Autore: Dott.ssa Margherita Barbarito

 

Sulle montagne dell’Atlante, in Marocco, le tribù berbere si riunivano ogni anno da secoli in occasione del “mercato delle spose” dove gli uomini vanno a cercarsi una moglie. Secondo l’usanza, le donne disponibili passeggiano per il mercato con le guance dipinte di rosso e un velo in testa che rivela lo status: scende a coprire il viso se si tratta di una vergine, è tirato su se chi lo porta è una vedova o una divorziata. Tutte portano al braccio una coperta tessuta con le proprie mani. Allorchè un uomo incontra lo sguardo di qualcuna che lo interessa, la donna mette in mostra la coperta. Così i due si scrutano indirettamente mentre parlano dei pregi della coperta e lui decide se vuole comprarla e lei se gliela vuol vendere. Se non si trovano d’accordo la ricerca riprende. Quando invece l’interesse è reciproco, i due si mettono a contrattare il prezzo della coperta e se raggiungo un accordo, la coppia va dall’ufficiale di stato civile che legalizza la loro intenzione di sposare. A quel punto le famiglie possono venir coinvolte nella contrattazione della stima del valore delle pecore e di altri beni di entrambe le parti e la coppia comincia a pensare a dove e come vivrà.

In ogni cultura le coppie fanno una specie di metaforica contrattazione all’inizio della relazione per determinare non solo se ci sarà o meno il matrimonio ma anche per stabilire le regole della relazione stessa. Jackson (1977) ha chiamato questo importante contratto, che è in gran parte sottointeso, “quid pro quo coniugale”.

Quid pro quo – letteralmente qualcosa per qualcos’altro – è un espressione della natura legale del contratto, in cui ciascuna parte riceve qualcosa in cambio di qualcosa che dà, definendo in questo modo i diritti e i doveri delle parti. Jackson paragonava il matrimonio a un contratto che “definisce i diritti e i doveri dei coniugi e in cui a ciascuno può essere detto di fare X perché l’altro fa Y”. Viene messo dunque in discussione il modello della famiglia normale, tradizionale dove diritti e doveri dei coniugi sono prescritti e limitati dai ruoli sessuali determinati biologicamente. Secondo il punto di vista internazionale di Jackson (1977) una relazione sana presuppone un processo attivo di ricerca e definizione dei compiti relazionali attraverso la contrattazione del quid pro quo coniugale. La riuscita o il fallimento di un matrimonio dipendono dal funzionamento o meno di regole di collaborazione che devono essere espresse da ogni coppia in considerazione delle inevitabili differenze e somiglianze tra i partner. In una relazione di coppia i due individui devono poter collaborare in un gran numero di compiti: guadagnare dei soldi, occuparsi della casa, condurre una vita sociale, avere rapporti sessuali, fare i genitori presumibilmente per un lungo periodo di tempo. Le regole di relazione che una coppia si dà per affrontare questi compiti così fondamentali stabiliscono il grado di sanità o disfunzionalità della coppia stessa.

La costruzione dei ruoli e delle regole di relazione è però un processo circolare di influenza reciproca nel tempo. Nessuna coppia inizia un rapporto a partire da zero; ciascun individuo ha un sistema di credenze e di aspettative nei confronti del matrimonio che si è strutturato a partire dalle esperienze nella famiglia d’origine e da altre esperienze matrimoniali e di coppia, il tutto poi immerso nella cultura di una specifica comunità e società. Le coppie sviluppano una costruzione della realtà condivisa: le premesse di base che gli individui portano nella relazione vengono modellate reciprocamente, rinforzate o modificate nel tempo attraverso la loro esperienza  insieme.

Oggi le coppie tentano di costruire una varietà di paradigmi relazionali non tradizionali. Tuttavia, se da una parte le coppie sperimentano nuovi contratti relazionali, le idee delle famiglie d’origine e della società in generale intorno ai ruoli, ai diritti e responsabilità della moglie e del marito, del padre e della madre, esercitano una influenza molto potente sui contratti e sui modelli interattivi che evolvono nel corso del ciclo vitale della coppia.

La costruzione di un quid pro quo coniugale rappresenta ora una sfida molto grande, maggiore che nel passato, poiché il rapido cambiamento sociale degli ultimi venti anni ha portato alla messa in discussione dei meriti e della validità degli accordi matrimoniali e degli standard che erano buoni per le generazioni che ci hanno preceduto. Ma nonostante l’alta percentuale di divorzi e la complessità insita nel costruire una nuova famiglia le persone scelgono di sposare e risposare sempre di più, esprimendo in questo modo il desiderio di un soddisfacente e duraturo rapporto di coppia.