Autore: Dott.ssa Morena Romano

 

Secondo C. G. Jung nei sogni appaiono personificazioni dei “complessi a tonalità affettiva” ossia  come li descrive A. C. Meier  “il cosiddetto complesso “a forte contenuto emotivo” sarebbe in pratica un elemento così sganciato dalla coscienza e così immerso nell’inconscio da vivere una vita propria”.

Detto in altri termini e per semplificare i complessi sono i nostri nuclei conflittuali inconsci quelli che danno vita e muovono i nostri sintomi psico-fisici, i nostri comportamenti anche quelli  disfunzionali e le nostre coazioni a ripetere; non ne abbiamo consapevolezza ma sono il prodotto delle nostre emozioni non elaborate, rinnegate, rimosse.

La struttura globale del sogno si esprime sinteticamente  nella forma del dramma greco classico: esposizione, peripezia, crisi e lisi, che possono tradursi approssimativamente come situazione, sviluppo, crisi e conclusione. Il teatro è una rappresentazione archetipica dell’attività della psiche, che equipara esistenza e rappresentazione scenica. Il dramma è una forma d’arte che è stata creata e strutturata coscientemente, mentre il sogno è un prodotto dell’inconscio e dei processi non razionali che avvengono nell’individuo. In ogni modo, quando annotiamo mentalmente il sogno, tendiamo poi a ricordarlo nei termini della sua struttura drammatica. Ciò suggerisce che gli archetipi, o le “strutture profonde” dell’organizzazione mentale, che aiutano la coscienza diurna a ricordare e a ordinare gli stati onirici, hanno un’attitudine particolare verso questo tipo di rappresentazione drammatica. Nelle patologie psichiche gravi, dove la coscienza è poco strutturata, i sogni riferiti da persone in tali condizioni hanno una struttura drammatica debole o inesistente. Queste tre fasi della struttura drammatica, nel dramma teatrale sono deliberatamente consequenziali, mentre nel sogno non c’è un ordine preciso,e alcune fasi possono mancare. Tuttavia allo scopo di comprendere il sogno, è estremamente utile separare e distinguere questi quattro elementi strutturali. Il dramma si apre con una situazione problematica  che è portata all’attenzione dello spettatore dall’esposizione, una situazione collocata in una specifica dimensione spazio-temporale con specifici personaggi. Anche nel sogno, la questione problematica, che si riferisce ad un blocco o ad una fissità si esplicita esaminando la situazione di apertura. L’esposizione formula il tema. Nel sogno la  situazione psicologica è rappresentata prevalentemente dalla collocazione geografica in cui il sogno si apre e dalla situazione iniziale delle dramatis personae nella scena d’apertura. La comprensione del significato psicologico della situazione ci dirà qual è l’argomento del sogno.

La peripezia rappresenta le dinamiche, le tendenze, le possibilità inerenti al problema. In questa, come in tutte le altre fasi,  il significato dell’azione che si sviluppa deve essere compreso traducendo l’azione stessa per mezzo di associazioni, delucidazioni e amplificazioni.

La crisi è il culmine del dramma, il punto in cui la tensione delle dinamiche opposte o minacciose raggiunge il suo acme.

La lisi, il suo opposto è la catastrofe, indica in quale modo la crisi può essere risolta; mostra la possibile via di uscita, la direzione o l’obiettivo delle nuove possibilità che devono essere create o scoperte.

Nel teatro, quando sofferenze ed esperienze vengono inserite nella trama del racconto o dramma significativo, si integrano nella totalità del funzionamento globale.

TUTTAVIA E’ NECESSARIO SOTTOLINEARE CHE E’ L’INTERPRETAZIONE DEL SOGNO QUELLA CHE PREDISPONE ALLA CURA E ALLA RISOLUZIONE DEI CONFLITTI.

L’interpretazione analitica proposta da Jung, diverge palesemente da quella freudiana, poiché secondo il primo il sogno ha una propria struttura psichica e va trattato come ogni altro prodotto psichico, ricostruendone il significato a partire dalla conoscenza delle esperienze di vita che lo hanno preceduto.

Nel saggio “La psicologia dei processi inconsci” del 1916 Jung illustra il suo approccio all’interpretazione dei sogni introducendo il metodo sintetico o costruttivo secondo il quale gli elementi del sogno non hanno un significato simbolico univoco ma, esprimono condizioni e tendenze psicologiche presenti nell’inconscio di quel particolare soggetto, senza ovviamente prescindere dalle analogie riscontrabili nella mitologia e nella simbologia storica che forniscono validi elementi esplicativi, poiché tutti i simboli, anche quelli presenti nei sogni, provengono dall’inconscio collettivo.

Secondo Jung esistono diversi tipi di sogni, vediamoli:

SOGNO PROSPETTICO: riferisce al paziente un compito, un segnale. (Jung ne riferisce accuratamente nel suo saggio “Il contrasto tra Freud e Jung” )

SOGNO RADIOGRAFICO: mette in evidenza il conflitto attuale. Il problema attuale spesso deriva e riflette conflitti e traumi infantili.

SOGNI ARCHETIPICI: vi compaiono immagini archetipiche ossia a contenuto favolistico e mitologico, sono tipici di psicotici e borderline.

SOGNI SINCRONICI: vi si manifesta la sincronia ossia si sogna un evento che poi accade nella realtà. Jung parlando di sincronia introduce il concetto di coincidenza significativa intendendo che l’evento che si è sognato e poi accade provoca conseguenze importanti, ad esempio un atto riparativo, un premio o una punizione. In tal modo differenzia la sincronia dal semplice caso.

SOGNO ANAMESTICO: tali sogni colmano le lacune della storia, dell’anamnesi del paziente. Inoltre in esso vi emergono tematiche della storia personale del paziente difficili da esprimere  per motivi di colpa e vergogna o altro.

SOGNO TERAPETUTICO: questo tipo di sogno ha una funzione finalistica e viene ben spiegato da Meier nel testo “Il sogno come terapia” il quale lo definisce come un sogno che indica possibili modalità di risoluzione del problema.

Tali sogni derivano dalle pratiche dei tempi greci, Esculapio, Deli ecc.. dove i malati venivano introdotti in caverne (catacori=prigioniere del tempo)  e indotti ad attendere un sogno che doveva fornire indicazioni per la cura.

Secondo Jung l’interpretazione dei sogni (poiché si basa su una serie di sogni e non su uno solo) deve necessariamente essere inserita nella conoscenza del soggetto poiché ineluttabilmente legata alla situazione cosciente dello stesso. Molte volte inoltre il sogno manifesta una relazione compensatoria con l’atteggiamento eccessivamente unilaterale del soggetto, ossia il sogno è un espressione dell’inconscio che riequilibra la dimensione cosciente.

In definitiva lo studio e l’interpretazione dei sogni si colloca nella psicologia analitica e nella teoria dei complessi di C.G. Jung come uno degli strumenti per comprendere e ri-orientare il comportamento cosciente del soggetto che mostra disfunzionalità a vari livelli condensate e concretizzate nel malessere e nell’emergere di sintomi psico-fisici.

I sogni possono altresì indicarci la strada che potremmo percorrere o quella che già stiamo percorrendo senza esserne tuttavia completamente consapevoli.

BIBLIOGRAFIA

C.A. MEIR “ IL SOGNO COME TERAPIA” ED. MEDITERANEE

C.A. MEIR “L’INTERPRETAZIONE DEL SOGNO” ED. MEDITERANEE

C.G. JUNG “FREUD E LA PSICOANALISI”VOL 4 OPERE ED. BOLLATI BORINGHIERI

C.G. JUNG “L’INCONSCIO” ED.OSCAR SAGGI MONDADORI