Autore: Dott. Giovanni Iacoviello

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“Ma le canzoni / son come i fiori / nascon da sole / e sono come i sogni / e a noi non resta /

che scriverle in fretta / perché poi svaniscono / e non si ricordano più”

Vasco Rossi, Una canzone per te

 

Dove troviamo tempo per generare buone idee per migliorare il nostro lavoro, o per promuoverlo, se siamo già tanto impegnati a lavorare? E se non siamo nati con la predisposizione per la creatività?

Edward de Bono: possiamo essere tutti creativi sin da piccoli.

L’esperto mondiale di creatività fa notare che essa non è relegata solo all’arte e a certe persone, ma può essere incentivata nei risultati (creazione di nuove idee) imparando i giusti procedimenti a tutte le età: “Allo scopo di riuscire a servirsi della creatività, si deve liberarla da quest’aura di misticismo e considerarla come un modo di usare la mente, un metodo di trattare le informazioni”.

I processi automatici e la generazione di idee.

Quando siamo impegnati in un lavoro, se non dobbiamo impiegare tutta l’attenzione per apprendere nuove procedure, ma utilizziamo schemi motori ben appresi e quindi automatici, la nostra mente può vagare nei pensieri. Pare che il biochimico americano Kary Mullis abbia avuto l’idea del metodo di amplificazione del Dna per gli esami di laboratorio, che gli valse il Nobel, mentre guidava lungo un rettilineo (che non vi venga in mente di lavorare a un’idea mentre guidate: un conto è se l’idea vi arriva da sola, un conto è se cercate attivamente di farvela venire, il che è pericoloso se siete alla guida). Se il lavoro è semplice e a basso rischio, e ripetitivo (come ad esempio inscatolare del materiale o assemblare degli oggetti, o fare esercizio fisico) può capitarci di ripensare ad alcuni momenti della giornata, oppure a problemi che dobbiamo risolvere, o a impegni che dobbiamo organizzare, e magari ci può venire un’idea.

“Affacciarsi” a cercare idee.

Si racconta che l’etologo Konrad Lorenz facesse fatica a spiegare alla moglie che, mentre guardava fuori dalla finestra, stava lavorando! Vuoi perché osservava gli animali, vuoi perché era libero di far vagare il pensiero, verosimilmente questi potevano essere momenti tra i più proficui per lo studioso.

Anche nei casi di stacanovismo, tutti noi abbiamo durante la giornata vari momenti di attesa. Sono quei momenti in cui guardiamo fuori dalla finestra del treno o del bus, attendiamo in linea, siamo in ascensore, oppure facciamo uno spuntino o due chiacchiere con un collega, etc.

Come non farsi sfuggire le idee per Paul Leroux.

A volte non riusciamo ad utilizzare delle buone idee non perché non ne abbiamo, ma perché, quando ce ne vengono, non le annotiamo. Qualcosa di simile capita a un personaggio della serie televisiva Mad Man, un pubblicitario che durante la notte ha un’idea geniale per una campagna, si addormenta felice sul divano dell’agenzia, e la mattina al risveglio si dispera perché si è dimenticato dell’idea. Il pubblicitario francese Paul LeRoux, nel suo libro sull’arte del parlare in pubblico e di come fare buone presentazioni, notava: “La mente genera molte idee, ma ne trattiene solo alcune. Le migliori idee per la vostra presentazione vi possono venire in treno, mentre leggete, mentre fate jogging. Il punto è che i lampi di genio non arrivano tutti e subito, e quando arrivano non restano a lungo. Appena avete in programma una presentazione, compratevi un mazzetto di cartoncini da 7×12, e portatevene una decina in tasca”.

Quindi anche se siamo degli stacanovisti, nei momenti di attesa durante la giornata, se ci vengono idee è meglio annotarle al più presto su un blocchetto o su un organizer per non rischiare di perderle per sempre. Chissà, magari in passato sono spuntati nella nostra mente dei fiori di rara bellezza, e non ce ne ricordiamo nemmeno.