Autore: Dott.ssa Francesca Broccoli

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“Il modo migliore per far sì che i bambini siano buoni è renderli felici.”

Oscar Wilde

La rabbia, in generale, fa paura oppure fa arrabbiare a sua volta, o ancora viene negata, evitata, coperta. La rabbia dei bambini forse fa ancora più paura agli adulti che si prendono cura di loro e lascia, molto spesso, confusi.
“Cosa devo fare quando si arrabbia così?”
“Come mai esplode improvvisamente mio figlio?”, chiedono tanti genitori alle prese con figli che esprimono forti rabbie.
La rabbia è vista sempre come qualcosa di negativo, fastidioso e di difficile gestione, ma se riusciamo a superare l’impatto di paura o di irritazione che ci trasmette, scopriremo che nella rabbia sono presenti molti contenuti di valore.

Mi capita spesso di incontrare bambini arrabbiati, genitori in crisi per le manifestazioni di rabbia dei figli e famiglie in cui emergono circuiti di rabbia che coinvolgono le generazioni nel tempo (che diventano veri e propri corto-circuiti).
Vista l’alta frequenza di richieste di aiuto su questo tema e visto che può riguardare davvero tantissime famiglie, mi sembra opportuno iniziare una riflessione (che proseguirà nelle prossime settimane) sul tema della rabbia infantile.

L’idea irrinunciabile che guiderà la mia riflessione è che la rabbia non è solo un’emozione a sè stante, che nasce e si esaurisce da sola, ma rappresenta sempre una forma di comunicazione.
Attraverso un gesto di rabbia o tramite ripetuti comportamenti di rabbia, i bambini dicono qualcosa di importante agli adulti che li circondano.

Un bambino arrabbiato è arrabbiato con qualcuno che ha un ruolo significativo nella sua vita (altrimenti non avrebbe motivo di arrabbiarsi tanto) oppure con se stesso. Di certo quando la rabbia è forte o si ripresenta nel tempo non deve essere scambiata per un capriccio.

Allora, visto che un bambino arrabbiato è un bambino che, attraverso un’emozione forte e dei gesti altrettanto forti, sta tentando di dire qualcosa di sè e di come sta vivendo delle vicende, sarebbe bene per un attimo fermarsi, ascoltare quella rabbia, legittimarla nel senso che contiene (che non vuol dire giustificarne le manifestazioni violente o disorganizzate, anzi ascoltare e vedere il bambino che abbiamo davanti ci permette anche di dare contenimento agli aspetti più aggressivi del bambino) e restituirle parole.

Avvicinandoci a ciò che ci mostrano i bambini trasmettiamo loro che non sono invisibili ai nostri occhi, di conseguenza avranno meno bisogno di alzare tanto i toni, e si sentiranno meno spaventati -loro per primi- dalle forti correnti che sentono agitarsi dentro di loro e che esprimono con impeto esplosivo.

Traducendo la rabbia in parole e contenuti dotati di senso si darà spazio al mondo interno del bambino, di cui la rabbia si faceva ben visibile portavoce! Così scopriremo che esistono rabbie dai significati diversi e bambini che ci raccontano di storie, personaggi, ferite, lotte, conflitti, tradimenti, richieste che sono mondi unici e differenziati.

Dunque quando entriamo in relazione con un bambino arrabbiato, ci imbattiamo in un bambino che sta cercando di dire qualcosa: quello che possiamo fare è metterci in ascolto della storia che sta portando e che, nascosta, alimenta il fuoco della rabbia.
Quel fuoco, quella rabbia, hanno forza e potenza e possono mettere paura, ma sono anche segnali di grande energia e vitalità, quindi di grandi potenzialità.

Vedremo prossimamente di cosa può essere manifestazione la rabbia dei bambini. Per ora ricordiamoci che quando assistiamo a forti espressioni di rabbia, scoppi d’ira, comportamenti oppositivi e nervosi, abbiamo a che fare con bambini che stanno svelando qualcosa del loro mondo e di come ci stanno dentro.
Tocca ai grandi ascoltarli, rispettarli e prendersi cura di loro e delle loro storie, così che anche i piccoli imparino a entrare in contatto con le proprie emozioni più difficili e a prendersene cura un po’ per volta.

Ascoltare un bambino arrabbiato non è facile per nessuno, ma la vitalità e la richiesta che la rabbia contiene va conosciuta e ri-conosciuta come scrigno di ben altre emozioni e di profondi bisogni. 
La rabbia è, se la osserviamo con occhi privi di ansia e di paura, un canale di comunicazione tra bambini e adulti, uno dei molti.

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