Prima di iniziare la storiella è bene fare una premessa, sono meridionale insomma un terrone, piccolo e nero, avevo anche i capelli tutti neri, oggi non li ho più neri, sopperisco con un cappellino nero per poter restare sempre piccolo e nero. L’altra sera, sabato 18 febbraio, ero a Milano, di certo voi non potevate saperlo, io non twitto, non selfio, non comunico i miei spostamenti tramite facebookke, ma ero li a Milano. Avendo terminato ad un’ora decente gli impegni che mi avevano portato nella grande metropoli, avendo saputo in precedenza che alle 18,45 in via Bocca c’era una rappresentazione teatrale, andava in scena la Commedia dal titolo: “ENPAP”, la locandina parlava di tre attori importanti, grandi attori.
Io non ero riuscito a comprare il biglietto, ciononostante decido di provarci, volevo assistere allo spettacolo, mi son detto che con molta probabilità, vista l’importanza della Commedia, avrei trovato dei bagarini disposti a vendere un biglietto. Arrivo nei pressi del teatro con largo anticipo, vedendo una porta aperta mi intrufolo, entrando resto un pochino attonito, all’ingresso si muoveva uno degli attori principali, il più maestoso, alto imponente bello, con un distintivo sul petto (sembrava lo scudo dell’arcangelo Michele), mi avvicino pudicamente, mi presento e chiedo se per me pur senza biglietto c’è la possibilità di assistere alla rappresentazione. Dall’alto della sua statura, il primo attore che ad osservarlo bene, più che un san Michele sembrava un cardinale, non mi considera, fortunatamente in quel momento compare il secondo attore, questo almeno essendo un pochino sgarrupato, almeno così sembrava, mi rivolge la parola e mi accoglie dicendomi che non ci sono problemi, posso assistere, nel frattempo sopraggiunge il terzo attore, che non mi considera, ma questo lo comprendo, il suo fare è realmente fico, un fare altezzoso da ricco.
Inizia lo spettacolo, (ci sono già i cameramen, devono riprendere la commedia, scoprirò che viene trasmessa anche in diretta, su facebookke) il cardinale è al centro del palco, imponente e bello nella sua statura, gli altri due, ai lati, non hanno di certo la sua imponenza, iniziano dalla scena delle pensioni, degli aiuti, di come possono far creare debiti al popolo, in maniera da tenerlo sempre più sotto controllo. Quando prende la parola il cardinale parla di quanto questa nuova religione e fede ha fatto e continuerà a fare per il popolo, parla di questi nuovi prelati, del loro sacrificio, di quanto sono stati e saranno bravi e competenti. Io dalla mia parte, assistendo allo spettacolo, mi sentivo un peccatore miscredente che ascolta per la prima volta il vangelo, l’indiano che deve essere evangelizzato. Essendo nella platea lato muro, dopo le sante parole del cardinale, ho preferito andare via, non avevo voglia di essere messo al rogo come eretico, rasentando il muro son corso verso l’uscita dicendomi: “l’hai scampata”. Sono tornato ai miei impegni che mi hanno tenuto lontano da facebookke, linkedine etc.
Stamane, non se è una notizia vera, successivamente controllerò, leggo che la nuova chiesa (quella del cardinale), ossia quelli che hanno gestito l’Enpap, sono stati richiamati dalla Corte dei Conti, per l’aumento vertiginoso delle spese, e come riporta la notizia non lo hanno detto al popolo. Però se hanno speso lo han fatto a fin di bene, l’ha fatto per sostenere i costi dell’evangelizzazione, i party hanno dei costi, i distintivi scudi costano, le bibbie (ossia il loro nuovo vangelo) da distribuire con i portabibbia costano, costa tutto, cosa importa se colleghi dovrebbero richiedere la pensione sociale, quello non è un problema dei nuovi prelati, loro hanno e sono il verbo, il resto non ha importanza.
Giuseppe Latte
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