Autore: Dott.ssa Marzia Cikada

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Uno alla volta, per carità! per carità! per carità!
uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità! Ehi, Figaro!

Gioacchino Rossini, “Barbiere di Siviglia”

“Fai una cosa alla volta” mi diceva mia mamma da ragazzina. Se sulle prime mi sembrava uno spreco di tempo, ammetto che puntualmente, mi restava poi chiara in mente la motivazione di quel materno ammonimento. Leggere, scrivere, guardare la TV nello stesso tempo, magari mangiucchiare e accarezzare il gatto di casa, non rendeva particolarmente ben riuscita nessuna delle mie operazioni, a parte il carezzare che necessitava meno concentrazione. Poi con il tempo, entrando nel mondo del lavoro, ho dimenticato il saggio monito e molto spesso mi ritrovo a leggere, scrivere, magari mangiucchiare qualcosa e accarezzare il gatto di casa, la tv non l’ho più da almeno venti anni. Oggi sono io a dovermi regolare e comprendere quando il carico di compiti allo stesso momento sia eccessivo.

Ma non è facile. Siamo una società multitasking. Tecnicamente la parola l’abbiamo presa in prestito dall’informatica, avendo come significato, la capacità di procedere diverse operazioni allo stesso tempo, eseguendo programmi differenti in contemporanea. Oggi tutti o quasi siamo multitasking, senza neppure accorgersi viviamo con la smania di fare sempre almeno 2 cose al tempo di una. Per esempio? Guidare e rispondere al telefono. Temo sia capitato quasi a tutti, sebbene sia vietato e sanzionato dal codice della strada (art.173). In realtà, quello che sembra ottimizzare i tempi, è un rischioso modo di mettersi in condizione di pericolo, avendo riflessi e attenzione minima facendo le due cose insieme. Un esempio sull’uso del cellulare al telefono, sebbene estremo ma chiarificatore, è stato fatto da una campagna pubblicitaria per la guida sicura ( sovvenzionato da una nota marca di automobili)lo potete trovare in questo video girato ad Hong Kong. Chiaramente, in questo esempio si affronta, nello specifico, la difficoltà a staccarsi dalla tecnologia anche quando sarebbe proprio il caso, ma resta un modo diretto di parlare del fare una cosa alla volta.

Ma allora perchè siamo tutti multitasking? In parte sembra sia il tempo tiranno che spinga a dover ottimizzare tutto il possibile senza fermarsi mai. Un esempio speciale sono le donne/mamme/moglie che ancora sono, rispetto ai compagni di sesso maschile, maggiormente vittime del multitasking, del fare insieme cose che riguardano il lavoro, il bambino, la casa, la cena etc. Sono molte le ricerche che rimandano la figura della donna come una eroina capace di conciliare tutto con un sorriso soddisfatto. In realtà molto spesso si tratta di non aver molte altre alternative, non sempre si lavora solo per piacere. Si ritiene, senza ragione, che sia poi scientificamente provata una sorta disuperiorità delle donne nel saper fare più cose insieme, ma in realtà, quella che sembrerebbe essere caratteristica più femminile è la capacità di organizzarsi e di lavorare sotto pressione, più lineare nelle persone di sesso femminile, non si è definiti dal sesso circa la possibilità di essere multitasking oppure no. Nelle coppie uomo/donna poi questa potrebbe essere solo la cristallizzazione di una scusa, mentre sarebbe sano e funzionale, dividere e condividere i compiti relativi alla famiglia in maniera equa, nel rispetto delle peculiarità soggettive certo, ma sempre nel tentativo di dare pesi sostenibili a entrambe le parti.

La verità è che il fare tutto, in fretta ed insieme non è un bene in senso assoluto. Vivere con sempre più compiti che rivestono carattere di urgenza, siamo una comunità che sembra vivere solo di urgenze, senza riconoscere più le priorità, spinge a prendersi sulle spalle grosse quantità di compiti da espletare sempre più velocemente e in maniera performante. Ma questo sottopone a stress e grosse quantità di stress sono nocive per il benessere delle persone. Inoltre, le ultime ricerche fatte sul tema, mostrano come siano di natura permanente i danni che volontariamente finiamo con il fare al nostro cervello mettendo sempre alla prova la nostra capacità di seguire più cose/compiti insieme.  Nel periodico “Forbes” (riportato anche da La Stampa del 10/10/2014) sono state riportate diverse ricerche, realizzate in Università prestigiose, sugli effetti collaterali del multitasking.

Cosa ne risulta? Che le prestazioni di chi svolge tanti compiti insieme sono meno positive di chi ne esegue uno alla volta. Illivello di efficienza si abbassa e non sappiamo interpretare i tanti dati in nostro possesso in maniera corretta correndo da un’azione all’altra. Il “come” vengono portati avanti i compiti e di molto peggiore di chi non è multi. L’ Università di Londra parla di una vera e propria riduzione del Quoziente Intellettivo del cervello, passando da prestazioni da adulto a quelle di un bambino di 8 anni. Se pensiamo a noi bambini svolgere compiti, rispondere a email, elaborare dati delicati, comprendiamo come potrebbe scendere in maniera feroce la nostra prestazione lavorativa e non solo. Inoltre, secondo l’Università di Sussex, specialmente chi utilizza strumenti digitali ( tv, pc, cellulare etc) per fare più cose insieme, danneggerebbe in maniera permanente il suo cervello, in particolare la corteccia anteriore cingolata. Questo danneggerebbe il nostro cervello ma anche la nostra carriera lavorativa. Solo se le attività in contemporanea siano fatte camminando sembrerebbe possano sviluppare creatività e concentrazione, come suggerisce una ricerca della University of Michigan con un esperimento pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience.

Ma questo possiamo vederlo nella nostra vita quotidiana. Se mandiamo messaggi e continuazione e rispondiamo a email e telefonate mentre conversiamo con qualcuno, oltre che essere poco educati e rispettosi, avremo una chiacchierata vuota, senza attenzione, di cui ricorderemo poco ( senza contare la possibilità di essere spiacevoli alla persona in nostra compagnia). Quando invece, specie facendo jogging, si ascolta musica, le immagini, le riflessioni, le idee che attraversano il cervello sono spesso molto chiare, lucide e creative. Siamo più presenti e consapevoli.

Resta la fatica di tornare al vecchio, piacevole adagio ” una cosa alla volta” e di trovare il come fermarsi da una corsa che spesso toglie molto più di quanto conceda, il lavoro finisce con il prendere troppo spazio e lo stress rischia di diventare un compagno faticoso.

 

Pollicino: Tutti i multitasking di oggi

L’Orco : La fretta, il tempo, il lavoro urgente da fare che danneggia il cervello

L’arma segreta : La capacità di fermarsi, riflettere, prendersi il proprio spazio e tempo.