Autore: Dott.ssa Ada Moscarella

vedi Blog dell’Autore http://www.ampsico.it/index.php/consigli-sulla-genitorialita/254-far-fare-i-compiti-al-tuo-bambino

 

Una recente ricerca condotta in Inghilterra e presentata in occasione del Bett Educational Technology Trade Show a Londra ha evidenziato come, su un campione di ben 2000 famiglie con figli tra i 5 e i 15 anni, 1 genitore su 6 faccia i compiti al posto del figlio.

Il desiderio che spinge i genitori a questo comportamento, secondo quanto riferito da loro stessi, sarebbe quello di fare in modo che il figlio abbia bei voti.

Dai dati della ricerca emerge, inoltre, un altro dato interessante: 1 coppia su 20 litiga sul modo di gestire il problema dei compiti del figlio.

E’ evidente, quindi, che i compiti a casa non sono una faccenda che riguarda solo il bambino o l’adolescente, ma anche i suoi genitori.

Ma i compiti non sono solo una seccatura o addirittura motivo di conflitto familiare: essi, se ben gestiti, sono soprattutto un’opportunità di crescita formativa e relazionale.

  • Per il ragazzo i compiti sono l’occasione per:

        a) verificare l’apprendimento proposto in classe;

        b) acquisire nuovi strumenti e contenuti;

        c) porsi nuove domande.

  • Per i genitori i compiti sono l’occasione per:

        a) stare col figlio e fare insieme un lavoro;

        b) fare il punto sui passi della crescita del ragazzo, sia dal punto di vista cognitivo               sia emotivo-relazionale;

        c) rendersi conto dell’andamento scolastico.

I compiti a casa sono, soprattutto, un’occasione per accrescere l’AUTODISCIPLINA del bambino: per svolgerli deve infatti imparare a DARSI TEMPI e a SEGUIRE DELLE REGOLE. Compito dei genitori, allora, è quello di aiutarlo a sviluppare questa AUTONOMIA.

Ecco di seguito alcuni suggerimenti per aiutare tuo figlio a vivere i compiti nel modo più utile:

a) IMPOSTARE UNA ROUTINE: scegli insieme al bambino un luogo della casa dove potrà svolgere i compiti. Non essere rigido a volerlo per forza alla scrivania della sua camera col quaderno: qualsiasi stanza con una superficie libera e comoda per scrivere, nessuna tv o radio accesa e buona luce andrà bene.
Soprattutto per i bambini più piccoli saranno importanti i messaggi che accompagneranno il momento dello svolgimento dei compiti. Frasi come «prima il dovere e poi il piacere» rischiano di far intendere al bambino che dovere e piacere sono due cose che non possono coesistere… e per i bambini l’apprendimento è una delle principali attività!!

b) COMUNICARE E MOSTRARE INTERESSE: cerca di far diventare la scuola un argomento di conversazione, in un clima quanto più possibile di apertura e disponibilità, in modo che il bambino si senta naturalmente accolto nel racconto di ciò che gli accade, di positivo o negativo, in classe. Se hai la sensazione che il bambino stia vivendo un problema che non sta raccontando, non forzarlo a raccontare: cerca, invece, di utilizzare strategie più “indirette”, come coinvolgerlo in un’attività durante la quale richiamare“casualmente” l’argomento “vita di classe” (ad esempio facendo insieme un disegno). Attenzione però a non scivolare in un atteggiamento permissivo né a lasciarsi andare a critiche rivolte all’insegnante davanti al bambino: se hai dei dubbi o perplessità, parlane direttamente con lei!

c) INCORAGGIA LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA’ DI DOPO-SCUOLA: servirà a dare della scuola un’immagine più “leggera” e soprattutto a favorire le relazioni amicali fra i compagni di classe. Attenzione però a non sovraccaricare la vita del bambino con troppe attività extrascolastiche!

d) NON ETICHETTARE! Vale per le etichette negative (è pigro) e per quelle positive (è un genio). Le etichette sono “prigioni”: non ci permettono di immaginare la diversità, sia per noi stessi sia per gli altri.

e) NON FARE CONFRONTI: né tra fratelli o sorelle né con i compagni di classe. La scuola e l’apprendimento non devono essere vissuti come una gara, ma come un’occasione di crescita e scoperta, di sé e degli altri.

f) AIUTARE Sì…SOSTITUIRSI NO! Soprattutto all’inizio del suo percorso scolastico il bambino può incontrare difficoltà a svolgere i compiti o comunque può impiegare molto tempo a fare cose semplici…per un adulto però! Per un bambino la paginetta di lettere “a” è complicata tanto quanto lo è per noi risolvere una disequazione trigonometrica! Quindi non lasciarti andare a frasi come «su è facile» e non cedere alla tentazione di fare il compito al posto del bambino! Bisogna accompagnarlo a raggiungere il risultato magari invitandolo a comportarsi come se lo sapesse fare, per mettere in evidenza cosa è riuscito effettivamente ad ottenere e cosa lo mette in difficoltà.

g) ATTENZIONE AI MOMENTI DI PASSAGGIO: il passaggio da un ciclo scolastico all’altro può essere difficoltoso per alcuni bambini e ragazzi, che oltre a doversi impegnare in nuove relazioni (con nuovi amici e nuovi insegnanti) possono avere difficoltà ad adattare il proprio metodo di studio: in questi casi il primo sostegno è l’INCORAGGIAMENTO.

E se nonostante tutti questi accorgimenti e questa dedizione il tuo bambino ha ancora forti difficoltà a fare i compiti?
Presta attenzione ai segnali che ti descrivo in questo articolo: potrebbe non essere solo questione di pigrizia!