Perché mi sono candidato all’Enpap?

La mia risposta è:

  • Perché non sono un politico di professione, faccio lo psicoterapeuta.
  • Perché non brigo per avere finalmente la poltrona che dovrà restare mia in modo da garantirmi privilegi;
  • Perché, se non faccio qualcosa per tutti noi potete non votarmi più senza sentirvi in colpa; inoltre se non mi viene permesso di fare non ho intenzione di restare per quattro anni, mi dimetto perché non starei facendo quello che ora affermo di voler fare;
  • Perché io voglio fare qualcosa, non solo nelle intenzioni, voglio fare qualcosa per i nostri soldi, perché l’Enpap rappresenta i nostri soldi, spesso versati faticosamente, soldi che dovrebbero garantirci di vivere una vecchiaia dignitosa (ma ad oggi così non è per moltissimi di noi, e sulla base dei dati non lo sarà neanche per le/i nostre/i giovani colleghe/i), mi adopererò per trovare la soluzione in grado di migliorare la qualità della vita dei colleghi già in pensione e per creare le basi affinché le/i nostre/i giovani colleghe/i possano un domani poter contare su un sistema pensionistico che garantisca di poter vivere dignitosamente la loro vecchiaia;
  • Perché farò in modo che tutto abbia la massima visibilità. Tutte/ i colleghe/i dovranno sapere come e cosa fanno le persone che hanno incaricato per amministrare i loro soldi;
  • Perché mi impegnerò affinché il nostro ente (il pachiderma Enpap) inizi a muoversi, diventando il ponte di collegamento con le altre nostre strutture (Ordini e CNOP, altri pachidermi, ove vige solo la politica, che andrebbe letta come proprio tornaconto), affinché in sinergia si inizi a lavorare realmente per la nostra professione;
  • Perché conoscendo la fatica per inserirsi in un mercato del lavoro e guadagnare le/i giovani colleghe/i, non debbano sentirsi il fiato sul collo dell’Enpap, trovare quindi delle soluzioni di agevolazioni;
  • Perché le psicologhe abbiano il diritto di diventare madri sentendosi tutelate, il nostro sistema di appoggio alla maternità è indecoroso, va cambiato.Potrei continuare, ma credo di aver detto le cose importanti, il resto sarebbe un riempire.

            Giuseppe Latte