Autore: Dott.ssa Francesca Broccoli

vedi Sito Internet dell’Autore http://www.francescabroccoli-psicologa.com/

 

“E’ il mio cuore
il paese più straziato”
G. Ungaretti

Negli ultimi due anni mi è capitato diverse volte di ricevere richieste d’aiuto da parte di genitori che si (e mi) interrogavano sull’opportunità e la modalità attraverso cui affrontare la morte di una persona amata con i propri figli.

Sebbene sia nota nella nostra società l’esistenza di un tabù rispetto alle esperienze di malattia, morte e lutto, dal mio piccolo osservatorio ho potuto constatare quanto esso sia tanto più forte e censurante quando si tratta di introdurre tali temi con i bambini.
E’, infatti, estremamente diffusa la convinzione che i bambini debbano essere protetti dalla sofferenza attraverso l’allontanamento, il silenzio e l’evitamento di tutto ciò che ha a che fare con il mondo della malattia e della morte.
Di conseguenza è assai frequente che ai bambini vengano raccontare delle storie false per spiegare l’assenza di una persona che non c’è più oppure un improvviso soggiorno dai nonni.
Spesso non viene presa nemmeno in considerazione la possibilità di far partecipare il bambino ai funerali e gli viene negato di salutare il morente.

Poter prendere parte ai rituali sociali di passaggio inerenti il lutto potrebbe invece rivelarsi particolarmente positivo. Il bambino in queste circostanze potrebbe comprendere che:
-il dolore è esprimibile e mostrabile;
-non è il solo a provare sofferenza e tristezza (comprensione, legittimazione e condivisione emotiva da parte degli altri presenti);
-è possibile supportarsi e sostenersi reciprocamente.

Naturalmente non ci si deve aspettare da parte dei bambini una risposta univoca e schematica alla scomparsa di una persona cara, poiché le loro reazioni dipendono dall’interazione di molteplici fattori:
-l’età del bambino;
-la qualità del legame con la persona scomparsa;
-la possibilità di partecipare alla cura e al saluto della persona malata;
-le risorse dell’ambiente familiare e sociale;
-la possibilità di esprimere i propri sentimenti;
-la possibilità di proseguire la propria vita quotidiana.

leggi intero articolo anche su http://www.francescabroccoli-psicologa.com/bambini-alle-prese-con-il-lutto-5-passaggi-per-affrontarlo.html

Ogni bambino troverà un suo personale e specifico modo di elaborare il lutto. E’ comunque estremamente importante preparare, accompagnare e sostenere il bambino che si trova ad affrontare la scomparsa di un congiunto. Perché?
Perché tale esperienza rappresenterà un’occasione di apprendimento fondamentale, in base alla quale saranno affrontate  le successive esperienze di perdita nel corso della vita.

Il lutto non è un momento, non è un evento, ma un processo che avviene nel tempo e che si ri-affronta più volte nel corso della vita, ad ogni nuova perdita e separazione.

Ma come ci si può prendere cura di un bambino che vive l’esperienza della morte di un nonno, di un amico, di un fratellino o di un genitore? Posto che ciascun legame e ciascuna figura ha la sua specificità, è vero che per i bambini il lutto richiede processi elaborativi complessi, che vanno sostenuti dagli adulti.

Attraverso quali passaggi gli adulti possono aiutare i bambini nel percorso di comprensione, accettazione ed elaborazione della perdita definitiva di una persona amata?

1)Espressione e comunicazione del dolore

Per primo l’adulto deve concedersi di dire il proprio dolore senza sentirsi inadeguato o di cattivo esempio. E’ importante che cerchi un linguaggio che sia da ponte verso il bambino e lo incoraggi nella manifestazione dei suoi stati d’animo, costruendo un ambiente accogliente e permissivo delle emozioni legate al lutto (tristezza, disorientamento, paura, rabbia, ecc.).

2)Spiegazione

All’adulto spetta il compito di informare il bambino su quanto sta accadendo, potrebbe succedere o è già successo.
Naturalmente in base all’età del bambino e alla sua capacità di comprendere il significato della morte l’adulto deve saper scegliere e calibrare le parole e le modalità più adatte.

Spesso sono gli stessi adulti a sentirsi imbarazzati e spaventati nel dover spiegare qualcosa di grave ad un bambino, non sanno come farlo e soprattutto se sia giusto, temono di esporlo a maggiori sofferenze o a situazioni non comprensibili. Non è così.
Mi sembra di poter rassicurare gli adulti più timorosi sia rispetto al fatto che tenere i bambini “fuori dalle circostanze” non li salvaguarda dalla sofferenza, sia rispetto al fatto che i bambini comprendono molto bene che cosa sta accadendo, lo sentono, lo percepiscono, lo leggono dai volti, dalle conversazioni, dai non detti. I bambini sono interessati, a modo loro, al tema della morte e hanno bisogno di accostarvisi tramite una “guida” sicura.

Eludere l’argomento o dissimularlo non preserva i bambini dalla sofferenza e soprattutto non li sostiene nel lungo processo elaborativo che devono necessariamente affrontare.

3)Preparazione e accompagnamento

E’ importante capire che anche per i bambini è possibile imparare a confrontarsi con gli eventi dolorosi della vita, come il trauma, la malattia e la perdita.
Nel momento in cui un bambino affronta per la prima volta la perdita di una persona che ama profondamente, è auspicabile -qualora l’evento non sia improvviso- che possa avvicinarsi e prepararsi gradualmente a quella scomparsa.
Senz’altro non si è mai veramente preparati e pronti a lasciare andare chi si ama, da bambini così come da adulti. Ma diverso è poter esserci o meno.
Anche per un bambino sapere di essere stato presente nel difficile momento dell’accostarsi alla morte di qualcuno che hanno amato è una consapevolezza importante. Perché?

  • Per permettere al bambino e al morente di salutarsi
  • Per alleviare il possibile senso di colpa del bambino (anche rispetto al futuro)
  • Per aiutare il bambino a comprendere la finitezza della vita e delle relazioni umane che non significa subire una perdita assoluta.

4)Inclusione e partecipazione

Come già detto partecipare ai funerali o ai rituali di saluto al defunto può rappresentare un’opportunità, un tassello nel percorso di elaborazione del bambino e per questo rivestire un significato importante. In che modo assume una funzione positiva?
Occorre tenere presente che i bambini, esattamente come gli adulti, devono costruire una sorta di immagine interiore del defunto per poterne mantenere viva la presenza. 
La presenza pur nell’assenza.
Poter esserci e poter salutare per l’ultima volta permette al bambino di farsi soggetto attivo, di inserire nella sua rappresentazione un’azione intrapresa e compiuta, non subìta.

I bambini non hanno gli stessi strumenti degli adulti, per tanto non ci si può aspettare lo stesso tipo di comportamenti: non è la parola il canale privilegiato per raccontarsi. I bambini parlano con il corpo, con il gioco, con il disegno.
Probabilmente la maggior parte dei bambini alternerà momenti di coinvolgimento e tristezza a momenti di gioco e apparente distrazione.

5)Condivisione e Cura del ricordo

Costruire un ambiente supportivo per il bambino significa anche consentire ai ricordi di emergere, incoraggiare la narrazione e arricchirla per consolidare una rappresentazione positiva della relazione tra il bambino e la figura che ha dovuto lasciare.

Mi piace parlare di “cura del ricordo” piuttosto che di “ricordo” tout court. Implica un’azione partecipativa, quotidiana, silenziosa ma attiva e consapevole. Chi vive un lutto -minore o adulto che sia- attraversa un periodo caratterizzato da un enorme senso di perdita, di vuoto e di ingovernabillità.
Inoltre la cura, il prendersi cura, rimandano al mondo degli affetti, al mondo delle relazioni, quello stesso mondo dove il defunto è ancora vivo e il legame ancora presente e nutrito.
Anche per i bambini.

Il lutto implica un impegnativo e faticoso lavoro psichico per tutti, ancora di più per i bambini.
Ciò non significa che la morte debba rappresentare necessariamente un evento traumatizzante e devastante. Qualora però vi fossero difficoltà nel portare avanti un percorso di elaborazione del lutto è possibile, anche attraverso un intervento specialistico, accompagnare il bambino, i suoi adulti di riferimento e i suoi famigliari nel fronteggiare questo delicato passaggio di vita.