Autore: Dott.ssa Sara De Maria

vedi Blog dell’Autore http://www.sarademaria.it/il-papa-durante-il-parto/

 

In base alla mia esperienza, posso dire che i papà ci vogliono essere.
Desiderano essere presenti al momento della nascita del loro bambino e non perdersi i suoi primi istanti di vita. Vogliono aiutare le loro compagne nella traversata oceanica che è il parto per raggiungere l’isola felice del primo incontro.

Alcune donne raccontano che la presenza dei loro compagni è stata fondamentale, si sono sentite sostenute e incoraggiate e dicono che senza non ce l’avrebbero fatta.

Chiaramente non è sempre così, molte donne non hanno un compagno oppure preferiscono avere la presenza della madre, della sorella, di una amica o della doula, ritengono il parto un “fatto di donne”; ma questa volta si parla dei papà, finalmente.

Cosa dire a questi papà che, soprattutto se in ospedale, si trovano in un ambiente non familiare ad assistere la propria compagna in un momento così catartico, stravolgente, doloroso e magico? Come possono rendersi utili, a quali cose devono fare attenzione?

Quando mi viene chiesto cosa può fare il papà durante il travaglio, mi piace proporgli il ruolo di “guardiano dell’ossitocina”: ovvero attento a favorire il maggior confort possibile alle loro compagne.
Se la donna si sente al sicuro, è tranquilla e può concentrarsi esclusivamente sul suo travaglio, l’ossitocina può scorrere senza interruzioni. Sappiamo che l’ossitocina e l’endorfina permettono il progredire del travaglio, se la loro produzione non viene interrotta dall’arrivo dell’adrenalina (che è loro antagonista e viene prodotta a seguito della paura, tensione e fastidio… ) il travaglio progredisce, altrimenti può rallentare o fermarsi e l’ossitocina verrà fornita artificialmente per aiutare il progresso del travaglio.

In termini pratici, cosa fa un “guardiano dell’ossitocina”?
Sicuramente deve fare attenzione a ciò che circonda la mamma:  che l’ambiente non sia troppo caldo o freddo, che la luce e i rumori non siano di troppo disturbo, aiutare la donna a cambiare spesso posizione e se lo desidera muoversi o passeggiare. Offrire qualche massaggio al bacino e accompagnarla durante le contrazioni e incoraggiarla alla fine di ognuna, farla sentire a suo agio e che sta andando tutto bene. Può parlare al personale medico e aiutarla a prendere decisioni in base alle loro proposte.
Occorre però specificare che è molto importate che la coppia durante la gravidanza abbia fatto un “piano” dei propri desideri, a partire dalla scelta del punto nascita, e che si sia fatta un’idea delle numerose possibilità di scelta possibili nel periodo perinatale.

Tempo fa durante una conferenza, un’ostetrica che vive sull’isola di Bali  ha raccontato una credenza dei loro posti.
Si dice che al momento della morte ogni anima riveda la propria vita come in un film al contrario: cioè dal momento della morte fino al momento della nascita. Il momento della nascita diventa quindi l’ultima immagine e permea fino a quando la nuova anima decide di incarnarsi nuovamente.
Ai padri quindi, questa ostetrica, consiglia di pensare in anticipo al primo momento e di prefigurarselo nei dettagli, di preparasi spiritualmente a questo incontro così da non lasciare al caso il loro primo gioco di sguardi che sarà anche l’ultima immagine che quest’anima vedrà alla fine della sua esistenza.

E tu, futuro papà, come accoglierai il tuo bambino?