Autore: Dott.ssa Maria Grazia Antinori
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In ambito scientifico lo studio della fisica ha evidenziato l’esistenza di una stretta correlazione tra i fenomeni che appartengono all’ordine del molto grande e del molto piccolo, altrettanto si può osservare nella sovrapposizione tra eventi individuali e sociali come ad esempio nella diffusione della sensazione di paura e di allarme individuale e collettivo.
Nelle conversazioni private e pubbliche sono molto diffuse espressioni che associano la paura e l’ansia a contenuti quali la crisi economica, l’incertezza per il futuro, le modificazioni climatiche, ecc. Anche i pazienti in psicoterapia propongono spesso il tema dell’ansia e del panico associati alle emozioni, alle relazioni affettive, al trascorrere del tempo ed ai cambiamenti.
La paura individuale o condivisa in sé non è certamente patologia ma al contrario può rivelarsi un prezioso strumento di adattamento preparando a rispondere ad ogni evenienza e necessità. Il problema nasce quando il timore si trasforma in una zavorra disfunzionale e questo accade nelle persone quando l’ansia non è motivata da un pericolo esterno concreto ma piuttosto da una preoccupazione interiore e da un conflitto inconscio proiettato su oggetti esterni, o quando la paura diventa così grande da paralizzare ed impedire il pensiero inibendo le potenzialità e la creatività per ricorrere a soluzioni esterne ammantate da onnipotenza magica ed irreale. I gruppi sociali che soffrono la paura possono chiudersi una marcata diffidenza verso il diverso o lo straniero o essere spinti alla ricerca di un capo carismatico che prometta salvezza e sollievo dal terrore. La persona che soffre di ansia e di panico, si sente persa e non riconosce i propri limiti, è in preda ad una sorta di delirio del controllo che fallisce di fronte alla complessità della realtà, lo stesso accade ad un gruppo sociale che cerca la fuga in soluzioni troppo semplicistiche e parziali proprio perché la complessità ed il pensiero sono inquietanti e dolorosi e presuppongono il riconoscimento dei limiti collettivi .
La cura del panico individuale consiste nell’aiutare il paziente a riconoscere e a tollerare i propri confini e limiti rinunciando allo pseudo controllo narcisistico, lo sviluppo di un gruppo sociale che soffre di paura è nel riconoscimento dei propri confini ma nello stesso tempo nell’apertura alla complessità e alla relazione con il mondo esterno superando la paura del diverso e dello straniero.
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