Realmente stanco di vedere in bella mostra negli scaffali delle librerie libri che parlano di psicologia e di tecniche prettamente psicologiche, stamane dovrò intraprendere questa crociata, ne va della professione, in primis telefonerò a tutte le case editrici italiane dalle grandi alle piccole, in pratica a quelle che stampano questi libri e successivamente attraverso i loro canali di distribuzione mettono in vendita sul mercato italiano, dopo la telefonata, e qualora non dovessero prendere provvedimenti in merito velocemente, partiranno le raccomandate in cui chiaramente queste case editrici saranno diffidate con tutte le conseguenze del caso. Inoltre ho già attivato decine di collaboratrici per telefonare a tutti gli psicologi e psicoterapeuti che si dilettano a scrivere libri attinenti le materie psicologiche, in quanto non in regola con l’articolo 21 del nostro codice deontologico, dato che la gente attraverso questi libri apprende tecniche prettamente psicologiche, che devono conoscere solo gli psicologi, che non devono essere divulgate, diversamente corriamo il rischio di vedere la casalinga, l’operaio, l’insegnante, la colf, l’estetista, il massaggiatore e potrei elencare tutte le professioni, appropriarsi della nostra professionalità. Questo naturalmente porterebbe una crisi sul mercato della nostra professione perché attraverso le nostre scritture( ossia di quelle/i che scrivono) viene data la possibilità a chiunque di esercitare la professione.
Userò questa procedura che ritengo giusta anche se non in linea con l’articolo 27 della legge 56/89 che recita tutt’altro, ma lo faccio per il bene di queste/i professioniste/i, non vuole essere una minaccia, ma un atto naturale, sperando che possano ravvedersi evitando così i provvedimenti disciplinari.
Giuseppe Latte
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