Autore: Dott. Giovanni Iacoviello
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CHE COSA ASSUMONO LE AZIENDE CHE GODONO DI PROSPERITA’?
“Chiunque smetta di imparare è un vecchio, che abbia 20 anni o 80. Chi continua ad imparare, giorno dopo giorno, resta giovane. La cosa migliore da fare nella vita è mantenere la propria mente giovane ed aperta” – Henry Ford
La mia formazione è differente: confronto tra piccole e grandi aziende.
In un’epoca in cui qualcuno sostiene che siamo “drogati” dalla formazione finanziata, tanto che molti sono quasi abituati a programmare gli interventi formativi solo quando arrivano i finanziamenti (e i corsi più richiesti sarebbero informatica, lingue e sicurezza, per l’apparente maggiore misurabilità del ritorno economico), chi si sente mai di uscire dall’ordinario e destinare di volta in volta una parte del proprio budget alla formazione, e anche su altri argomenti?
La rivista di formazione Human Training cita uno studio dell’Osservatorio di ExpoTraining in cui si riporta che nelle aziende tra 50 e 100 dipendenti la formazione finanziata è pari al 95%, mentre quella autofinanziata ammonterebbe al solo 5%. Man mano sale il numero di dipendenti, anche l’auto-finanziamento salirebbe gradualmente, fino ad arrivare al 50% nelle grandi aziende, oltre i 1000 dipendenti. Fonte: Human Training – La Rivista della formazione
Chi mai allora ritiene necessaria la formazione continua sulla comunicazione efficace?
La Cogest Retail, leader italiana nella gestione dei centri commerciali, con i suoi 27 premi nazionali ed internazionali per i suoi progetti di marketing, a 20 anni dalla sua nascita sostiene che le risorse umane sono il cuore dell’azienda su cui l’azienda punta per migliorare la qualità del servizio al cliente e per proporgli soluzioni tagliate su misura (taylor made). Per cui per l’azienda investire nella formazione non solo si può ma pare condizione necessaria per la soddisfazione del cliente e la crescita del business, soprattutto su tematiche, oltre a quelle ordinarie e obbligatorie, di marketing , comunicazione e social media marketing. Alla sua Hr Manager, Hetel Brezzo, la stessa rivista di formazione sopra citata dedica un’intervista dal titolo: “Saper comunicare fa la differenza, dentro e fuori dell’azienda”. Alla domanda su quali sarebbero le competenze necessarie ai professionisti del retail per rispondere alle evoluzioni velocissime del mercato, la Brezzo risponde indicando la conoscenza dei linguaggi e delle tecnologie digitali, la competenza sul prodotto, l’attenzione al rapporto con il cliente ma soprattutto, ribadisce, una buona capacità comunicativa.
Una frase attribuita un secolo fa a John D. Rockefeller pare ancora oggi attuale, considerando le parole della Brezzo: “La capacità di aver a che fare con la gente è una cosa che si può acquistare come zucchero e caffè. E io pago, per questa capacità, più che per qualunque altra al mondo”.
Oggi come ieri, vale in ogni caso la pena considerarne il vantaggio competitivo.
Dalla comunicazione interpersonale a quella scritta e sul web: è poi necessaria?
A ognuno il suo stile, la scelta del budget e delle priorità, dei canali e dei tempi, del monitoraggio dei risultati, la decisione di investirci su oppure no. A tal proposito, citando ancora l’imprenditore Ford, che pareva avere la sua idea precisa in proposito: “Smettere di fare pubblicità per risparmiare soldi è come fermare l’orologio per risparmiare tempo”.
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