Autore: Dott.ssa Laura Canis

 

Introduzione

Tempo fa, da qualche parte lessi una frase che recitava così: “Don’t put all your eggs in one basket”, che tradotto significa “non mettere le tue uova in un solo cestino”.
Non ne ho compreso il significato finchè, alcuni anni fa, non mi sono trovata a conoscenza di una situazione che improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, mi ha spalancato la mente alla comprensione. Ad un tratto mi è tornata in mente quella frase, e con essa il suo significato simbolico.

L’”altro” per essere felice
Questa frase rimastami per molto tempo misteriosa, faceva riferimento al mondo delle relazioni interpersonali.
L’uomo, per sua natura, è un essere sociale, che per vivere e stare bene ha bisogno degli altri. Detto con le parole di Rupert Brown, un esperto di psicologia dei gruppi, l’uomo è un “essere di gruppo” (1990, 2000).
La cerchia di persone a cui attingere per coltivare la propria socialità deve essere varia e molteplice, al fine di evitare che, cadendo un cestino, si rompano tutte le uova! Ma cosa significa questo concretamente?
Quando una persona, sia esso bambino, ragazzo o uomo, ha un basso numero di amici, e non è abituato a coltivare nel contempo nuove relazioni, e per motivi e magari in momenti diversi, si trova a bisticciare con questi pochi, arriverà ad un punto in cui si troverà solo.
Nella medesima situazione possono trovarsi quelle persone che decidono di investire ogni loro energia nelle relazioni familiari, coltivando legami con parenti di ogni grado, ma trascurando completamente ogni relazione che sia estranea al sistema famiglia. In alcuni casi fortunati, l’equilibrio così raggiunto può continuare e perdurare nel tempo, non destando in questo modo alcuna difficoltà. Tuttavia, come la pratica clinica ampliamente dimostra, i problemi e le liti familiari sono più frequenti di quanto si creda. In questi casi pare quindi evidente come, chi si sia trovato ad investire esclusivamente nell’ambito della famiglia, potrebbe trovarsi, in caso di sventura, a vivere in solitudine.
A questo proposito risultano molto interessanti alcuni principi del vivere – zen.
Seconda questa teoria, è proprio la trascuratezza delle relazioni interpersonali ad essere una delle principali otto cause dell’infelicità umana (per approfondimenti sull’argomento, consultare il sito www.vivizen.com)
A tal riguardo si enuncia come sia proprio l’esistenza e la qualità delle nostre relazioni interpersonali ad essere correlate con la felicità ed il livello di benessere personale. Al fine quindi di vivere una vita piena, può essere utile costruire relazioni intime e significative con coloro che ci circondano, familiari e non.

I consigli dalle terorie zen
Il modo per riuscirci, che ci viene indicato proprio dalle teorie zen, implica due passaggi
fondamentali. Il primo consiste nel non essere eccessivamente critici nella scelta dei nostri potenziali amici (che possono essere anche inizialmente dei semplici compagni di chiacchiere per strada!), ma sforzarsi di scorgere negli altri non solo, come spesso siamo portati a fare, i lati negativi, ciò che proprio non ci piace, ma anche i lati positivi.
Il secondo passo, per alcuni individui il più complesso, implica la capacità di lasciarsi andare.
Nella tradizione della nostra cultura esiste, ed è ahimè molto diffuso, il detto “I panni sporchi si lavano in famiglia”. In realtà questa è una modalità di affrontare i problemi che può essere errata, e anzi, spesso è causa di profondi malesseri psichici che vanno a sommarsi alla problematica originaria. Il perchè, a mio avviso, è abbastanza semplice da intuire. Nel momento in cui una persona si trova ad attraversare un momento buio, è importante potersi confidare con un individuo che sia estraneo al problema, per una duplice possibilità che ciò gli offre. Da un lato l’individuo coinvolto ha, in questo modo, la possibilità di essere aiutato a guardare al problema da un punto di vista alternativo a quello in cui sé e la famiglia si sono cristallizzati a fare. Da questo confronto con l’”altro” potranno così scaturire nuove possibili soluzioni, nuove possibilità per risolvere il problema, a cui fino a quel momento non si era pensato. Insieme a ciò sgorgherà anche un immediato senso di sollievo, per il semplice fatto di aver condiviso con qualcuno parte della propria “zavorra”.

Concludendo…
La frase di apertura diventa così un’efficace metafora per comprendere quanto sia importante coltivare profonde relazioni interpersonali, e come queste non siano mai abbastanza…proprio per evitare che, cadendo un cestino, si rompano tutte le uova….