Autore: Dott. Giovanni Iacoviello

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Ma io non la penso così non più / Ho detto che andava bene prima / Ho cambiato la mia mente / L’ho riportata indietro

Dalla traduzione della canzone Erase/Rewind, The Cardigans

Sappiamo quel che è meglio per noi, ciò che fa produrre di più e meglio. Oppure è meglio non saperlo, o dimenticarselo ogni tanto e verificare se c’è un modo diverso o più efficiente di classificare le questioni, l’organizzazione, rispondere alle persone o al mercato?

Riesame periodico e nuove idee per Edward De Bono.

“Riesaminare periodicamente significa osservare di nuovo le cose che sono date per certe, che sembrano al di là di ogni dubbio. Significa mettere in dubbio tutti gli assunti […]. E’ un intenzionale e ingiustificato tentativo di guardare le cose in un modo nuovo, anche se non ce n’è bisogno”. Questa sarebbe una delle ricette per la creazione di nuove idee proposte dallo studioso. Spesso non proviamo a rimettere in discussione le nostre conoscenze e tecniche per pigrizia o per eccessiva fiducia in ciò che ha funzionato in passato. Con un mercato in continuo mutamento però, vale la pena considerare come buona abitudine quella suggerita da De Bono.

 

Rivedere le cose alla luce delle nuove esperienze acquisite.

Un editor italiano ad ogni compleanno ama rileggere il libro “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, che per l’autore è un libro per bambini che si rivolge agli adulti, con possibili vari piani di lettura per ogni età. Ogni anno l’editor in questione scopre nuove sfumature, impara qualcosa di nuovo. Cosa cambia da un anno all’altro? Forse proprio il fatto stesso che sia passato un anno, con tutte le nuove esperienze e conoscenze che ci si porta dietro. Ogni nuova esperienza può andare ad integrarsi con le esperienze precedenti, rinforzandole o modificandole. Per questo può essere utile rileggere un nostro schema operativo o modo di vedere o fare le cose periodicamente, alla luce di ciò che ci hanno insegnato mesi di vita, lavoro, relazioni.

La curva dell’oblio.

Lo psicologo e filosofo tedesco Hermann Ebbinghaus, in una delle pietre miliari della psicologia, “Sulla memoria”, descrisse gli esperimenti condotti su se stesso con cui definì tra l’altro la curva dell’oblio: la memoria dei dati appresi in una determinata sessione diminuisce con il passare delle ore e dei giorni. Anche le nozioni di un esame da trenta e lode, se non utilizzate, sono destinate a decadere negli anni ed essere dimenticate. Così spesso ci sono buone nozioni che abbiamo dimenticato negli anni o mai usato e che possono tornare utili, integrate con le più moderne prassi, e risplendere di luce nuova.

Ciclo di Deming, Kaizen e discussione dei presupposti.

Qualcuno ha indicato come modello per il miglioramento continuo della qualità rivolta ai processi e all’utilizzo ottimale delle risorse aziendali il “ciclo di Deming”, alla base del quale sarebbe necessaria la costante interazione tra ricerca, progettazione, test, produzione e vendita (Plan, Do, Check, Act = pianifica, sperimenta in contesti circoscritti, testa e raccogli i risultati, se il risultato è buono estendi il processo all’intera produzione). Pare che il modello abbia ispirato la pratica del Kaizen (kai = cambiamento, Zen = buono, migliore), termine coniato dallaToyota negli anni ’80 per descrivere la filosofia di business che supportava i successi dell’industria giapponese.

Una filosofia che potrebbe sembrare, con le parole di De Bono: “un ingiustificato tentativo di guardare le cose in un modo nuovo, anche se non ce n’è bisogno”. In effetti pare  che non ci sia stato bisogno per altre aziende automobilistiche di riconsiderare le proprie certezze organizzative, ma nemmeno di replicare lo stesso successo.