La pensione Enpap

Quando nacqui, come regalo per la mia nascita, uno zio mi regalò un vaglia postale del valore di 5.000 lire, erano tantissimi soldi per allora.

Erano soldi vincolati che avrei potuto ritirare al compimento del diciottesimo anno di età.

Quando andai a ritirare i soldi, erano diventati, grazie agli interessi, 18.000 lire. Riuscii a comprare una cravatta.

Questa storia la racconto perché nonostante continuino a raccontarci che per rendere congrue le nostre pensioni, dovremmo aumentare i nostri  contributi soggettivi, ossia dandoci la possibilità di versare il 12%, il14% fino ad un massimo del 20%, quali saranno i risultati di tutto ciò?

Partiamo da oggi, un/a collega che dalla fondazione dell’Enpap, abbia versato ad oggi 100.000 euro, ha una pensione di 5.760 su base annua.

Proiettiamoci in un futuro: un/a collega che oggi ha 30 anni, rifacendoci a quanto ci viene detto, guadagna mediamente 17.000 euro, sacrificandosi riesce anche a versare 2.000 euro all’anno, un totale quindi di 70.000 euro.

Grazie ai montanti diciamo che al suo 65°anno di età abbia un capitale di 120.000 euro, quale pensione annua riceverà il/la nostro/a collega?

Pensierino: non sarebbe meglio o abolire l’ente, o se proprio deve restare per permettere al sistema di attingere, o ridurre la soglia dei contributi soggettivi ad un 5%, ed ognuno in privato si versi i suoi soldi anche in un normalissimo piano di accumulo, che comunque gli fornirà un congruo capitale e ne possa fare ciò che crede?

Giuseppe Latte