Autore: Dott.ssa Emanuela De Bellis

vedi Blog dell’Autore

 

20140425_190151

E mentre finisco di preparare la spropositata quantità di pietanze tradizionale del mio primo maggio, ripenso a Monopoli (la città, non il gioco…): non per i panzerotti, che non riuscirò mai a fare buoni come i loro (quest’anno è l’ultima volta che ci provo, siete tutti avvisati), ma per l’inevitabile dilemma sulla destinazione dell’olio usato.

Quest’anno, tanto per dare un’altra possibilità alla Capitale, ho fatto un’ulteriore ricerca: sul sito dell’Ama viene suggerito di portarlo nei centri di raccolta, insieme ai rifiuti ingombranti; quando poi si va nella pagina dei centri di raccolta, l’olio viene inserito all’interno di un elenco misto, tra le pile e i contenitori di vernice.  Sarà malafede, ma il dubbio che non venga smaltito in maniera corretta c’è.

C’è poi un consorzio degli oli usati, che però si occupa solo di oli lubrificanti, e un servizio per ristoranti e friggitorie, ovviamente a pagamento.

Anche quest’anno, quindi, raccoglierò l’olio usato in una bottiglietta di plastica; poi lo porterò ai centri di raccolta, sperando che lo smaltimento avvenga correttamente. I monopolitani, invece, lo raccoglieranno come in bottigliette di plastica, per poi gettarlo, sotto casa, negli appositi contenitori di raccolta (come quello che vedete in foto), che da un lato rendono più comoda e agevole la faccenda, dall’altro svolgono un’importante funzione di comunicazione e di educazione: giorno dopo giorno, quando scendendo per strada ti trovi davanti un raccoglitore che ti spiega come smaltire l’olio e ti racconta i danni provocati dall’abitudine a versarlo negli scarichi, anche la persona meno informata e meno attenta all’ambiente comincia ad assumere una buona pratica.

Sperando che questa buona pratica si possa estendere alle istituzioni capitoline, auguro a tutti un buon primo maggio!

Ps. Voi come smaltite l’olio della frittura? Lasciate un commento!