Autore: Dott.ssa Serena Costantino
La gravidanza rappresenta un evento sempre carico di significati sia positivi che negativi a seconda delle circostanze e da come viene vissuta… Questi significati non si danno a caso ma sempre sulla base della propria concezione della genitorialità, del grado di autostima, della visione della vita e dell’auto-comprensione. Un aborto richiede sempre un elaborazione del lutto, la parola aborto deriva dal latino e significa venir meno nel nascere e lutto dal latino luctus = pianto. Sia che sia volontario sia accidentale un aborto è sempre un evento traumatico. Fin dalla scoperta di essere incinta la donna inizia a instaurare la relazione col bambino, a immaginarlo, la perdita del bambino comporta l’interruzione di tale relazione, un cambiamento della percezione della realtà e di se stessa. La sensazione di perdita sperimentata riguarda il bambino, ma anche tutto il sistema di aspettative, sogni e illusioni legati all’idea di diventare mamma. L’elaborazione va “a ondate” e in genere impiega circa un anno, ma bisogna fare attenzione perché alcuni aspetti si possono ripresentare anni dopo (vergogna, senso di colpa). Nel caso di prima gravidanza possono esserci sentimenti di paura legati a una possibile incapacità a procreare, mentre se si hanno già altri figli può accadere di essere assaliti dalla paura di non riuscire ad amare i figli allo stesso modo e quindi un aborto in questo caso potrebbe provocare un forte senso di colpa.
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