Autore: “Il mondo di Galatea”

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E poi all’improvviso, il lavoro finisce e sei in vacanza. Non ci sono più gli orari, non ci sono le scadenze, non ci sono le cose da consegnare in tempo scapicollandosi, le carte da compilare, gli appuntamenti scanditi come un percorso dei marines: il lavoro, puff, è sparito. C’è attorno a te quel meraviglioso senso di nulla, che è il vuoto delle infinite possibilità, ma come sempre il vuoto spaventa, perché il vuoto è una perdita di senso e il senso della nostra vita è anche un po’ lì, nelle cose che facciamo e in quelle che siamo costretti a fare, e quando ci mancano, all’improvviso, ci sentiamo spiazzati.

Si dissolve il lavoro e con lui ci dissolviamo anche noi, e nelle vacanze ci inventiamo un ‘identità che non è quella nostra davvero, ma che ci serve ad affrontare quel tempo in cui non possiamo essere i soliti che siamo. Riempiamo le vacanze di tante cose, allora, come uno stipetto da intasare di oggetti: sport, viaggi, amici, cene, passeggiate, passioni, amori. Quello che non abbiamo il tempo di fare lo facciamo tutto assieme, condensato in pochi giorni, durante in quali cerchiamo di non avere nemmeno un minuto libero, perché il vuoto non ci è amico, il vuoto è una vertigine, il vuoto ci spaventa.

E così nelle vacanze ci illudiamo di essere come veramente siamo, e invece siamo la nostra maschera da vacanza, quella che inventiamo per passare il tempo e gabbare il vuoto, che ci fa paura anche quando è riposante e ben disposto, e ce lo andiamo a cercare noi.