Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

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Per il narcisista il mondo è uno specchio.
Christopher Lasch

Questi speciali bambini, ognuno migliore dell’altro, anzi, ognuno è il Migliore. Sempre di più di vedono bambini cresciuti come se dovessero sempre vincere una gara, con attenzioni costanti, nutriti di superlativi e più ( “Sei il più bello…il più bravo…il migliore del mondo…”), che crescono con poca capacità di vedere l’altro come un amichetto se non come un qualcuno da lasciare nei gradini bassi del podio. Bambino che vogliono farsi notare, che cercano il complimento, che pensano di essere migliori.

La verità è che non sostenere mai il proprio bambino non è un buon modo per accrescere la sua autostima e fiducia in sé, MA d’altro canto, ninnarlo con continui complimenti non sempre fa bene, anzi. Un’educazione di questo tipo, sempre pronta a lodare e incensare, potrebbe essere dannosa, non crescendo adulti sereni ed equilibrati ma narcisisti ricchi di autocompiacimento, con personalità egocentriche e, diversamente da quanto si potrebbe credere, una certa fragilità nella visione di sé  stessi. Insomma, il Narciso nasce piccolo e cresce in primis nelle parole dei genitori che ne danno una immagine di primo sempre che facilmente lo condurrà ad una faticosa vita da adulto.

Ce lo racconta una ricerca sulle origini del Narcisismo  piuttosto recente, targata 2015, “Origins of narcissism in children. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America”, lavoro che fa parte del dottorato del ricercatore Eddie Brummelman supportata da The Netherlands Organization for Scientific Researchun e realizzata nell’Università dell’Utrecht. Ne possiamo leggere in un interessante articolo su The Conversation. Cosa ci dice la ricerca? Che genitori troppo amorevoli, o meglio, amorevoli  in un modo esagerato spingono i bambini ad una crescita verso il versante narcisista del mondo.

L’articolo si chiede perchè questi bambini diventino narcisisti, pensando di essere migliori di qualunque altro bambino esistente. La risposta è in buona parte della socializzazione e nel ruolo che questa gioca nel rapporto con gli altri. Valutando l’importanza delle teorie che ritengono da una parte che il bambino narcisista nasca da una mancanza di calore dei genitori, ricercando quindi nel loro essere primi le attenzioni che non ottengono naturalmente, mentre dall’altra avvalorando la tesi per cui è la forte sopravvalutazione degli stessi genitori a far credere al bambino di essere troppo speciale, un dono troppo prezioso rispetto agli altri, la ricerca pensa che sia maggiormente in quest’ultima la migliore ipotesi sulla nascita del narcisismo infantile. La ricerca olandese, valutando più di settecento casi, si muove su questa seconda tesi quindi, dimostrando che narcisismo e autostima nascono in maniera molto diversa. I genitori che sopravvalutano i loro bambini crescono dei bimbi narcisisti mentre genitori affettuosi e caldi emotivamente sviluppano alti livelli di autostima nei figli, un sentimento sano, piacevole, che porta il piccolo a pensare di poter essere soddisfatto di se senza doversi sentire superiore agli altri. La ricerca mostra anche una base ereditaria del Narcisismo benchè modificabile attraverso la socializzazione

Se la preoccupazione, negli ultimi anni, è stata quella di aumentare e curare l’autostima dei bambini, per sostenerli nella crescita ma anche tutelarli da problemi come la depressione e l’ansia, scrive Brummelman , capita che i genitori eccedano nelle lodi del loro bambino, solleticando il suo narcisismo, ognuno di noi ne ha un po’, fino a farlo diventare eccessivo e quindi tendenzialmente problematico. Dicendo appunto al bambino di essere il “migliore”.

I bambini iniziano a sopravvalutarsi e questo diventa sempre di più un tratto della loro personalità, con tutti i problemi che questo comporta per la persona e per chi entra in relazione con questa.

Come si manifesta nelle relazioni un Narciso? Come una persona poco attenta alle caratteristiche e ai bisogni delle altre persone, con poca/nulla empatia, uno spirito di competizione per il solo piacere di primeggiare, quale che sia il prezzo da pagare in relazioni, poco interesse per le emozioni degli altri. Un genitore equilibrato dovrà saper comprendere anche come insegnare il “saper perdere”, i valori delle relazioni al di là della sfida e della gara, in un clima di incontro e non di contest continuo dove vincere o soffrire.

Per i Baby Narciso la sconfitta è vissuta come una ferita sproporzionata, portando spesso con loro le aspettative e il desiderio di rivalsa di un genitore o di tutta una famiglia, per questi bambini perdere è semplicemente inaccettabile. Questo li rende poco capaci di interagire e socializzare in maniera sana e non competitiva, anche nella scelta delle persone che si vogliono intorno. Si tratta di bambini che facilmente diventano adulti stressati, difficilmente protagonisti di una buona vita di coppia, aggressivi verso l’altro e poco empatici.

Bambini che vengono “pompati” dai genitori che ne esaltano le qualità, che li spingono a sport agonistici in maniera continuativa, possono sviluppare caratteristiche narcisistiche e vivere senza gioia molta della loro vita.

Se sono bravi in uno sport sono i migliori, non possono permettersi di meno che il numero UNO e questo il porta ad una illusione di supremazia sugli altri che può avere risvolti dolorosi. Molti di questi bambini nutrono questa immagine di bimbo vincente assecondando le richieste degli altri importanti, i genitori, ma sempre più lontani da sentire le loro vere emozioni e i loro reali bisogni. I Baby Narciso si sentono superiori agli altri, credendosi dei privilegiati, cercando negli altri solo la loro ammirazione. Se non la ottengono diventano aggressivi. Molto spesso diventano manipolativi sugli altri, pur di mantenere alto il loro prestigio e illusorio potere.

Il gusto del saper perdere, invece, può essere più dolce di quanto si crede. Le sconfitte sono spesso necessarie e portano informazioni utili sul mondo e su sé stessi, la ricerca continua di una corona, invece, mette in una conduzione di aggressivo desiderio di sopraffazione dell’altro in quanto sempre nemico, concorrente e raramente, anche nei rapporti amorosi, complice e alleato.

Il suggerimento che si trae dalla lettura della ricerca e dalla letteratura in genere, è quello di limitare le lodi e i complimenti mantenendo un alto livello di empatia e emozionalità con il bambino, rendere accettabili le sconfitte e accompagnarlo ad entrare in contatto con l’altro accettando le proprie differenze, in meglio o in peggio che siano.

 

Pollicino: Bambini divisi tra autostima e Narcisismo

L’Orco: Illudersi di essere o dover essere sempre il MIGLIORE

L’arma segreta: Un genitore caldo e non competitivo che promuova l’autostima e tenga a bada il narcisismo, con una educazione empatica dell’altro.