellanello/

 

[AVVERTENZA: Si avvisano e rassicurano i lettori che nessun Hobbit è stato maltrattato per la stesura di questo post ]

Dopo essermi atteggiata per un paio di settimane a grande sapiente che si rivolge ai futuri colleghi come se io avessi 100 anni, è ora di dire anche qualcosa su cosa può fare la mia generazione di psicologi per questa professione.

Per “mia generazione” intendo quelli dei colleghi che ora hanno 30-40 anni al massimo. Quelli che sono nati quasi in contemporanea con la nascita di questa professione che, ricordiamocelo, in Italia legislativamente nasce appena nel 1989.

Non accade solo nelle puntate di Porta a Porta, è un vizio proprio tutto italiano, quello di masturbarsi intellettualmente nell’analisi delle situazioni senza mai fare il passo successivo, ossia

…stando così le cose, che vogliamo fare?

Vogliamo non iscriverci a psicologia e fare altro?

Vogliamo fare gli psicologi e cannibalizzare i colleghi?

Vogliamo fare gli psicologi e stare chiusi nello studio ad aspettare?

Vogliamo fare gli psicologi e girovagare alla ricerca di una raccomandazione?

Vogliamo fare gli psicologi e fare 100 anni di volontariato nell’attesa che qualcuno abbia pietà di noi?

Vogliamo fare gli psicologi che in realtà fanno gli addetti alla cucina e alla pulizia dentro una cooperativa?

Delle alternative di cui sopra credo che l’unica efficacemente percorribile sia la prima. Chi, con miopia, si accomoda in una delle successive fa del male a sé e alla categoria.

Si fa irretire dal potere dell’anello.

Oppure.

Oppure vogliamo essere psicologi che pensano a come sfruttare trasversalmente le proprie competenze? Gli psicologi che non si vergognano di parlare di marketing e guadagno? Gli psicologi che un anno o due di volontariato va bene per fare esperienza, ma poi si riconoscono limiti e risorse e iniziano a vivere e pensare da professionisti quali sono? Gli psicologi che, constatato che l’attuale sistema non va granché bene, si impegnano per cambiarlo? Gli psicologi che se mettiamo insieme il mio orticello e il tuo orticello facciamo una gran bella azienda agricola, invece di vivere nella paranoia?

Qualche anno fa accadde un episodio che ricordo tra i più spiacevoli della mia vita umana e professionale. In un contesto istituzionale, un gruppo di noi faticò molto per cercare di avviare un progetto. Si facevano orari piuttosto proibitivi e si stava pure con soggetti a rischio. Eravamo un gruppo di giovani, qualcuno si stava specializzando, qualcun altro stava per abilitarsi. Quando si trattò di passare alla fase concreta, ossia quella dove si sarebbe potuto vedere anche qualche soldo, d’improvviso si materializzò il collega che non aveva fatto le albe con noi, non aveva fatto le notti a scrivere relazioni, penso non avesse nemmeno mai visto uno dei suddetti pazienti, niente, nessuno l’aveva mai visto. Ma due e due quattro, ci scippò il progetto da mano.

Ricordo me stessa, chiusa in una stanza con i ragazzi con cui avevo lavorato, che battevo i pugni sulla scrivania dicendo

che caz*o ci insegnano! Non si fa così! Non dobbiamo imparare a essere così!

E’ il potere dell’anello. Ti irretisce, rendendoti però miope. Tutto quello che vuole l’anello, infatti, è semplicemente tornare dal suo padrone. E’ tuo ma non ti appartiene.

Esiste un solo signore dell’anello, solo uno può piegarlo alla sua volontà ed egli non divide il potere!

E lo stesso credo accada a chi sceglie questo modo di vivere la professione.

La mia generazione in questo momento è nella più ingrata delle fasi. Quella in cui può avviare un cambiamento dei cui frutti godrà molto meno di quanto non meriti. Ammesso che ce ne siano…

Ma davvero non abbiamo molta scelta.

Riuniti a Gran Burrone, presso Re Elrond, uomini, elfi e nani litigano a lungo sulla loro condizione. Si scagliano reciprocamente colpe e vecchi rancori.  Finché Frodo, il piccolo Hobbit, non si alza e dice

Porterò io l’Anello a Mordor. Solo… non conosco la strada.

Ecco. La nostra comunità in questo momento è riunita a Gran Burrone.  E discute, a volte litiga. Ora bisogna che ci si inizi ad alzare dagli scranni e formare una compagnia.

Altrimenti l’Oscurità ci coglierà tutti!