Autore: Dott. Giovanni Iacoviello

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La casualità e gli ambienti ‘randomizzanti’.

“Agisci in modo da aumentare il numero delle tue scelte”

Heinz von Foerster

 

L’esperimento del ‘brodo primordiale’.

In uno degli esperimenti più importanti del secolo scorso, due docenti dell’Università di Chicago, Miller e Ury, nel 1953 ricrearono circa metà degli amminoacidi e molti dei composti organici essenziali alla vita: zuccheri, lipidi, acidi nucleici. E questo a partire da un apparato di contenitori e tubi contenenti metano, ammoniaca, idrogeno e acqua, stimolati opportunamente con scintille allo scopo di imitare l’effetto dei lampi del ‘brodo primordiale’. Il giornalista e scrittore Steven Johnson parla in proposito di ambienti ‘randomizzanti’, nei quali si verifica lo scontro casuale tra tutte le componenti del sistema per la creazione di elementi nuovi.

Un’idea geniale nasce al microscopio o attorno ad un tavolo?

Qualcosa di simile all’accelerazione creativa dell’esperimento sopra citato avviene per Johnson quando reti di persone si riuniscono in ambienti dinamici come città, gruppi di lavoro o riunioni di ricercatori, dove si verifica un ‘travaso di informazioni’. Pare che le idee possano essere facilitate grazie al confronto con concittadini o colleghi, che hanno punti di vista diversi e modi differenti di interpretare certi risultati o idee.

Il processo creativo è stato ampiamente studiato dallo psicologo Kevin Dunbar, che condusse una ricerca con la partecipazione di gruppi di ricercatori, i quali furono osservati e filmati all’opera. Pare che la sua scoperta più sorprendente sia stata il luogo fisico in cui si verificavano le innovazioni più significative, e cioè attorno ad un tavolo nel corso delle riunioni di laboratorio, mentre gli ‘eureka’ improvvisi e sorti in isolamento sarebbero stati una rarità.

Lo stimolo casuale a servizio della creatività per De Bono.

Uno dei metodi del pensiero creativo, o laterale, per Edward De Bono, è quello di utilizzare intenzionalmente degli stimoli casuali per sollecitare nuove idee: “Quanto più l’informazione è irrilevante tanto più può rivelarsi proficua”. I due modi principali in cui determinare lo stimolo casuale indicati dall’autore sono l’esposizione e la generazione formale. Una modalità  di esposizione è quella relativa alle idee altrui. In una riunione, ad esempio, le idee degli altri agirebbero come input casuali. Anche in caso di iniziale disaccordo, il loro ascolto può dar luogo ad un proficuo input. Un altro tipo di stimolo può provenire da idee relative a campi disciplinari completamente diversi. Nella generazione formale di input casuali, invece, similmente a ciò che avviene nell’atto di tirare i dadi, si usano procedure con cui scegliere parole o oggetti a caso da utilizzare come stimoli per il processo creativo.

Casualità, errori e serendipità.

Anche il noto e discusso fenomeno del trovare qualcosa mentre se ne sta cercando un’altra, spesso occorrente nelle scoperte scientifiche (serendipity), obbedisce alle regole della casualità. Parlando dell’esposizione ad uno stimolo casuale, De Bono fa notare che la sua caratteristica principale è che “non si è mai alla ricerca di qualcosa”.

Una grande preparazione e uno spirito di osservazione probabilmente non fanno capo alla stessa persona o organizzazione per caso, ma hanno richiesto molto impegno, tempo e fatica per essere sviluppati e affinati. Però può essere utile sapere utilizzare tali abilità e competenze sfruttando anche gli stimoli casuali. Ciò può avvenire uscendo ogni tanto dal proprio ambiente di lavoro e frequentando persone e luoghi anche diversi dai consueti. Con l’eventualità di favorire lo scambio di idee e pareri ‘illuminanti’, il lasciarsi ispirare da cultori di materie diverse e da possibili analogie con la propria, e l’esporsi ad idee apparentemente irrilevanti per la propria attività che in seguito possono rivelarsi proficue.