Autore: Dott.ssa Laura Canis
La gravidanza è un avvenimento che porta con sé numerosi cambiamenti, non solo fisici come si è soliti pensare, ma anche a livello psicologico. Se la parte relativa alla trasformazione fisica dovuta all’aumento delle dimensioni corporee, in particolar modo della pancia, nonché la nausea, sono i fattori più evidenti, in realtà, prima ancora che si verifichino questi, il cambiamento avviene a livello mentale.
Come prima cosa la donna si deve rendere conto che dentro di sé sta crescendo una creatura, di cui ci si dovrà inevitabilmente rendere capaci di occuparsi. In secondo luogo avviene una svolta in campo lavorativo, dal quale, a seconda del lavoro svolto (a rischio per lo stato di gravidanza o no) la donna dovrà astenersi per un periodo più o meno lungo.
Ciò, indipendentemente dalla gioia che si prova per l’essere incinta, comporta una nuova serie di emozioni: felicità se il lavoro praticato non piace molto (in questo caso un’astensione da esso può far piacere!), trauma e dispiacere se si è investito molto in esso, in quanto la gravidanza richiede alla donna la disponibilità a rimandare eventuali ambizioni di carriera.
Un altro fattore importante è legato all’ordine delle priorità personali e familiari: nel momento in cui si aspetta un bambino l’unica certezza è che dopo qualche mese arriverà una nuova creatura, e a mano a mano che la donna ne prende coscienza, questa diventa la cosa più importante per la futura madre, ed è ciò che cattura tutta la sua attenzione.
Punto da non sottovalutare è il cambiamento che avviene a livello familiare, soprattutto se quello in arrivo è il primo figlio. Da “coppia” si passa infatti a “famiglia” vera e propria. Anche se la gravidanza era prevista e desiderata da entrambi i partner, il momento in cui si scopre che effettivamente sta per arrivare un bambino costituisce comunque un “colpo” per tutti.
Improvvisamente, ancor prima della nascita, ci si rende conto che molte cose prima possibili, dopo non lo saranno più,e il tempo libero per sé e per la coppia si riduce drasticamente. Chi era abituato a condurre una vita senza orari, irregolare, all’”avventura”, dopo la nascita del bambino dovrà inevitabilmente ridimensionare le proprie usanze trovando un equilibrio che vada incontro alle esigenze del nuovo nato. Ma i cambiamenti colpiscono anche l’organizzazione del ménage familiare: se fino a quel momento, come spesso accade, i lavori domestici erano di competenza esclusiva della donna, dopo la nascita del bambino sarà necessaria una nuova ripartizione dei compiti.
Ultimo fattore da considerare e certo da non sottovalutare è legato al fatto che una gravidanza può riattivare traumi subiti in passato, e certamente suscita un confronto ed una riflessione sulla propria vita d’infanzia e sulla relazione esperita con le proprie figure d’attaccamento, in particolare con i propri genitori.
Tale aspetto, unito a tutti gli altri cambiamenti descritti, può portare alla modificazione del tono dell’umore della donna, soprattutto in chi in passato aveva già sofferto di disturbi d’ansia o depressivi. Non sono poche le donne, infatti, che proprio in questo così delicato momento della loro esistenza decidono di intraprendere un percorso di psicoterapia breve, al fine di garantire al nascituro il nido più sereno possibile.
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