Autore: Dott.ssa Simona Esposito
“La sigaretta è un tubicino, che ha ad una estremità una brace
ed all’altra un aspirante suicida.”
Honoré de Balzac (1799-1850)
Nonostante le campagne anti-fumo la dipendenza dal fumo risulta, purtroppo, ancora molto diffusa. Molti fumatori desiderano smettere ma uscire dalla dipendenza dal fumo non è una cosa facile. Ci sono dei meccanismi emotivi e comportamentali che favoriscono l’abitudine all’uso della sigaretta, inoltre, la nicotina in essa contenuta induce una dipendenza farmacologica, al pari di altre sostanze psicotrope. Il fumo viene visto dagli esperti come un sintomo, ossia l’espressione di un disagio o una forma di strategia per affrontare situazioni di difficile gestione, quali elevati livelli di conflittualità interiore o relazionale. Si riscontrano negli accaniti fumatori disagi simili, quali disturbi d’ansia, depressione, bassa autostima e minore capacità di coping rispetto ai non fumatori. Le motivazioni che portano a fumare sono differenti da soggetto a soggetto e vanno ricercate nella storia di ciascuno ma in genere si riscontrano:
- senso di gratificazione, fumare ha una funzione di rassicurazione ed autoconsolatoria, di autoregolazione cioè nei confronti dell’ansia e delle difficoltà percepite dalla persona nel fronteggiare la vita;
- fumare genera l’instaurarsi di una serie di gesti e piccoli rituali che hanno la funzione di scandire la vita quotidiana, tanto da divenire un gesto abitudinario. Esempio:la sigaretta dopo il caffè o in macchina, il fumare in determinate circostanze divengono abitudini comportamentali che contribuiscono a conferire alla vita quotidiana attributi di familiarità e consuetudine che in quanto tali forniscono un senso di sicurezza rispetto alla propria vita;
- Il fumare dà alla persona la percezione di avere una via d’uscita nei momenti di particolare ansia e tensione; un fumatore si sente più tranquillo se sa che in un momento di tensione potrà fumare una sigaretta, e soprattutto si sente protetto ed al sicuro se sa di avere le sigarette con sé. In tal senso fumare contribuisce a fornire un illusione di controllo e di padronanza di se stessi nei confronti degli imprevisti della vita;
- l’atto stesso di fumare, spesso, assume, a livello inconsapevole, il significato di una sfida nei confronti del destino, della propria salute e della propria indistruttibilità: vedere che anche gli altri fumano e che sono in apparenza in buona salute permette di ignorare gli aspetti dannosi del fumo, motivo per cui uno dei fattori di rischio per cominciare a fumare è stare a contatto con fumatori.
Il tabagismo è classificato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali (DSM) come una vera e propria Dipendenza da Sostanze. Di Clemente e Prochaska hanno affermato che una persona che fuma passa attraverso diverse fasi:
- non ha alcun interesse a smettere di fumare (fase di pre-contemplazione)
- pensa alla possibilità di poterlo fare (fase di contemplazione)
- fase della preparazione in cui comincia a pensare strategie e tempi per smettere
- considera poi di mettere in atto un tentativo coerente di smettere, fase dell’azione, limitata nel tempo, e finalizzata a raggiungere l’obiettivo
- fase del mantenimento in cui cerca di mantenere lo stato di astinenza.
Smettere di fumare è molto difficile, non solo perché si incorre nella sindrome dell’astinenza ma, soprattutto, perché è ancor più difficile gestire il desiderio compulsivo di fumare. Tra le sostanze contenute nelle sigarette c’è la nicotina, essa raggiunge rapidamente il cervello, causando un incremento del rilascio di un neurotrasmettitore, la dopamina, provocando una sensazione di calma e di piacere. Quando, tra una sigaretta e l’altra, i livelli di dopamina scendono nuovamente, il fumatore prova sensazioni come irrequietezza e irritabilità, gli viene quindi voglia di accendere un’altra sigaretta alla ricerca di quel senso di benessere e di tranquillità che prova dopo aver fumato. Purtroppo però Il fumo aumenta nettamente la probabilità di incorrere in decine di malattie, in particolare il cancro. Sono circa 4-5.000 le sostanze che vengono liberate dalla combustione del tabacco, esse invadono i polmoni del fumatore. Tra le sostanze più pericolose c’è il catrame che include sostanze a elevato potenziale cancerogeno, come nirrosamine, benzopirene e idrocarburi aromatici. Ma nel catrame ci sono anche tante sostanze irritanti (formaldeide, acido cianidrico, acroleina, ammoniaca ) in grado di paralizzare le cellule epiteliali ciliate che rivestono la trachea e i bronchi e che normalmente servono a filtrare ciò che respiriamo. Le cellule Polmonari rimangono così più esposte alle aggressioni esterne di polveri, germi e altre sostanze cancerogene presenti nell’ambiente. E’ importante smettere di fumare poiché smettere equivale a guadagnare grossi vantaggi e non a perdere, ad esempio la pelle riacquista luminosità, si respira meglio e i rischi di impotenza si riducono in modo significativo. I primi benefici si avvertono subito: nell’arco di 24 ore, il monossido di carbonio viene eliminato dal sangue. In un fumatore, il CO satura l’emoglobina che non è più in grado di trasportare l’ossigeno ai tessuti. La sua eliminazione ripristina quindi la funzione dell’emoglobina, che si manifesta con un miglioramento delle prestazioni sportive; nel giro di 2 settimane, la capacità piastrinica viene ripristinata, eliminando così il rischio di trombosi. Ma i più importanti benefici sono soprattutto a livello cardiovascolare: dopo un anno di astinenza il rischio di infarto dimezza. Ovviamente quando si smette di fumare si avvertono i sintomi di una crisi d’astinenza, quali:
- stizza
- irrequietezza ed eccitabilità
- costipazione
- aumento di peso
- mal di testa, vertigini, fastidi alla circolazione
- scarsa concentrazione, stanchezza, sfinimento
- aggressività, nervosismo, cattivo umore
L’apice della voglia di fumare viene raggiunto dopo circa un giorno di astinenza dalla nicotina. Fortunatamente la crisi dura solo un giorno o due, ma il desiderio di fumare perdura per diversi giorni, diradandosi lentamente ma sempre di più. Nel giro di 2 o 3 settimane i sintomi tendono a sparire, ma naturalmente la loro durata dipende dal grado di dipendenza del soggetto. Tuttavia tenderanno ad attenuarsi dalla prima settimana anche se alcune sensazioni di malessere come affaticabilità, irritabilità, difficoltà di concentrazione, aumento dell’appetito, ecc. possono persistere anche per qualche mese. L’aumento di peso si aggira intorno ai 3 o 4 Kg nel primo anno, ma in seguito i chili presi tendono a sparire. Le cause della tendenza a ingrassare sono da ricercarsi nella riorganizzazione del metabolismo, che nel fumatore risulta essere accelerato con un conseguente consumo straordinario di calorie . Seguire un’alimentazione corretta aiuta molto ad evitare i chili di troppo e a controllare lo stimolo accresciuto della fame dopo che si smette di fumare. La sintomatologia dell’astinenza può trarre vantaggio dall’uso di cerotti transdermici, di gomme da masticare, sigaretta elettronica o di particolari bocchini contenenti nicotina che vengono venduti in farmacia allo scopo di aiutare chi desidera smettere con il fumo. L’idea di questi preparati è quella di sostituire la nicotina sprigionata dalla sigaretta con quella contenuta nel prodotto usato , evitando così l’assunzione dei vari prodotti tossici del fumo. Lentamente la dose di nicotina viene diminuita e altrettanto lentamente diminuiscono i sintomi della dipendenza. Naturalmente nessuno di questi prodotti permette di raggiungere la concentrazione di nicotina che si verifica fumando la sigaretta e quindi non si ottiene certo lo stesso piacere. Non è ancora stata dimostrata l’efficacia della sigaretta elettronica nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare ma è di sicuro meno tossica, poiché ad essa non sono associate le sostanze cancerogene che si sprigionano durante la combustione. Alcuni trucchi possono aiutare l’individuo quando si trova nei momenti di crisi a non ricorrere alla sigaretta. L’Informazione Sanitaria, ad esempio, consiglia al fumatore che cerca di smettere di:
- limitare il fumo a un massimo di 10 sigarette al giorno
- non fumare per strada o al lavoro
- non portarsi dietro accendini o fiammiferi
- rifiutare le sigarette che vengono offerte
- fumare le sigarette fino a metà
- scegliere un tipo di sigaretta a basso contenuto di nicotina e di catrame
- comprare un nuovo pacchetto solo dopo aver finito il precedente
- non fumare prima o dopo i pasti, perché ciò interferisce con l’attività digestiva dello stomaco
- non fumare mai in presenza di non fumatori
- non fare boccate troppo avide, perché il numero e la profondità delle tirate influisce sull’effetto dannoso delle sigarette
- bere un bicchiere di acqua che dilata le pareti dello stomaco, contratte a causa dell’astinenza, quando si sente la voglia di fumare
- lavarsi i denti, masticare una gomma
- è bene distrarsi in attività che non si possono svolgere fumando (come andare al cinema) per ritardare l’eventuale accensione della sigaretta
- praticare sport
- è preferibile evitare per i primi tempi le serate in cui si sa di entrare a contatto con altri fumatori e circondarsi, se possibile, di persone che non fumano
- da moderare il consumo di bevande alcoliche e di caffè che notoriamente “accendono” il desiderio di fumare
- sarebbe bene poi fissare una data e stabilire che da quel giorno non si fumerà più e comunicarlo alle persone che ci circondano per avere da loro supporto
Ogni persona affronta le situazioni in maniera diversa. Nessun metodo però ha efficacia se non è sostenuto da una decisione reale e definitiva. L’elemento fondamentale consiste nella forza di volontà, che fa vedere il dire addio alla sigaretta non come una rinuncia ma come una liberazione da una schiavitù sia mentale che fisica. Gli ex fumatori che hanno smesso grazie alla volontà ferrea sono circa l’80 o il 90% del totale. In caso di ricaduta non bisogna disperare, perché molti ex fumatori sono riusciti nella battaglia solo dopo vari tentativi prime di riuscire a dire basta in modo definitivo: soffermarsi a considerare i motivi di ricaduta aiuta a conoscere meglio la propria situazione e può essere utile per preparare un nuovo programma antifumo e antiricaduta. I programmi terapeutici per smettere di fumare devono tenere conto non solo di un approccio psico-educazionale e medico, riguardo ad implicazioni fisiologiche, ma certamente devono prevedere anche un lavoro di tipo prettamente psicologico volto alla gestione degli aspetti comportamentali e motivazionali sottostanti alla condotta del tabagismo. E’ possibile partecipare a gruppi di scambio (gruppi di auto-mutuo-aiuto), di training autogeno, di abolizione dello stress, e di rilassamento muscolare. Sul territorio nazionale sono presenti 380 ambulatori per la cessazione dal fumo di tabacco, basta chiedere al proprio medico di base la struttura più vicina o richiedere l’aiuto psicologico ad uno psicoterapeuta lì dove si comprende ci siano ulteriori problemi alla base.
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