Autore: Luana Tallarita

Jazz Musician Designer Antropóloga, Filósofa

 

Che cos’è lo spazio dal punto di vista del potere. È uno strumento di questo, entro cui le sue azioni possono manifestarsi. Dominare lo spazio vuol dire avere un potere. I concetti di spazio e tempo sono collegati. Sono i sensi a dirci dello spazio e della realtà che si occupa vivendo. Lo Spazio, può essere un luogo geografico, avente caratteristiche proprie che favoriscano il dominio, il controllo e le azioni di potere. Perché il potere ha bisogno di un luogo in cui manifestarsi. Lo spazio identifica in se i concetti di pieno e di vuoto.  Per Platone èciò che è sempre ma che non ha un’origine e ciò che diviene sempre ma non è mai. Nella visione aristotelica materia e spazio si identificano in quanto le cose sono in un luogo. Il pensiero, per Cartesio, è sostanza corporea che è lo spazio. La sostanza è materia, ha estensione e proprietà spaziali, lo spazio è materia. Ma lo spazio è anche ordine dell’esistenza delle cose.  Immagine di cui se ne postula l’esistenza  a partire dalla sua stessa esistenza. Un idea che deriva dall’esperienza sensibile. forma a priori di ogni esperienza. Da Leibniz, a Hobbes, Locke, Hume e Kant, si teorizza attorno alla natura dello spazio, che si produce e riproduce per fuggire l’entropia. Lo spazio e l’attività umana sono strettamente correlate. Così come lo è il potere, con lo spazio di cui ha bisogno per manifestare se stesso. Perimetro esterno al corpo dell’individuo ancora da delimitare. Il corpo è il primo spazio naturale, ma non è solo spazio fisico. L’uomo costruisce il suo spazio e infatti le società sono chiavi di comprensione dello spazio. Lo spazio sociale rappresenta le tre categorie: forma, funzione e struttura. Implica il concetto di territorialità, che favorisce l’organizzazione e la vita collettiva. Lo spazio naturale appare come una totalità di relazioni interdipendenti, una spazialità intesa come costruzione sociale riferita a un organismo pensato e costruito, di cui se ne occupa la geografia. La cultura in quest’ottica è il motore, strumento per favorire l’azione umana e l’insieme di tecniche e di saper fare, applicate per dar forma alla materia. Lo spazio favorisce a scoperta delle capacità umane latenti. Al rapporto con questo sono legati giochi di potere e tensioni sociali, e anche l’esercizio del potere che si basa sulle relazioni che determinano l’uso del suolo, a volte legate ai legami di parentado. Le tensioni sociali che si producono sono strumenti di trasformazione dello spazio. Infatti il concetto di dominio è correlato a quello di spazio, così come quello di consenso. Il potere politico ha natura differente dal senso di dominio, perchè la sua legittimazione si basa su altre distinzioni del potere. La società, nasce sull’equilibrio tra il comandare e l’essere comandati. Lo spazio trasmette i messaggi di egemonia di potere e dominazione, in cui avvengono le rappresentazioni di tutte le relazioni sociali. Relazioni sociali ed economiche si gestiscono nello spazio geografico e urbano strutturato a causa della forte competizione sociale. Il potere di creazione della società si manifesta anche e soprattutto nella creazione del suo spazio. La tecnica nasce dalla volontà di sostituire l’ecosistema iniziale con un’organizzazione spaziale controllata. Anche per determinare la possibilità di avere una percezione degli altri, attraverso le interazioni che vi si instaurano. Lo spazio ha anche la capacità di parlare attraverso un linguaggio silenzioso, fatto di dinamiche sottili, distanze e cose non dette, un mondo fatto di percezioni come è quello della prossemica. Dove lo spazio personale e sociale diviene un processo che concilia gli elementi fisici che gli sono propri, con il comportamento, come concettualizzato da Edward Hall.