Autore: Giovanni Iacoviello

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“Non c’è nulla di buono o di cattivo al mondo se il pensiero non lo fa tale” William Shakespeare

Ho sentito una volta di un ragazzo che, dopo aver indossato una maglietta firmata, fu “accusato” di seguire la moda. Egli rispose che la indossava proprio perché non seguiva la moda. Che cosa avrà voluto dire? Che la sua rappresentava una scelta, forse, che poteva venire interpretata?

C’è chi volontariamente e dichiaratamente si rifiuta di fare pubblicità o promuoversi perché è contro il marketing, o contro le parole,  i concetti e le immagini che lo richiamano. Le persone appartenenti a questa categoria possono avere molteplici ragioni. Magari hanno conosciuto qualche persona senza scrupoli nel passato che ha agito scorrettamente, ed era un uomo o un donna di marketing o del mondo del business. Alcuni sono contro il plus valore. Altri imitano una persona che ammirano e alla quale vogliono assomigliare per promuovere i valori in cui credono, o magari solo per ottenere approvazione sociale. Alcuni di loro dalla propria attività ricavano comunque molto denaro. Una parte ulteriore di questi può rifiutare di farsi vedere maneggiare questo denaro, pagando qualcuno per adempiere a questa mansione. Ognuno ha le sue buone ragioni per ogni scelta.

A volte, però, c’è da chiedersi quanto le nostre categorie siano reali e assolute, o siano da noi costruite, e dipendano da che punto di vista guardiamo le cose, dove guardiamo e cosa vogliamo vedere. Così ad esempio un osservatore può parlare della vendita di musica definita “commerciale”. E un altro può chiedersi se si possa in assoluto “vendere” qualcosa di non commerciale.

Nel 1962 il sociologo Everett Rogers teorizza un modello di diffusione delle innovazioni, ancora oggi molto usato per idee, prodotti e servizi, e tutto ciò che si può diffondere. Attraverso un grafico con una curva, indica i vari tipi di utilizzatori che si succedono nell’evoluzione dell’idea. La prima parte della curva è rappresentata da innovatori e utilizzatori iniziali. Successivamente ci sono la maggioranza iniziale e quella tardiva. L’ultima parte della curva è rappresentata dai “ritardatari”, quelli che adottano un prodotto o servizio solo quando ormai quello precedente non è più reperibile, come ad esempio è accaduto per i cd che hanno soppiantato le musicassette.

Ci si può chiedere: i ritardatari del cd erano contro la moda del cd, o seguivano la moda di non utilizzare i cd? O erano soltanto pigri o timorosi del nuovo? O entrambi? Ognuno ha le sue buone ragioni, e probabilmente ce ne sono molte altre altrettanto valide. Però è interessante notare come ogni nostra scelta ci fa appartenere ad una categoria non tanto fissa, immutabile e certa, ma dipendente dall’occhio che guarda e classifica. Il filosofo Blaise Pascal diceva che le cose percepite dai sensi sono sempre vere. Però diceva anche che dipendono da che lato guardiamo le cose. Abbiamo sempre la libertà di scegliere dove guardare e da che angolazione, e cosa guardare. E ognuno ha le sue rispettabilissime ragioni.

Così, nei nostri giorni, c’è chi fa pubblicità e marketing. Chi si rifiuta di farlo, però fa molti sforzi per far conoscere sé e le proprie idee frequentando eventi, feste, situazioni e aperitivi il più possibile per parlarne. E se far conoscere vuol dire rendere pubblico, ci si può chiedere se non si stia ancora facendo pubblicità. C’è chi si rifiuta di farne più di tanto, come a dare un’immagine equilibrata di sé, in un marketing moderato. Ognuno ha i suoi motivi e le sue credenze.

Oggi ci sono buone ragioni per utilizzare la tecnologia o le innovazioni per farsi conoscere, o per fare marketing, o per fare anti-marketing, o marketing moderato. Ci sono anche buone ragioni per non usare le innovazioni. O per seguire le mode innovatrici. E buone ragioni per seguire la moda di non utilizzare la tecnologia e le innovazioni. Per tutte queste buone ragioni si può usare – o continuare a non farlo – i siti web, i blog, le e-mail, i social network. Mezzi che potrebbero essere usati da persone e aziende senza scrupoli, oppure da persone e aziende encomiabili, e che ad esempio vengono usate anche dal Vaticano. Mezzi buoni o cattivi. O fatti tali, come diceva Shakespeare, dal nostro pensiero.

Lavorate con amore. E metteteci passione nel far conoscere la vostra idea, con i mezzi e i modi che amate.