Autore: Giovanni Iacoviello

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Chi è bravo a parlare sa anche insegnare?

“Se insegni qualcosa a uno, non l’imparerà mai” – George Bernard Shaw

E’ meglio andare a vedere le star mentre si esibiscono nelle loro abilità, o mettersi nelle condizioni di fare pratica per imparare a nostra volta? Dipende dai nostri obiettivi, e a volte anche dalla nostra voglia di fare o di metterci in gioco e da cosa intendiamo per formazione.

Se io dicessi che andare a “vedere” una conferenza di un grande formatore americano è un evento adrenalinico, con centinaia di persone presenti, ma c’è il rischio a volte di non imparare nulla perché in una giornata intensiva non può essere dato abbastanza tempo a tutti i presenti di esercitarsi sull’argomento, mi si potrebbe rispondere, come è capitato: e tu credi di essere più bravo di X (nome della star di turno)? Assolutamente no, anzi, ancora di più: io stesso ho letto libri e ho a casa audio-corsi della “star” menzionata e penso che sia veramente preparata e competente. Ma non è questo il punto. Potete andare a vedere i Metallica suonare, e dire che sono bravi, come musicisti e come attori del palco. Ma potete dire che dopo essere andati al loro concerto avete imparato a suonare?

Per contro, ci sono grandi maestri di canto che sanno insegnare, ma non sono famosi come cantanti. E ci sono bravissimi arbitri di calcio, ed esperti strapagati per venire a dire la loro nelle trasmissioni calcistiche, ma sanno a malapena dare un calcio ad un pallone.

I modelli di eccellenza.

Certamente è un’ottima esperienza andare a vedere i Metallica per chi vuole imparare a suonare, così come andare a vedere un formatore famoso per un cultore della crescita personale. E’ sempre utile studiare i modelli che eccellono in un’abilità. Ci possiamo ispirare a loro. Ma non è altrettanto utile per la nostra crescita imitarli. Se imito i Metallica posso fondare una cover band, ma non diventare un musicista col proprio stile. Se imito un formatore che ammiro sarà ben difficile ispirare a mia volta. Si chiederanno: è il suo sostituto, o magari la controfigura nei film?

Tra il dire e il fare…

Si può leggere nel Vangelo secondo Matteo, 23: 1-3 (Incongruenza e vanità): “Fate e osservate quello che vi dicono, ma non quello che fanno. Perché dicono, ma non fanno”. Si parla di cattivi maestri, di chi dice di fare una cosa ma poi si comporta in un altro modo. Nelle aziende i titolari possono insegnare molto dei valori aziendali anche senza scriverli a caratteri cubitali su una bacheca, ma inglobandoli nel proprio comportamento. Il potere del buon esempio è comunque limitato ad alcune azioni, non può quindi sostituire un training per un’abilità articolata e complessa. Ma certamente stimola un comportamento più che l’essere criticati sulla sua dimenticanza o assenza da chi a sua volta ne decanta l’importanza e poi agisce al contrario.

“Se vuoi vedere, impara ad agire”.

Questa frase era uno dei cavalli di battaglia del cibernetico Heinz von Foerster. Puoi imparare in profondità una cosa solo attraverso le azioni, non con i ragionamenti, fatti o ascoltati. Per generalizzare un apprendimento c’è bisogno di mettersi alla prova, sbagliare, imparare dagli errori, ricavarne anche una propria teoria personale, modificarla elasticamente in base a nuove esperienze. A tal proposito un proverbio della Nuova Guinea recitava: “La conoscenza è solo una chiacchiera, finché non è nei muscoli”. Similmente, Paul Watzlawick sosteneva che la lettura di un libro di grammatica non equivale ad imparare una lingua.

Per le persone che hanno voglia di imparare, può essere utile sia andare a vedere i buoni esecutori che non sanno insegnare, sia esercitarsi con i cattivi esecutori che sanno stimolare l’apprendimento. Ma non dovremmo mai fare a meno, se vogliamo acquisire una nuova abilità o potenziarne una e non solo esibire il biglietto della conferenza per dire con orgoglio “io c’ero”, di quei maestri che non dedicano sempre tanto tempo nell’esibirsi, ma ci fanno provare ed esercitare, e ci aiutano ad essere autonomi, incentivandoci a coltivare il nostro stile personale. Formatori esperienziali appunto, e non semplici conferenzieri.