Autore: Dott.ssa Marzia Cikada
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Si trae più profitto dagli errori che si fanno per conto proprio che dalle cose giuste fatte perché qualcun altro te le ha imposte.
William Somerset Maugham
Quanto sai sbagliare? Hai provato a chiederti, non quanto sei bravo a fare le cose per bene ma quanto e come sai sbagliare? Provaci. Perchè? Perchè in moltissimi degli errori che viviamo come fallimenti, con sofferenza e amarezza, si nasconde ungermoglio di idea geniale. E’ proprio da quello che chiamiamo “sbaglio” che si potrebbe distillare la nostra capacità di imparare e di creare qualcosa di nuovo e magnifico. Quindi lunga vita all’errore.
Strano come inizio di post in un blog di Psicologia? Assolutamente no. Perchè in unasocietà come la nostra, estremamente competitiva, sempre attenta al meglio e alla perfezione (secondo canoni spesso discutibili), un sano elogio all’errore è necessario. Siamo sempre accerchiati da messaggi che ci dicono che bisogna essere Numeri Uno, che si deve parlare solo dei successi, dei risultati positivi ma la verità è che un vero successo, un vero risultato creativo che porti alla società qualcosa di nuovo, quasi sempre passerà attraverso sbagli, ipotesi non valide, errori madornali. Saperli osservare potrebbe essere il primo passo per trasformarli in occasioni buone.
Chiediamoci prima di tutto: E’ davvero un errore? Non sono pochi i casi in cui quanto ritenuto un fallimento si è rivelato geniale. Come Alexander Fleming, che scoprì la penicillina per aver erroneamente esposto all’aria i contenitori che contenevano il batterio del pus o Thomas Edison, definito stupido dai suoi insegnanti, che fece non pochi esperimenti prima di realizzare la lampadina o Walt Disney , licenziato come giornalista per mancanza di immaginazione e buone idee, che portò diverse società alla bancarotta.
Se l’insuccesso è il demone terribile che insegue tutti noi, prigionieri del “far bene le cose”, occorre un piccolo cambio di prospettiva. L’errore non è sempre e solo qualcosa da evitare. Il successo, infatti, se genuino, si costruisce basandosi su pile di errori e ognuno di questi ci racconta come evitarlo, cosa fare di altro e come creare possibilità partendo proprio dall’insuccesso. La sconfitta è quello che impariamo per permetterci di arrivare alla prossima vittoria.
Siamo di fronte a quello che viene anche definito errore creativo, che ci permette di uscire dagli schemi senza arrendersi, imparando a sbagliare meglio possibile. Perchè dall’errore si impara e se riusciamo nell’impresa, saranno i nostri errori a condurci ai successivi successi. Ce ne parla anche un libro interessante dal titolo “Successful Mistake” realizzato da Matthew Turner, narratore e raccoglitore di storie su marketing, brand e storie di imprese, nonché giovane e talentuoso creatore del sito Turndog. In questo libro, sono stati intervistati 163 imprenditori di successo tutti partiti da unabuona interpretazione di un errore. Dalle loro storie si arguisce che gli errori non sono altro che momenti straordinari attraverso cui passare per arrivare a qualcosa di nuovo, sono catalizzatori di idee sorprendenti che possono cambiare la vita. Un libro nato dalla curiosità che regala lezioni di come, da una fantastica condivisione di catastrofi, siano nate attività di successo che hanno riempito di significato e di una buona quantità di moneta, diversi brand conosciuti.
Si tratta di capire che gli sbagli possono capitare e che, se li abbracci e ne carpisci le potenzialità, è possibile non solo superarli ma trasformarli nella grande idea che ancora non si è concretizzata. Questo significa superare la paura del fallimento e saper gestire, in maniera costruttiva, quanto ci accade, in modo da poter apprendere qualcosa di nuovo e migliore.
Chiedersi “dove ho sbagliato oggi?” diventa una nuova occasione per scoprire qualcosa di importante, prima di tutto su di noi.
La paura di sbagliare è la peggiore nemica della creatività, se ci fermiamo solo a fare le cose nel migliore dei modi conosciuti, di certo saremo dei buoni ripetitori ma difficilmente avremo modo di scoprire e arricchire la nostra vita di qualcosa di genuinamente innovativo. Non per nulla, la creatività poggia sulla capacità di inserire elementi inusuali nelle spiegazioni possibili tra stimolo e risposta (Mednick, 1962). Quindi, vista la risposta errata ottenuta possiamo usarla per spiegarla in maniera nuova e costruire nuove teorie.
Se perdiamo un cliente, se progetto fallisce, se troviamo una cattiva recensione su di noi, o scopriamo che qualcuno ha detto che…., non dobbiamo urlare alla tragedia, non dobbiamo pensare di aver sbagliato tutto. Certamente abbiamo compiuto dei passi falsi ma possiamo rivalutare le strategie e usare importanti stimoli ottenuti per uncambiamento positivo di rotta. La nostra capacità di rispondere alle difficoltà ne sarà ben allietata e ne guadagnerà. D’altronde, i creativi hanno il potere di rialzarsi ( resilienza) e di guardare agli errori con occhio attento per carpire causalità nuove.
Questo significa anche accettare di correre un rischio, sappiamo bene quanto il bisogno di sicurezza si poggi sul conosciuto. Ma nessuna grande innovazione si sarebbe avuta se non si accettava di rischiare anche una brutta figura. E se si scopre che non era proprio come pensavamo, allora significa che dobbiamo accogliere un modo di pensare al nuovo e utilizzare diverse prospettive per vedere se raccontano storie diverse.
L’errore è il primo passo per lo straordinario, così come si impara a camminare cadendo in continuazione e guai ai genitori che non permettono ai loro bambini di fare errori,confrontandosi con questi, e riconoscendoli, si cresce molto meglio.
Pollicino: Chi sbaglia, quindi tutti noi!
L’Orco: La paura di sbagliare
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