Autore: Dott. Giovanni Iacoviello

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Il pensiero laterale asserisce: “Sto cercando ma non voglio sapere che cosa sto cercando finché non l’ho trovato”

Edward De Bono

 

Al lavoro è così per tutti: senza obiettivi e priorità si rischia di buttare via tempo ed energia. Ma dobbiamo prima stabilire una rotta certa, oppure a volte può essere utile muoverci e basta e correggere la rotta via via, o integrare le due scelte? Pensiamo a quelle riunioni per risolvere problemi con scaletta rigida, dove si ha l’impressione di aver buttato via il tempo senza soluzioni.

Cercare la soluzione dove si pensa che sia: e se poi non c’è?

Se in una data direzione non ci fosse la soluzione finiremmo in un vicolo cieco, come se cercassimo la causa di una malattia solo con i virologi e scoprissimo tempo dopo che è ereditaria.

Non sarebbe produttivo per qualsiasi gruppo di lavoro partire senza stabilire quale sia la direzione che porta alla soluzione e muovere sotto-gruppi o singoli verso direzioni diverse?

La mente è come una gelatina su cui cadono gocce di pioggia per Edward De Bono.

Ad ogni goccia si creerebbe una traccia che si somma alla precedente sulla gelatina. Così avviene per la mente, dove la sequenza d’arrivo dell’informazione vincola come si disporrà la successiva, creando modelli. Giungerebbe un punto in cui non si produce nulla senza ristrutturare un modello.

L’ordine d’arrivo delle informazioni dà l’elaborazione inferiore a quella possibile.

Anche se l’ordine di arrivo vincola l’organizzazione, parrebbe che l’elaborazione ottimale ne è indipendente. Per l’esperto della creatività De Bono sarebbe grazie alla ristrutturazione intuitiva dei modelli che ci si sposta verso il livello massimo, o creandone nuovi come nell’umorismo e nel pensiero creativo. Si realizza che una data rotta non è la più utile ed è necessario aggiustarla.

Il pittore Giorgione da Castelfranco: evitare di dare una meta al pennello.

Chi ha studiato l’opera del celebre pittore spiega che la sua tecnica consisteva nel disegnare direttamente sulla tela, piuttosto che fare un disegno preparatorio. Pare che l’artista adottasse un processo di aggiustamento continuo nei suoi disegni, tanto che qualche critico sostiene che per lui l’importante era proprio iniziare senza sapere dove arrivare.

Pensiero verticale (razionale) e laterale (creativo): orientarsi e perdersi.

Il pensiero verticale si muoverebbe per De Bono solo se c’è una direzione, il laterale si metterebbe in moto allo scopo di generarne una, esplorando anche percorsi improbabili: “Quando si salta direttamente alla soluzione allora la sua validità non può evidentemente dipendere dalla validità della via attraverso la quale la si è raggiunta […] Esistono circostanze in cui può essere necessario sbagliare allo scopo di essere nel giusto alla fine”. De Bono non ci “vende” il pensiero laterale al posto del verticale, ma ritiene entrambi indispensabili e da integrare tra loro.

Nella scienza, nelle arti, nel lavoro e nella vita, è indispensabile stabilire degli obiettivi. Ma può essere utile anche saper cambiare direzione, idea, tattica, sbagliare strada o tecnica per poi saperne trarre vantaggio e, come  l’artista Giorgione, integrare utilmente il perdersi con il ritrovarsi.