articolo tradotto da Desantila Tusha

Il contatto visivo può danneggiare i vostri ragionamenti, uno studio lo dimostra

Da Meeri Kim, Published: October 5

 “Guardami quando sto parlando con te”

Forzare il contatto visivo quando si cerca di parlare con qualcuno, può effettivamente portare l’ascoltatore a diventare più testardo, questo quanto dimostrato da uno nuovo studio.

 

I ricercatori hanno trovato che i soggetti che cercavano di tenere il contatto visivo con il proprio interlocutore erano di mentalità meno aperta e cercavano di tenere più salda la propria opinione originale, rispetto a quelli che guardavano altrove.

“Il contatto visivo è una cosa molto intima”, dice Julia A.Minson, l’autrice dello studio e psicologa. “Quando vi trovate in una situazione di conflitto, penso che sia più facile mettere fuori l’interlocutore tramite lo sguardo”.

Incrociando gli occhi con un’altra persona un individuo si sente collegato con l’altro oppure minacciato dall’altro, ma tutto questo dipende dal contesto. Quando una madre incrocia lo sguardo con suo figlio, questo aiuta ad instaurare un rapporto forte tra di loro. Lo scambio di sguardi, il flirt all’interno di un bar affollato aumenta l’attrazione e attiva i centri del piacere nel cervello. Ma in altre situazioni, quando gli sguardi si scontrano questo può essere l’equivalente umano di un toro che si prepara a caricare. Possiamo pensare per esempio ai vecchi film del Western, quando i due pistoleri fissano lo sguardo in un punto basso prima di una sparatoria oppure quando gli animali hanno un contatto visivo lo fanno per dominare il loro territorio.

Minson dice: “I cani tra di loro non si guardano mai negli occhi, a meno che non siano in procinto di combattere”.

Quando due persone sono in disaccordo il contesto può assomigliare di più ad un concorso per porre il dominio, piuttosto che a un legame intimo, dice lei, e uno sguardo fisso può portare all’aggressività.

“E’ comunque una situazione tesa”, dice Frances S. Chen, l’autore dello studio e psicologo sociale. “Questo è un modo molto primitivo di mettersi in contatto con l’altro.”

I risultati contraddicono una credenza comune che incrociando gli occhi con l’interlocutore durante una conversazione questo promuoverà vicinanza e può essere d’aiuto nell’influenzare e facilitare il discorso.

Prima dell’esperimento, i partecipanti sono stati intervistati sulle loro opinioni su vari argomenti scottanti, quali le pratiche di allevamento degli animali e l’energia nucleare. I ricercatori poi hanno fatto vedere dei discorsi videoregistrati che sostenevano il punto di vista opposto, mentre utilizzavano la tecnologia eye-tracking. In seguito, è stato chiesto ai soggetti se il loro atteggiamento era cambiato. Quelli che si focalizzavano sullo sguardo dei loro relatori erano più propensi a cambiare prospettiva sui loro punti di vista. La gente era meno aperta e meno ricettiva proprio  quando si guardavano negli occhi, dice Chen.

I ricercatori hanno studiato il contatto visivo spontaneo e quello forzato. Nel primo esperimento i ricercatori non specificarono dove fissare lo sguardo, mentre nel secondo ai soggetti è stato chiesto di guardare gli occhi e la bocca dell’interlocutore. I risultati hanno evidenziato che il contatto visivo fosse legato al cambiamento della prospettiva o dell’opinione altrui.

Questo studio è stato pubblicato on-line in Psychological Scienze.

“Ho due bambini piccoli, e quando non sono felice con loro e cerco di convincerli che qualche cosa particolare è pericoloso, io non cerco di forzare il contatto visivo o dire ‘Guardatemi!’ Io resisto e cerco di sollecitarli come genitore “, ha detto Minson.

Joe Navarro, un veterano da 25 anni nel FBI e un esperto di linguaggio del corpo, ha rilevato che gli agenti hanno più successo con le informazioni dagli intervistati quando evitano il contatto visivo diretto.

“E ‘stato più facile convincere la gente a confessare senza sederci necessariamente di fronte a loro, il che è un comportamento antagonistico molto primitivo.” Ha detto Navarro.