Autore: Dott. Giovanni Iacoviello
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Si è portati per la creatività? Ci sono persone creative e altre che non lo sono e non lo saranno mai? Oppure possiamo utilizzare delle procedure che ci aiutino nel nostro piccolo a generare nuove idee?
Ognuno di noi quando parla è creativo per Noam Chomsky.
Per il professore emerito di linguistica statunitense, una delle caratteristiche essenziali del linguaggio è la creatività, intesa come l’abilità del parlante di produrre e capire frasi mai pronunciate da alcuno prima.
Creare varianti con le stesse regole, o variazioni che cambiano le regole.
La creatività nel linguaggio viene ricondotta dallo studioso a due tipi: quella “governata da regole”, e quella “che cambia le regole”. Mentre quella del primo tipo nel creare nuove combinazioni di parole è evidente nel nostro parlare di tutti i giorni, quella del secondo è più graduale, data dall’accumularsi di originali deviazioni individuali dalle norme grammaticali, che finiscono per cambiare tali regole. Potremmo variare accidentalmente una regola, o volutamente e in modo scherzoso, e questa variante potrebbe finire per essere ripetuta, fino a entrare nell’uso. Se tutti noi riusciamo ad essere creativi ogni giorno usando come mattoni le parole del linguaggio per costruire frasi nuove, chi ci impedisce di pensarci capaci di combinare in modi diversi e utili i mattoni delle nostre competenze? O di fare una lettura diversa di una situazione quotidiana e ricorrere ad una soluzione differente e più efficace per risolvere uno stesso problema?
Il pensiero laterale di De Bono.
Per Edward De Bono il pensiero logico sviluppato sin dalla scuola dell’obbligo dovrebbe essere integrato con quello creativo. E invece di solito la creatività viene trattata alla stregua di qualcosa di desiderabile, a suo avviso. Il famoso esperto di creatività ci insegna quindi che, al di là dei luoghi comuni, non ci sono persone creative e altre no, ma lo siamo tutti, purché ci esercitiamo nelle procedure del pensiero creativo. Come ad esempio usando il pensiero “laterale” (Creatività e Pensiero Laterale, De Bono 1970). Mentre l’uso del pensiero razionale è simile allo scavare nella stessa buca più profondamente, l’uso del pensiero laterale consiste nello scavare la buca da un’altra parte. Ciò probabilmente comporta l’uscire ogni tanto dalla nostra area di comfort, in cui facciamo l’uso rassicurante delle soluzioni già note. E l’addentrarci come bambini curiosi ad esplorare il nostro ambiente come se non lo conoscessimo, per trovarvi nuove combinazioni del fare.
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