Autore: Dott.ssa Sonia Piana

 

Il concetto di stress è oggi sempre più diffuso e conosciuto; oltre alla vita quotidiana, che già ci mette alle strette con i suoi ritmi frenetici, la più grande causa di stress è il contesto lavorativo, in cui i molteplici e velocissimi cambiamenti hanno costretto le persone ad adattamenti talora improbabili e costosi in termini di risorse personali.

   Lo stress da lavoro non è solo dovuto al sempre minor tempo che viene lasciato per la vita privata ed affettiva (succubi di scadenze e impegni), ma anche e soprattutto allo stesso clima lavorativo, alle relazioni con i colleghi ed i superiori, alle aspettative che si hanno di sé e che gli altri hanno di noi.

   In relatà il concetto di stress (dal latino strictus, ovvero legato, costretto) non ha di per sé valenza negativa: essere “stressati”, cioè sotto pressione, permetterebbe all’individuo di stare costantemente all’erta, di essere reattivo ed attivo e produrre adrenalina. Il vero problema nasce quando i livelli di stress sono troppo elevati e, soprattutto, reiterati nel tempo.

   In seguito all’approvazione del Testo unico 81 del 2008, articolo 28, e al Decreto correttivo 106 del 2009, lo stress lavoro correlato è diventato un tema preponderante nell’ambito della sicurezza sul lavoro. A seconda dei contesti lavorativi lo stress può essere di tipologie diverse: ci sono lavori ripetitivi come quelli meccanici, in cui il lavoratore deve seguire i ritmi della macchina per molte ore, con conseguente calo di concentrazione e attenzione; vi sono invece i lavori sanitari, in cui le difficoltà maggiori sono di tipo etico, il doversi confrontare ogni giorno con la malattia e la morte, il dover lavorare in equipe.

I sintomi principali dello stress lavoro correlato sono:

  1. diffuso malessere psicofisico;
  2. stanchezza;
  3. dolori muscolari;
  4. calo delle difese immunitarie;
  5. disturbi del sonno;
  6. disturbi dell’apparato gastro-intestinale;
  7. ansia;
  8. depressione;
  9. irritabilità.

   Il lavoro di equipe è alla base degli studi sullo stress, in quanto, anche sul lavoro, l’individuo non è mai solo, ma in interazione con gli altri. Collaborare in maniera efficiente, avere rapporti chiari e proficui con i colleghi (che, ricordiamo, non abbiamo scelto noi, ma ci siamo trovati sul lavoro!) sono i capisaldi di un buon contesto lavorativo. A ciò si aggiuga una figura di responsabile del personale o manager “positivo”, secondo la definizione di Donaldson, Yarker, Lewis (2011). Il “manager positivo” è in possesso di numerose abilità relazionali e sociali, in particolare:

  • è un leader transazionale, cioè ha scambi diretti con il personale, è chiaro nelle richieste e ricompensa adeguatamente il lavoro svolto, sia in termini morali che materiali;
  • è un leader trasformazionale, capace cioè di creare opportunità per lo sviluppo dei dipendenti, valorizzando le abilità del singolo;
  • è in grado di ascoltare, è empatico, non giudicante;
  • è in grado di ammettere i propri errori e mettersi in gioco; sa esprimere fiducia e supporto ai propri collaboratori;
  • è in grado di prevenire i conflitti e dirimerli qualora siano già scoppiati;
  • è in grado di coinvolgere il personale nel cambiamento attivo di aspetti poco funzionali.

Per attuare un adeguato intervento stress lavoro correlato un’azienda dovrebbe rivolgersi a personale specializzato, ovvero al resposanbile della sicurezza dell’azienda, al medico del lavoro, ad uno psicologo. I tre professionisti lavorano congiuntamente nell’analisi della situazione lavorativa, nella stesura del report finale e nella progettazione di interventi formativi futuri.

Il primo passo è comprendere quale sia il livello di rischio di stress all’interno dell’azienda, analizzando alcuni elementi fondamentali (assenteismo, presenza di rischi biologici, sanitari, turnazione, lavoro ripetitivo etc…); si passa poi alla somministrazione di questionari al personale e all’analisi degli stessi. Gli interventi seguenti sono specifici in base ai risultati ottenuti e possono comprendere workshop, corsi di formazione specifici oppure veri e propri cambiamenti organizzativi qualora vi siano disfunzionalità.