Autore: Dott. Roberto Solinas

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L’amore impossibile poggia su un semplice principio: per infatuarmi o innamorarmi di qualcuno non è affatto necessario che io sia ricambiato.

Nel film di Francois Truffaut del 1975 “Adele H. una storia d’amore” la protagonista vive un amore impossibile e sviluppa sia una dipendenza affettiva prima, che i  comportamenti dello stalker in seguito. L’opera cinematografica trae lo spunto da una storia vera e dalla scoperta nel 1955 dei tragici diari di Adele Hugo la seconda e meno  conosciuta figlia di Victor Hugo. La vicenda accade nella seconda meta dell’800. Adele ha una relazione, poi conclusa, con il tenente degli ussari Pinson ma non si rassegna alla perdita.  La ragazza con una determinazione invincibile lo rincorre. Lei, in apparenza, è partecipe alla vita sociale, ma vive dentro di sé un’esistenza dolorosa umiliante e senza speranza. Scrive continue lettere che non avranno risposta, pagine di diario colme di angoscia e solitudine, partecipa a sedute spiritiche in cerca di certezze e rincorre, caccia, perseguita e bracca come una preda quel suo amore indifferente. Senza ottenere mai nulla… La sua lotta commovente e disperata non conosce però  dubbi o esitazioni. Lei ama quell’uomo disinteressato e spregevole, si sottomette e si umilia a lui, fino al progressivo degrado mentale, fino alla progressiva alienazione dalla realtà. Sempre sola, attraversa il mondo, fino alle Barbados dove il reggimento del suo “amore” è di istanza. Ormai sfiorita, consunta e ridotta in miseria, ora incontra il suo oggetto del desiderio e non lo riconosce più. E’ diventato solo un ombra, un’immagine della mente. Lì, una comune donna del popolo intuisce il suo dramma, si prende cura del suo corpo e la riporta in Francia  dove concluderà i suoi anni in una clinica psichiatrica.

La dipendenza affettiva si mostra con una dedizione assoluta all’altro. Dedicarsi esclusivamente al suo benessere e rinunciare al proprio…

La personalità dipendente ama partner problematici, nega i propri bisogni e si concentra solo su quelli dell’amato. Soprattutto è una problematica femminile. Chi è dipendente affettivo non ha le risorse per uscire dalla relazione, pur giudicandola correttamente, senza speranza.

Il timori sottostanti e profondi sono l’abbandono, la solitudine, la paura di cambiare e di sviluppare le proprie capacità individuali.

Spesso si sviluppano anche sintomi come ansia generalizzata, malinconia o depressione, idee ossessive e compulsive… Chi sviluppa una dipendenza affettiva per non ferire mai l’altro distrugge silenziosamente se stesso.

L’adesione acritica e la fusione con l’amato, che si trova comunemente nell’innamoramento, qui perdura sempre. Poco a poco entriamo in una dipendenza affettiva che poi può originare un pericoloso stalking in una delle sue  variegate costellazioni.

Sul tema della dipendenza affettiva Robin Norwood scrive :”Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo”.

Se “la passione d’amore” è dolorosa la via della guarigione è tortuosa. Alcuni punti non esaustivi di questo percorso possono essere…

Riuscire a cercare aiuto. Trovarsi un terapeuta fidato. Considerare se stessi prioritari e sopra qualsiasi cosa. Sviluppare assertività e autostima. Riuscire a condividere con altre persone (ad esempio un gruppo di sostegno) le cose che sto apprendendo e di cui mi rendo progressivamente conto. Imparare ad ascoltare se stessi e volersi bene nei comportamenti. Superare ossessioni e paure. Migliorare la propria negoziazione e relazione all’interno della coppia. Oltrepassare la dipendenza da psicofarmaci. Perdonare…

Lo stalking è invece una costellazione di comportamenti dove un persecutore caccia la sua preda procurandole danni e un’ansia diffusa che la compromette nel vivere la quotidianità.

Oggi lo stalking è un problema sociale e in molti stati un reato penale e un crimine. Il “cacciatore”, prevalentemente un uomo, attua una serie di molestie e di azioni intrusive e ripetute attraverso comunicazioni indesiderate, contatti indesiderati e comportamenti associati.

L’intento del persecutore è ristabilire il rapporto o vendicarsi per il rifiuto.

Lo stalking sostituisce simbolicamente l’intimità perduta attraverso una relazione fantasticata che compensa l’assenza della relazione reale.

Qui il problema è che in fondo lo stalker è un “corteggiatore incompetente”, che non è in grado di relazionarsi ed entrare veramente in contatto con l’altro sesso e interpretare in modo corretto i segnali che riceve dagli altri.

Alcune caratteristiche comuni sono spesso… gelosia, narcisismo, fallimenti sentimentali, necessità di controllo sugli altri, socialità inadeguata, visione di sé vittimistica, anassertività , oscillazione dell’umore tre rabbia ed amore, eccessiva dipendenza da altri, difficoltà a distinguere fantasia e realtà.

L’approccio terapeutico può funzionare se, tra l’altro…

Lo stalker è realmente motivato al trattamento. Riesce a interiorizzare profondamente che i suoi comportamenti allontanano e disperdono tutto ciò che in passato è stato o è rimasto positivo rispetto a quel rapporto. Se è in grado di avere una buona elaborazione del lutto. Se si ottiene un indebolimento delle convinzioni deliranti, se si riesce a ridurre l’isolamento sociale che lo caratterizza, se riesce ad apprendere migliori modalità relazionali a qualunque livello.

Gli amori impossibili sono estremamente vari nelle loro espressioni e “liberarli” non è affatto scontato…