Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

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Il sesso induce le persone a unirsi. Si potrebbe dire che si tratta di un unione fisica, non spirituale, ma non è vero. Il lato spirituale della vita può essere separato da quello fisico solo a rischio di distruggere l’unità e l’integrità dell’individuo. L’atto fisico del sesso comprende l’esperienza spirituale dell’identificazione con il partner e della sua coscienza.

Alexander Lowen

Pollicino ha già parlato, e lo farà ancora, di endometriosi. Una malattia che diventa compagna di vita per moltissime donne e di chi con queste donne vive, soffre, fa l’amore. Perchè quando si presenta sintomatica, l’endometriosi sa essere crudele. Sa intromettersi in tutti gli aspetti della vita. Oggi parliamo di quello sessuale insieme con una psicologa, sessuologa, la Dr.ssa Laura Salvai. Attraverso le sue parole vogliamo rendere più visibile il dolore nascosto di milioni di donne che vedono trasformarsi in malessere e frustrazione la loro vita sessuale. Inoltre, la Dr.ssa Salvai farà parte del team di professioniste che sta lavorando con Pollicino alla creazione di un ebook sul tema.

Domanda. Perché, parlando di  endometriosi, si finisce con il parlare di sessuologia?

Risposta. L’endometriosi é una delle principali cause della dispareunia, che consiste in un persistente o ricorrente dolore genitale che si verifica durante i tentativi di penetrazione, oppure durante la penetrazione e i relativi movimenti del pene in vagina. L’endometriosi é una patologia ginecologica e dunque una causa organica di dolore sessuale, ma esistono anche dispareunie di origine psicogena. Il dolore sessuale é alla base di molte disfunzioni sessuali: disturbo dell’orgasmo, disturbo dell’eccitazione, disturbo del desiderio. Per questo motivo l’endometriosi é una problematica di grande interesse sessuologico.

D. Quando è il momento di coinvolgere un sessuologo? Subito, dopo, durante?

A volte accade che il sessuologo sia visto come un professionista “residuale”: dato che il paziente non presenta nulla dal punto di vista fisico e il suo disturbo sessuale permane, allora viene inviato dal sessuologo. È importante, invece, che questa figura professionale partecipi alla presa in carico del paziente anche quando la problematica sessuologica deriva da una patologia organica, proprio perché le sovrapposizioni tra malattia, dolore, sessualità, psicologia, relazioni, sono molto potenti e creano legami e influenze reciproche tali, che é impossibile isolarle e occuparsi di singoli fattori, senza prendere in considerazione anche tutti gli altri. Per questo motivo apprezzo molto l’iniziativa che hai promosso con questo progetto, a carattere così multidisciplinare. Questo é un segnale di cura verso le nostre pazienti, una presa in carico della loro sofferenza, in tutte le sue sfaccettature biopsicosociali. La strategia di approccio e di terapia dei disturbi sessuali nella donna, specialmente quelli causati dal dolore genitale, non può che essere un lavoro interdisciplinare, di “équipe”.

D. Prima parlavi di cause organiche e psichiche alla base dei disturbi sessuali e del fatto che l’endometriosi, causando dispareunia, può provocare difficoltà a questo livello. Puoi aiutarci a capire meglio l’influenza che la malattia ha sulla sessualità della donna?

R. La sessualità é psicosomatica ma anche somatopsichica: la mente influenza le risposte del corpo e lo stato del corpo influenza la psiche. Da qualunque punto si parta, però, le due componenti iniziano ad un certo punto ad influenzarsi vicendevolmente: il dolore fisico può causare sofferenza psicologica, e l’ansia anticipatoria legata al timore del dolore può aumentare la difficoltà a lasciarsi andare e la rigidità del corpo, e avere un impatto sul funzionamento della risposta sessuale (es. mancanza di lubrificazione vaginale); le sensazioni di dolore e disagio, così, possono aumentare. Si crea, quindi, spesso, una spirale di ampliamento e mantenimento dei sintomi.

Il dolore non deve necessariamente caratterizzare ogni tipo di penetrazione, a volte lo si avverte solo in caso di penetrazione profonda o in determinate posizioni che si assumono durante l’atto sessuale. Il dolore può essere avvertito anche solo in alcune circostanze e non in tutte (ad esempio può essere più acuto in determinati periodi del mese). Quando però si fa esperienza di dolore e paura, quando ci si trova in situazioni in cui la propria sofferenza è motivo di difficoltà relazionali, diventa difficile vivere la sessualità con piacere e spesso, questo aspetto, diventa pervasivo nella vita della donna.Si può avere difficoltà a raggiungere l’orgasmo, poi a eccitarsi (la paura del dolore blocca la naturale risposta sessuale riflessa alle carezze del partner) e con il tempo può trasformarsi in un problema più pervasivo, di mancanza di desiderio (se non desidero non rischio di soffrire).

D. Dal punto di vista sessuologico, quindi, come può essere trattato questo tipo di problema?

R. La sessualità é qualcosa di molto semplice ma anche molto complesso. Lo stesso disturbo può avere effetti molto diversi sulla vita di una persona, e ciò dipende da fattori di tipo biologico (es. età, malattie coesistenti, ecc.), psicologico (quali la sua personalità, l’immagine che ha del suo corpo e di sé, ecc.), sociali e culturali (ruoli di genere, valori e ideali, ecc.) e relazionali (funzionamento della coppia, dinamiche di potere, intimità, conflitto, qualità della relazione affettiva, ecc.). A tutto questo si aggiungono gli eventi della vita, le tappe evolutive, l’esperienza precedente, e altre variabili che possono favorire o sfavorire il benessere sessuale.

Prima parlavamo di integrazione: oltre che a livello multidisciplinare, l’integrazione va perseguita anche all’interno del contesto specifico di intervento. Il trattamento sessuologico tiene in considerazione tutto quello che ho appena elencato e in particolare gli aspetti relazionali. I problemi della sfera sessuale sono problemi che coinvolgono entrambi i partner, con quote e modalità diverse. È importante lavorare sulla comunicazione della coppia, che spesso diventa difficile in queste situazioni (ci si accusa a vicenda, non ci si sente capiti, si teme di perdere l’altro, si entra nel sistema dei diritti e doveri sessuali, si nascondono emozioni e disagi, ecc.) e trasformare il conflitto in cooperazione verso un obiettivo comune: quello del piacere condiviso. Accade che a volte l’endometriosi sia un problema sottovalutato e spesso le incomprensioni tra i partner nascono proprio da una scarsa conoscenza della malattia e delle sue implicazioni, dalla incapacità di comunicarsi i propri rispettivi modi di sentire.

Anche il partner della donna viene coinvolto dagli effetti dell’endometriosi: può sperimentare dei sensi di colpa legati al dolore che l’atto sessuale provoca alla compagna, o una sensazione di inadeguatezza per non riuscire ad aiutarla e a farle sperimentare il piacere. La paura di nuocere o di non essere adeguati può creare situazioni di disagio che possono sfociare, a loro volta, in disturbi dell’eccitazione o dell’orgasmo maschile. Poiché frequentemente la diagnosi di endometriosi é tardiva, spesso la donna ha avuto a che fare con una sessualità dolorosa e non piacevole fin dai primi rapporti. Si instaurano, quindi, dei meccanismi particolari all’interno della sua vita sessuale, ben consolidati nel tempo e difficili da abbandonare, senza un aiuto esterno: fare l’amore anche se fa male, dire sì anche quando si direbbe no, sentirsi in colpa o sbagliata verso il partner, ecc.

Il messaggio che vorrei lasciare a conclusione di questo mio intervento, é che il piacere é qualcosa di molto ampio, che va oltre all’atto sessuale completo. Sovente ci si preclude molta parte di questo piacere, eppure conoscere il proprio corpo, esplorare il corpo dell’altro, guidare le sue carezze, sono ingredienti fondamentali per vivere una buona sessualità e poter affrontare le sue sfide, anche quelle più difficili, come questa.

Pollicino ringrazia la disponibile competenza della Dr.ssa Salvai e si unisce alla speranza di una buona sessualità per tutte.