il rustico vien dalla campagna

in sul calare della falce e del martello

porta un fascio che potrebbe esser

littorio

recando in mano il cellulare

con le foto

delle amiche  degli amici

onde siccome suole

ornare egli si appresta

dimani al dì di festa la villa ove

dimora

siede con i vicini sulle scale

a tramar l’emiliano antico

che novellando vien del suo bel tempo

quando al dì di festa vendea giornali

i fanciulli intanto gridano

nelle varie piazze inneggiando

al ritorno di baffone

ritorna a casa l’operaio stanco

che pensa oramai al riposo suo

ed alli debiti che l’assillano così tanto

non sapendo neanche quando andrà

in pensione e se ci andrà

diman giorno di festa

dovrebbe essere

il più gradito giorno

pieno di speranza e di gioie

tristezza e noia però recheran le ore

grazie alla tivù

ed al travaglio usato

ciascuno in pensiero suo farà ritorno

rustico scherzoso

codesta età fiorita

goditela

smetti di pensà d’esser un dio

resta nel tuo ridente paesello

era il pensiero che

infonno avevi espresso

evitando così d’arrecar danno

continuanno a creder d’esse

granne

Giuseppe Latte